Alle ore 13 del terzo giorno di Festival di Sanremo è arrivata la “sentenza” definitiva: il brano Non mi avete fatto niente, interpretato da Ermal Meta e Fabrizio Moro, non viene escluso dalla gara in quanto conforme al requisito di novità presente nel regolamento della kermesse canora.
Per quanto se ne sia parlato veramente dovunque nell’arco delle ultime ore, vale la pena ripercorrere brevemente la vicenda che ha portato a un impasse durato quasi due giorni: Meta e Moro si presentano in gara con un brano scritto a sei mani assieme ad Andrea Febo, già finalista a Sanremo 2002 nella categoria Nuove Proposte, da diversi anni stretto collaboratore del cantautore romano. Poche ore dopo la loro prima esibizione martedì sera, comincia a girare su Internet una notizia che vorrebbe il brano non completamente inedito ma ricalcante il ritornello di un brano precedente di Febo – già presentato a Sanremo Giovani 2016 con le voci di Ambra Calvani e Roberto De Pascali sotto il titolo di Silenzio.
Inizialmente l’organizzazione abbozza dicendo di essere in piena conoscenza dell’accaduto e di avere esercitato, dietro richiesta dell’autore stesso, il diritto all’oblio sul brano Silenzio (che però martedì sera era ancora presente sul sito RAI). Successivamente si scopre che Ambra Calvani, oltre ad aver ottenuto profitto dal brano originale dopo averlo regolarmente depositato alla SIAE, ha eseguito Silenzio pubblicamente in diverse occasioni fra cui alle audizioni dell’edizione 2017 di Musicultura – circostanza vietata dal regolamento e di cui nè Claudio Baglioni nè la commissione selezionatrice dichiarano di essere a conoscenza.
Le proteste di parte della sala stampa non si placano, dunque l’organizzazione decide di prendere tempo e spostare la seconda esibizione di Meta e Moro dalla serata di mercoledì a quella di giovedì, in attesa di un’ulteriore verifica. L’analisi tecnica a cui la RAI si appella durante il verdetto finale evidenzia come (alla luce di quanto prevede il regolamento) la somma degli stralci di Silenzio utilizzati in Non mi avete fatto niente non superi il 30% del brano, consentendo ai due artisti di proseguire regolarmente nella competizione.
Ma quante volte nella storia recente del Festival l’organizzazione si è trovata a dover dirimere situazioni analoghe? Più di quante potreste immaginare, come vedremo fra breve.
2006 – SIMONE CRISTICCHI, Che bella gente
A metà del Sanremo condotto da Giorgio Panariello scoppia il caso “Big Onion” ovvero Simona Cipollone, in arte Momo, co-autrice della canzone portata in gara nella sezione Giovani da Simone Cristicchi.
Si scopre che il brano Che bella gente, eseguito dal cantautore romano nella seconda serata del Festival, è molto simile al brano Embè pubblicato da Momo dieci anni prima tramite una piccola etichetta di Pescara: insieme l’hanno riarrangiata, accelerata e aggiunto la strofa finale, ma la struttura della canzone è assolutamente identica all’originale. Il direttore artistico Gianmarco Mazzi, appellandosi al regolamento, mantiene in gara Cristicchi in quanto la non originalità del brano è stata eccepita oltre il limite massimo di cinque ore dalla prima esecuzione in prova. Che bella gente pagherà lo “scandalo” fermandosi all’ultimo step della competizione nella categoria Giovani, battuta all’ultimo da Riccardo Maffoni con Sole negli occhi.
2008 – LOREDANA BERTÉ, Musica e parole
Nel 2008, a sei anni dall’ultima partecipazione, si presenta in gara Loredana Bertè con il brano Musica e parole accreditato a lei stessa, Oscar Avogadro ed Alberto Radius (storica voce dei Formula 3).
Dopo l’esibizione in prima serata emerge che il brano non è completamente inedito: si tratta di una riedizione di L’ultimo segreto, brano inciso da Ornella Ventura nel 1988 e registrato negli archivi SIAE con Radius ed Avogadro come compositori rispettivamente di musica e testo: la melodia è identica così come il ritornello, differenziandosi dal brano della Berté soltanto per parte delle strofe. Non basta l’ammissione di colpa da parte degli autori: Loredana viene squalificata dalla competizione ma ottiene il diritto di esibirsi fuori gara nella serata dei duetti assieme ad Ivana Spagna.
2012 – CHIARA CIVELLO, Al posto del mondo
Quattro anni dopo l’esclusione della Bertè tocca a Chiara Civello, per la prima volta in gara fra i Big, con un caso paradossalmente molto simile a quello di Meta e Moro.
Il brano Al posto del mondo era stato presentato nella stessa forma due anni prima da Daniele Magro, quarto classificato nella seconda edizione italiana di X Factor, e scartato dalla commissione selezionatrice di Sanremo Giovani per poi sopravvivere soltanto su YouTube e sul sito RAI dove erano state caricate tutte le proposte. Nel 2012 le autrici (la Civello stessa e Diana Tejera, ex frontwoman dei Plastico) chiedono a Magro la liberatoria per utilizzare liberamente il brano, che da due anni quest’ultimo eseguiva in pubblico ed era registrato in SIAE sotto il suo nome. Ad insaputa dell’artista Al posto nel mondo viene selezionata da Mazzi per prendere parte al Festival e la versione originale sparisce da Internet: una volta scoppiato il caso, la polemica rientra rapidamente appena la RAI dichiara l’assenza degli estremi per squalificare il brano dalla competizione.
2014 – RICCARDO SINIGALLIA, Prima di andare via
Nel secondo Festival del biennio condotto da Fabio Fazio è in gara Riccardo Sinigallia, già presente nel 2000 come campionatore del brano Strade che portò alla ribalta il gruppo dei Tiromancino. Delle due canzoni presentate (come prevede la formula di quell’edizione) passa il turno Prima di andare via, scritta da Sinigallia stesso assieme a Filippo Gatti.
Prima della terza serata si scopre che il brano era già stato precedentemente eseguito in pubblico dall’artista, durante una manifestazione di beneficenza a Cremona davanti a circa 300 persone: a norma di regolamento la RAI decide quindi di escludere l’artista dalla competizione, lasciando esibire Sinigallia fuori gara durante la serata finale.