Ero pronta a sfidare la notte per vedere Sanremo fino all’ultimo minuto. Avevo preparato tutto: il divano, i popcorn, la coperta e invece, appena finita la tisana digestiva, toh che non era nemmeno l’una, mi annunciano che il sessantaquattresimo festival della canzone italiana è stato vinto da Arisa. Dalla Pippa.
Arisa che la prima sera si è presentata con un outfit paiettato per mettere meglio in evidenza la pancia, sempre lei che l’ultima sera davanti alla pancia ci ha messo due tasche, così da poter dire che non era la pancia, ma il fazzoletto a fare volume. Arisa che tutti la vorremmo di nuovo con gli occhialoni da nerd e l’aria stralunata, in grado, quando canta, di tirare fuori un’intensità che, se la senti parlare, ti convinci che, al massimo, potrebbe fare una cover de “Nella vecchia fattoria” con tutti gli IA IA OH compresi. Arisa che è stata premiata quest’anno per la canzone presentata l’altra volta.
Tutti l’abbiamo pensato ascoltando “Controvento”. Tutti, almeno una volta, ci siamo detti, magari nella mente, “però LA NOTTE era più bella”. Ma “La notte” è arrivata al secondo posto nel 2012, mentre “Controvento” ha vinto. Il funzionamento del televoto del festival fa parte dei grandi misteri della Repubblica Italiana, probabilmente tutelato dal segreto di stato tanto quanto le grandi stragi, tipo i segreti custoditi dai Templari di cui si parla nei romanzi di Dan Brown.
50% televoto… ovvero quel misterioso personaggio che, in tempo di crisi e di Whatsapp down (già, la finale del festival di Sanremo è stata caratterizzata dall’app di messaggistica istantanea più famoso al mondo totalmente fuori uso tanto che gli utenti non sapevano più che hastag usare, #Sanremo2014 o #WhatsAppDown. Dramma collettivo.), investe 1,02€ (sì sì, era 1€, ma hanno aumentato l’IVA al 22%, così il messaggino, da 1€ è diventato 1€ e 2 centesimi) per votare la sua canzone preferita… o il cantante più figo, dipente dalla fase ormonale.
50% giuria di qualità… ovvero oscuri personaggi della TV che, fino a ieri, neanche sapevi fossero dei guru della musica, pensavi facessero gli attori o i giornalisti generalisti e, visto che li hanno fatti sedere in prima fila, proprio davanti agli abbonati RAI (“l’abbonato Rai ha sempre un posto in prima fila”, ma questa volta era in terza), con un tablet ben ancorato alla poltrona perché non si sa mai che la giuria di qualità pensi di portarselo a casa come riconoscimento per il lavoro svolto.
Sta di fatto che, indipendentemente dal metodo di votazione usato, vince sempre quello che non ti aspetti che non è mai quello che vende di più.
Perché in questo Sanremo dei denti gialli e storti, il web si è rivoltato perché avrebbe voluto vedere di nuovo il sorriso di Francesco Renga e non il profilo greco di Arisa!
E ora che il Festival è finito, possiamo tornare a preoccuparci delle solite cose.