I Paesi Bassi hanno vinto l’ Eurovision 2019 ed il nostro Mahmood ha portato a casa un secondo posto che l’Italia non vedeva dal 2011. Ora l’attenzione sulle canzoni che hanno animato la 64° edizione del concorso musicale più seguito al mondo non si ferma.
Come ogni anno, la gara “non ufficiale” si sposta nelle classifiche di vendita, streaming e visualizzazioni ed è sempre interessante confrontare i risultati maturati al termine della serata finale con quelli certificati dal mercato musicale di tutto il continente.
Anche quest’anno analizziamo tramite il sito web EscTracker l’andamento dei brani in concorso su varie piattaforme (iTunes, Spotify, Apple Music, YouTube), cercando di capire se fare bene all’Eurovision si traduca automaticamente in grandi risultati a livello di vendite e popolarità anche al di fuori della proverbiale “bolla” eurovisiva.
LE CLASSIFICHE EUROPEE
Ben 33 canzoni delle 41 che han preso parte alla rassegna europea figurano nella top200 di iTunes in uno o più dei paesi che hanno preso parte all’Eurovision di Tel Aviv (con un incremento rispetto allo scorso anno, dove questa sorte era capitata a sole 27 nazioni).
A dominare questa lista è ovviamente Arcade di Duncan Laurence, la canzone vincitrice della manifestazione, che riesce a conquistare le classifiche di ben 32 paesi e sale addirittura alla #1 in 7 di questi (i suoi Paesi Bassi, ma anche Svezia, Bielorussia, Francia, Germania, Belgio e Spagna).
Il nostro Mahmood, secondo classificato con Soldi, conquista la piazza d’onore anche in questa classifica: 26 nazioni “conquistate” e due primi posti assoluti (Israele e Cipro), ma anche tanti piazzamenti di tutto rispetto in nazioni non esattamente parte dell’area “mediterranea” (2° in Austria, 4° in Norvegia ed Estonia, 5° in Bielorussia e Svezia).
Molto bene anche i norvegesi KEiiNO, vincitori del televoto e quinti classificati assoluti con Spirit In The Sky, che piantano la loro bandiera in 22 nazioni e conquistano assieme ai Paesi Bassi un po’ tutta la Scandinavia ed il Nord Europa.
Subito fuori dal podio troviamo altre due rivelazioni della rassegna: la Svizzera di Luca Hänni, quarta classificata a Tel Aviv e premiata da 23 nazioni come l’azero Chingiz con Truth – unico rappresentante dell’Europa dell’Est a sfondare metaforicamente la cortina di ferro ed entrare con prepotenza nelle classifiche dei paesi occidentali.
Ottiene una parziale consolazione dal deludente nono posto al televoto lo svedese John Lundvik, che entra in classifica in ben 20 nazioni pur dovendosi piegare anche in patria allo strapotere della vincitrice Arcade.
Il resto della classifica riflette abbastanza bene i risultati eurovisivi: venti paesi toccati dalla Repubblica Ceca, diciotto dalla cipriota Tamta, sedici dai fidanzati della Slovenia, quindici dal metal islandese e dall’opera pop australiano.
Unica eccezione alla regola il russo Sergey Lazarev, terzo nei risultati finali, che entra in classifica in “soli” diciassette paesi. Sicuramente una grossa differenza la fa il centrare o meno la finalissima: il primo paese che incontriamo fra gli esclusi è la Finlandia (peraltro ultima nella prima semifinale) che entra nelle parti basse della classifica di Svezia, Paesi Bassi e Danimarca.
LE CLASSIFICHE ITALIANE
Per la prima volta anche le classifiche italiane risentono dell’onda eurovisiva: oltre a Soldi, che approfitta del traino eurovisivo per salire in 5° posizione, compaiono alla #25 i Paesi Bassi vincitori poi seguiti dalla Norvegia alla #37, dalla Svizzera alla #70 e dall’Azerbaijan alla #85.
Pur rimanendo fuori dalla top100, sventolano metaforicamente il tricolore anche Svezia (#134), Cipro (#148), Russia (#149) e la Danimarca, prima classificata nella votazione dei nostri giurati (#161).
Come ogni anno, infine, ritroviamo in classifica alcune hits memorabili delle ultime edizioni: alle immarcescibili Euphoria di Loreen (vincitrice nel 2012 per la Svezia) e Heroes di Måns Zelmerlöw (idem tre anni dopo), sostenute rispettivamente da dodici e otto nazioni, si aggiungono le prime due classificate del 2018 – Toy di Netta Barzilai e Fuego di Eleni Foureira – più If I Were Sorry di Frans, rappresentante svedese del 2016, che come l’anno scorso riesce a rientrare in classifica nei paesi dell’area baltica (Estonia, Lettonia, Lituania).
LE CLASSIFICHE STREAMING
Non cambia la musica (è il caso di dirlo) sulla piattaforma di vendita di Apple, con Duncan Laurence che conquista cinque primi posti e 33 paesi mentre Mahmood si ferma a quattro #1 (Malta, Israele, Slovenia, Lituania) ma pareggia il numero di nazioni conquistate dal rivale olandese.
Molto bene la Svizzera, con Luca Hänni che dà serio filo da torcere ai due dominatori di Tel Aviv guadagnando la classifica in 28 nazioni; chiudono la top5 Norvegia e Svezia, sostenute rispettivamente da 23 e 21 nazioni.
I maggiori guadagni rispetto alla classifica di iTunes li hanno Malta, Australia, Francia e Bielorussia, mentre è da sottolineare l’ottimo sesto posto della Repubblica Ceca e dei Lake Malawi (sostenuti più dalle giurie che dal televoto durante la serata decisiva, malgrado l’ottimo 11° posto finale).
Ad entrare in classifica in almeno una nazione sono ben 39 dei 41 brani in concorso, quasi tutti presenti nella chart di Apple Music in Svezia – nazione che, come ben sappiamo, vanta un seguito dell’Eurovision decisamente superiore a quello di tutti gli altri paesi europei.
Ottima la performance di Serhat, il cantante turco che ha portato San Marino al suo miglior risultato di sempre, qui nobilitato dalla presenza in classifica in ben nove paesi contro i quattro che lo avevano premiato su iTunes.
Anche gli streaming gratuiti di Spotify forniscono il pretesto per un nuovo capitolo della lotta fra Duncan Laurence e Mahmood: cinque primi posti (Paesi Bassi, Belgio, Islanda, Estonia, Svezia) e 24 nazioni toccate + la #14 nella classifica globale per l’olandese, mentre il vincitore di Sanremo risponde con tre “numero uno” (ancora Israele e Lituania ed in più la Grecia), altrettante nazioni rappresentate e un’ottima 34° posizione nella Global.
Compaiono nelle prime 200 della classifica mondiale anche Svizzera (presente nelle charts di 22 nazioni), Norvegia e Svezia (18 nazioni ciascuna).
Tolte le prime cinque, più o meno le stesse in ogni classifica analizzata, sorprende ancora l’ottimo risultato dei cechi, della maltese Michela e della cipriota Tamta. Il volume, pur su una piattaforma in forte crescita come Spotify, è importante per tutti i brani presi in considerazione: se l’anno scorso la vincitrice Netta si fermava a meno di 700 000 ascolti giornalieri, Duncan ne totalizza 2,3 milioni a giornata (di cui oltre uno nei soli Paesi Bassi) mentre Mahmood supera il milione e mezzo.
In totale i brani rappresentati in questa classifica sono 33, anche se molti centrano l’obiettivo soltanto in paesi piccoli o fortemente “eurovisionizzati” come l’onnipresente Svezia, l’Islanda e la Lituania.
CLASSIFICHE YOUTUBE
Situazione un po’ diversa per quanto riguarda YouTube, le cui visualizzazioni sono ovviamente influenzate dalla popolarità in patria degli artisti e dei brani in questione. Non è difficile immaginare come Mahmood, trainato da una discussa vittoria al Festival di Sanremo lo scorso febbraio, sia primo per distacco in questa classifica – con oltre 84 milioni di visualizzazioni per il video di Soldi contro le circa 13 della vincitrice Arcade.
Si ferma a 13,8 il francese Bilal Hassani con Roi, molto popolare in Francia grazie a una fanbase estremamente agguerrita e alla vittoria schiacciante conseguita alla selezione nazionale ancora nello scorso gennaio – mentre una propaganda molto aggressiva sfruttando gli algoritmi di YouTube spinge la maltese Michela in quarta posizione con 11,1 milioni di views.
Bene ovviamente altri artisti molto popolari nelle rispettive nazioni d’origine: quinto il russo Sergey Lazarev (6,3 M), sesto lo spagnolo Miki reduce dalla partecipazione ad Operación Triunfo (5,7 M), mentre completano la top10 Armenia, Svizzera, Ungheria e Svezia.
Andando invece a guardare le visualizzazioni delle performance della serata finale, ovviamente è il vincitore Duncan Laurence a guidare la classifica (oltre 6,1 milioni di visualizzazioni per la winning performance di Arcade) ma il nostro Mahmood lo tallona da molto più vicino di quanto potremmo pensare, con ben 5,2 milioni di views ottenute fra sabato sera e martedì.
Si difendono molto bene la Russia terza classificata (3,3 M per Sergey), lo spagnolo Miki (2,1 M) e il francese Bilal Hassani (1,4 M), mentre superano a stento il milione Australia, Macedonia del Nord, Islanda e addirittura l’ultima classificata Germania.
(Foto: Andres Putting, Thomas Hanses / EBU)