Prima erano i repackaging, ora sono le gold, platinium e chi più ne ha più ne metta edition. Cambia il nome, un po’ come l’IMU che fu ISI (imposta straordinaria sugli immobili) ed ora è TARI o TASI che non c’è verso che mi ricordi quale delle due (Matteo, la prossima volta che cambiate il nome ad una tassa, mi fai il piacere di essere creativo? Non dico che non la voglio pagare, voglio solo ricordarmi qual è una e quale l’altra, queste si chiamano uguale!).
Sto già divagando… stavo dicendo: quest’anno più che mai gli scaffali dei digital store si stanno riempiendo di edizioni speciali degli album usciti negli scorsi mesi, con un fiocchetto scintillante e un po’ dorato in perfetto stile natalizio. Che io capisco tutto, ma chiamiamola col suo nome: è la solita minestra riscaldata!!!!
I best of:
Gianna Nannini HitStory
Cristina D’Avena Cristina D’Avena Vinile collection
Franco Battiato Anthology – Le nostre anime
Orietta Berti – Dietro un grande amore (50 anni di musica)
Tullio De Piscopo – 50. Musica senza padrone – 1965/2015
Special Edition:
Mario Biondi – Beyond Special Edition
Briga – Never Again Platinvm Edition
Il Volo – L’Amore si muove Platinum Edition
Vasco Rossi – Sono innocente Deluxe edition
Tiziano Ferro – TZN Lo Stadio Tour 2015 Edition
Guè Pequeno – Vero – Royal Edition
J-Ax – Il Bello D’Esser Brutti Multiplatinum Edition-Deluxe
Sicuramente ce ne sono altri, ma questi sono quelli che ho scovato io facendo una rapida ricerca sul web.
Vorrei chiedere a questi cantanti (ma ancora di più ai loro manager e ai loro discografici): voi li comprereste questi album? Io ho sempre odiato i repack, perché mi sono sempre sembrati una fregatura per tutti quelli che hanno dato fiducia all’artista fin dall’inizio, ma ora la situazione è stata esasperata con queste edizioni speciali impacchettate e infiocchettate giusto giusto qualche settimana prima di Natale. Ma dentro ci mettete pure Santa Claus in carne e ossa?
Il mercato discografico è in crisi, è vero, ma vi siete mai domandati se una parte di questo fallimento non sia anche colpa di queste policy che, a lungo andare, hanno fatto affezionare più agli eredi di Napster (nda uno dei primi servizi peer to peer) che alla musica originale? Cioè, io questa primavera ho comprato Il bello d’esser brutti, perché ora dovrei comprare la Multiplatinum Edition? Per avere la maglietta di J-Ax da mettere per fare le pulizie a casa? Per avere La Tangenziale feat. Elio? Perché dovrei spendere 27 degli euro della mia tredicesima per la deluxe edition? Qual è il suo valore aggiunto per chi, come me, ha già comprato la first edition? Io non so darmi una risposta, così come non me la sapevo dare ai tempi dei repackaging post sanremesi.
Il mercato è in crisi, non solo quello discografico, ma se ho bisogno della doccia nuova, il mio idraulico non mi monta quella che avevo già prima aggiungendoci un fiocchetto glitterato e mettendola a lucido. Il mio idraulico, anche se ora lavora meno di 10 anni prima, la doccia me la mette nuova. Stessa cosa il panettiere: non mi vende il pane raffermo per pane di giornata. Anche se c’è la crisi!
Voi, cari cantanti, la crisi ce l’avete dentro, perché oggi, per campare, dovete sgobbare come sgobbiamo tutti noi. Non potete più grattarvela e aspettare il bonifico come si faceva fino agli anni ’90, ora siete anche voi delle pedine che vengono fatte saltellare dallo studio di registrazione al palco di un live, passando per i firmacopie e le marchette televisive. Oggi sono pochi quelli che si possono permettere di fare i cantanti come si faceva il cantante quando c’era il cash. Ora che il cash non c’è più, noi sfigati impiegati facciamo gli straordinari e non ce li pagano e voi… a voi vi tocca cantare cantare cantare sempre, vi tocca sorridere davanti ad un selfie che il vostro social manager pubblicherà ogni mattina per dare il buongiorno ai vostri follower che stanno già prendendo l’autobus per andare a lavoro.
E così, mentre siete presi a sfornare il nuovo album, tra un concerto e l’altro, tra un’ospitata e un firmacopie, visto che ci siete, nel frattempo sfornate una special edition così che noi, che tanto la musica non la compriamo già più, non si sa mai che ci salti fuori un regalo inaspettato e ci venga in mente di regalare musica e, con poca fatica (un paio di inediti se va tutto bene, altrimenti qualche new version, in pratica la solita minestra riscaldata velocemente nel microonde), a costo quasi zero, sfornate un nuovo album le cui vendite vanno a sommarsi a quelle della first edition in modo che pure nelle classifiche di vendita non si capisca più niente e voi accumulate dischi d’oro e di platino e potete farvi il nuovo selfie da postare su Instagram con la nuova conquista.
Ecco cari cantanti, questa ve la dovevo proprio dire… e ora vi lancio una provocazione: perché non vi fate un selfie con la special edition (o il best of che ormai vengono sfornati ad anni alterni che tra uno e l’altro c’è giusto la suoneria del cellulare di differenza) di un vostro collega per dimostrami che voi questi album ve li comprate? Però voglio vedere lo scontrino o la fattura, perché se ve li hanno regalati non conta!
Io non ne compro neanche uno… a parte il best di Battiato che ho regalato a mio papà.
Mosca Tze Tze