Poeta di Corte è il nuovo singolo di Zic fuori con distribuzione ADA Music Italy da venerdì 19 novembre. Questa nuova canzone anticipa il nuovo progetto discografico del cantautore che, per l’occasione, abbiamo raggiunto per un’intervista.
Zic, 23 anni, toscano, lavora da anni con il produttore Pio Stefanini che ha contribuito a dare forma al pop psichedelico del cantautore.
Difficile definire la musica di Zic all’interno di un solo genere, il suo universo è un puzzle di sonorità eterogenee. Ama la decadenza di fine secolo, il taglio di capelli di Mononoke, il berretto di Tom Morello, il sangue di Fight Club, i colori di Wes Anderson, lo charme di Mastroianni e gli occhi di Monica Vitti.
Il suo esordio risale al 2017 con il singolo Il fantasma del sabato sera, a cui ha fatto seguito la partecipazione al serale di Amici di Maria De Filippi e la pubblicazione dell’album Faceva caldo, nel 2018 contenente anche una della sue canzoni più amate, Capodanno.
Nel 2020 ha pubblicato i singoli Rotelle, Zarro Night, Top level e Over the top e il suo secondo album, Smarties. Ora è tempo di nuova musica con Poeta di corte.
Il brano, scritto e composto da Zic e prodotto con Pio Stefanini, è un pop psichedelico e contemporaneo, con venature elettroniche, in cui Zic reinterpreta in chiave attuale il sound electro – pop degli anni 70.
Ecco come ne riassume il senso l’artista:
Un cervo abbagliato dai fari è fermo, non riesce a muoversi. Sta lì in mezzo di strada e ti guarda perché non può fare altro. In questa canzone sono io quel cervo spaesato.
C’è stato un momento quest’anno in cui ho avuto paura di perdere tutto, e questa canzone descrive quelle sensazioni non lasciando niente indietro. Credo che chiunque possa capire di cosa sto parlando, almeno una volta nella vita tutti siamo stati quel cervo.
ZIC INTERVISTA
Ciao Zic, benvenuto su All Music Italia. Direi subito di raccontarci un po’ il tuo nuovo singolo “Poeta di corte”
Poeta di corte è una confessione, netta e cristallina di ciò che è stata parte della mia vita durante lo scorso inverno.
È una canzone in cui la solitudine parla a voce alta, che nasce dallo stupore di una perdita che mai mi sarei aspettato di subire.
Definisci la tua musica un “pop psichedelico”, tuttavia ascoltando la tua produzione ci sembra di intuire che tu non voglia identificarti in un genere musicale preciso, piuttosto sei un artista che spazia e sperimenta. È solo una nostra impressione?
In effetti non mi sentivo rappresentato da nessun genere musicale in particolare. Perciò me ne sono inventato uno nuovo.
Volevo qualcosa che rappresentasse l’essenza della mia musica.La psichedelia è un elemento fondamentale del mio gusto, sia da fruitore che da produttore musicale.
In sostanza necessitavo di qualcosa che esprimesse la libertà e la magia con cui io affronto la scrittura, ma anche il desiderio di arrivare al pubblico con semplicità e assoluta onestà.
Ci hanno colpito molto le foto che accompagnano questo progetto musicale, tutte in bianco e nero. È una scelta stilistica voluta?
Assolutamente, tutto ciò che circonda il progetto è in funzione della musica stessa. La parte grafica, foto, video hanno lo scopo di esaltarne il contenuto e di semplificarne la comprensione.
L’idea di sfruttare il bianco e nero come scelta cromatica, e lo stesso modo di scattare, tutto rigorosamente a pellicola con una macchina fotografica analogica medio formato dei primi 90′, è stata partorita da me insieme al fotografo Matteo Dalle Vaglie e a Pio Stefanini, entrambi amici e grandi professionisti.
Tutto questo ci ha permesso di mettere a fuoco al meglio la poetica del pezzo, attraverso ogni singolo scatto.
“Poeta di corte” anticipa quello che sarà un nuovo album? Ci puoi spoilerare qualcosa al riguardo?
Vorrei dirvi di più ma rischierei di rovinarvi la sorpresa, però credetemi da qui a gennaio ne vedrete delle belle.
La pandemia ha fermato il settore della musica dal vivo e piano piano si sta ripartendo. Quando conti di poter tornare dal vivo e in che formazione?
Vorrei tanto rispondere con sicurezza a questa domanda ma purtroppo non posso.
Sicuramente l’incertezza è grande ma io comunque voglio che i live vadano di pari passo al progetto, anche a costo di creare solamente contenuti da mettere sul web.Vorrei che l’uscita di ogni cosa fosse accompagnata da una performance dal vivo di qualità, dove la musica è al centro di tutto, per dare al pubblico una versione alternativa dei pezzi che al contempo li faccia diventare più reali. In ogni caso posso dirvi che la formazione sarà un trio e che i musicisti saranno di alto livello.
A noi sembra che durante questo periodo di crisi ci si sia occupati molto della maestranze (giustamente), dei tour, degli artisti ma si sia pensato poco a piccoli live club che sono fondamentali per la diffusione della cultura musicale e per dare spazio agli artisti emergenti. Tu cosa ne pensi?
Sono completamente d’accordo con voi…senza il piccolo non ci può essere il grande, perciò spero che tutto possa tornare alla normalità al più presto. Ce n’è bisogno.
Hai partecipato ad Amici diversi anni fa, oggi a distanza di tempo, quanto ha influito su di te quest’esperienza?
Be’ ad esser sinceri è un ricordo piuttosto sbiadito, parlando da un punto di vista musicale direi che ha influito molto poco e di certo non la definirei una bella esperienza, se non altro è stato bello avere la possibilità di duettare, almeno in sala prove, con splendidi artisti che oltre al talento hanno mostrato eleganza ed umiltà da vendere.
Quanto alla televisione in sé per sé ti insegna tante cose, ma la musica è qualcos’altro. Questo è il mio parere in merito.
Quale consiglio daresti a un giovane musicista che si affaccia ora sul mercato discografico?
Si te stesso, non avere paura di niente, pensa in grande e cerca di realizzare ogni cosa pretendendo il massimo da te stesso. Tieniti stretti gli amici e non accontentarti mai.