L’erba voglio non cresce neanche nel giardino del re.
Me lo ripeteva sempre mia mamma quando ero piccola e facevo i capricci perché avrei voluto l’ennesimo giocattolo nuovo che sarebbe finito inesorabilmente nella catasta delle cose inutilizzate.
Ma questa volta è diverso: io voglio essere una Pausini. Già vorrei essere proprio come lei, Laura Pausini.
No no no, non avete capito bene, non sono come Cristicchi che voleva cantare come Biagio Antonacci, io non voglio cantare, nonostante abbia chiesto allo scibile di artisti italiani un duetto con loro (e avendo ricevuto, sempre, picche come risposta). Io non voglio cantare come Laura Pausini, io voglio essere come lei al di là delle nostre differenti professioni.
Siamo entrambe figlie degli anni ’70, ma, nonostante io sia nata 594 giorni dopo di lei, cavoletti lessi, ho l’energia di un bradipo in pensione, mentre la Laura (a Milano, lo sapete, davanti ai nomi propri mettiamo l’articolo) zompetta in giro per il mondo come una ragazzina e in più ha pure la Paola a cui stare appresso. Io ho malapena una casa da rassettare e sto pensando di prendermi la colf.
Questa donna, 40 anni compiuti, ha programmato un tour in Italia e una ventina di concerti in Sud America (leggi qui) che a me prenderebbe male solo l’idea di dover stare fuori casa un mese, lontano dal mio letto, le mie cose, le mie (poco) sane abitudini, la mia tisana al finocchio della sera che sennò mi si gonfia la pancia ed il cambio d’aria che mi provoca stitichezza che poi, se non vado di corpo (quanto mi piace ‘sto modo di dire), divento nervosa. Lontana dalla palestra, la mia TV, il mio Wi-Fi e la rete 4G del mio operatore di telefonia mobile. All’estero sembro un folletto impazzito.
Laura, fammi un favore perché ne ho bisogno davvero: qual è il tuo segreto?
Come fai, a 594 giorni più di me, ad avere tutte queste energie che io non avevo neanche 594 giorni fa?
Ora vado a fare una pennica, spero di trovare la tua risposta quando mi sveglio… e dopo il caffè.
Mosca Tze Tze