Ogni anno, in questo periodo, mi torna in mente il Festivalbar come fosse un tormentone estivo.
E ogni anno spunta un festival che cerca di rievocarne i fasti dell’epoca di Vittorio Salvetti, patron di quell’evento itinerante che ci accompagnava con la sua musica e le sue piazze gremite per tutta la bella stagione.
Questa volta ci si è messo pure il Festival Show che del Festivalbar si è preso l’itinerante, aspetto che il Summer Festival ha escluso a priori presumibilmente per i costi da sostenere per far muovere una carovana fatta di persone, strumenti e chissà quali altre diavolerie.
Ma il Festilval Show è una nuova occasione persa e, se avete visto almeno un pezzettino di una puntata, sapete già il perché. La risposta è dentro di voi: vi è piaciuto?
Con tutte le scusanti di budget ed inesperienza del caso (Real Time, il canale che si è preso l’onere della messa in onda, non ha certo un background musicale, ma piuttosto fatto di malattie strane, gente che non si lava o, per le produzioni italiane, si parla di gente che si veste di m***a e poco più), il risultato è decisamente mediocre. Montaggi fatti a casaccio, presentatore che sembra introdurre la recita di Natale della scuola elementare, un’alternanza di personaggi su diversi palchi (ricordo che ogni puntata raccoglie almeno un paio di serate registrate nelle piazze italiane) che appaiono all’improvviso e scompaiono dalla TV come rapiti dagli alieni. Il risultato è caotico e noioso, tanto quanto una partita amichevole di calcio che finisce zero a zero dopo i tempi supplementari.
Che il Festival Show voglia rievocare il Festivalbar è evidente già dall’onda del logo, ma mi dispiace Festival Show, ci hai provato, ma non sarai mai il Festivalbar.
Ritenta.
Sarai più fortunato.
Vostra malinconica
Mosca Tze Tze