Era il 29 ottobre del 2014, più di un anno fa quando decisi di mettermi alla ricerca di Gerardina Trovato.
I motivi principalmente erano due… innanzitutto la sua musica aveva accompagnato la mia adolescenza. I suoi testi crudi, a volte spietati ma dannatamente realistici, liriche in cui la speranza c’era sempre ma era nascosta sotto strati di verità… quella musica mi aveva emozionato ed oggi mi mancava.
Il secondo motivo era meno personale. Dopo un rapido giro su Facebook avevo letto dello sconforto di uno zoccolo duro di fan della Trovato che lamentavano la sua totale assenza; nessuna notizia, ogni tanto sembrava arrivare qualche news che sistematicamente scompariva nel nulla e, soprattutto, nessuna forma di comunicazione con i propri fan.
Fu per questa che scrissi una lettera aperta alla cantante intitolata “Gerardina dove sei?”
Il mio era un appello (che potete leggere qui) alla cantante perché si mettesse in contatto con me e, se ne avesse avuto voglia, tramite un’intervista provare a ripercorrere insieme la sua carriera con un’intervista che portasse fino ai giorni nostri, a questi momenti in cui la sua assenza pesava.
Nell’articolo ho parlato della sua carriera e della sua musica per invogliare chi, magari per ragioni anagrafiche, non aveva avuto modo di conoscerla e magari avrebbe potuto riscoprire questo meraviglioso talento italiano.
Oltre due mesi dopo Gerardina rispose alla mia mail…
“Caro direttore, un amico mi ha inoltrato via mail il link dove ho potuto leggere la lettera aperta a me indirizzata…”.
Nella lunga mail Gerardina mi ringraziò per averla ricordata con tanto affetto e mi parlava del suo rammarico per incontri e scelte sbagliate, dell’irriconoscenza di alcune persone e dell’indifferenza di altre. Mi scrisse in modo spontaneo e diretto di aver sofferto molto, troppo forse, ma di sentire forte la voglia di tornare alla luce con la sua musica… aveva riarrangiato i suoi vecchi successi e mi mandò in allegato una bellissima versione, totalmente risuonata con nuove atmosfere, della sua Voglio di più.
Gerardina si era aperta molto con me in quella mail, mi aveva spiazzato e per questo io ho voluto fare lo stesso con lei raccontandole il mio percorso, spesso difficile, spesso pieno di sconforto e di irriconescenza nel mondo della musica, ho sentito di volerlo fare per ricambiare con altrettanta sincerità la sua sincerità. Alla fine della mia mail le chiesi se volesse iniziare un’intervista via mail per ripercorrere la sua storia musicale, tra successi e cadute, dagli inizi fino ad oggi per poi arrivare a parlare del futuro e di quello che stava accadendo ora… perché credo che i fan, chi ti sostiene e ti ha sostenuto, meriti sempre delle risposte e mai il totale silenzio.
Gerardina accetto… “Mi fa piacere rispondere alle tue domande, vista l’esperienza di vita e lavorativa che hai fatto sono sicura che non saranno assolutamente scontate e verrà una bella intervista…” . Qualche giorno dopo le mandai le prime otto domande che riguardavano la sua carriera dagli esordi nel 1993 fino al 1998, anno di pubblicazione del suo primo Best of, Il Sole dentro.
Lei mi rispose in due diverse mail alle prime domande raccontandomi gli inizi della sua storia musicale e degli aneddoti, uno in particolare sul brano Non è un film, bellissimo. Contemporaneamente mi mandò da ascoltare diverse nuove versioni di brani come I Sogni, A meno che io non sia l’unica, Insieme senza parole e Ma non ho più la mia città… c’erano dei piccoli gioiellini tra loro.
Dopo quella mail ne seguì una del 20 febbraio 2015 in cui si scusò per l’assenza essendo stata impegnata fuori Italia e mi disse che avrebbe presto risposto alle altre domande. Da allora non ebbi più sue notizie… le scrissi a marzo, quindi ancora a giugno e infine ad agosto, ma non ricevetti più risposte e così decisi che non era corretto continuare ad insistere. Le persone devono voler essere trovate… se questo non avviene non ha senso continuare a cercarle, anzi può diventare invadenza… non possiamo mai sapere cosa succede nella vite altrui.
Voler scrivere questo editoriale non è assolutamente un rimprovero verso Gerardina, che anzi ringrazio per aver condiviso con me alcune riflessioni importanti rispondendo a quelle due domande… risposte che non pubblicherò a meno che non sia lei a volerlo…
Scrivere questo editoriale è semplicemente un gesto di rispetto per tutti i fan di Gerardina che, dopo aver saputo che eravamo entrati in contatto e che aveva risposto al mio appello, mi hanno scritto chiedendomi novità a cui non ho potuto dare risposte così che, col passare dei mesi, hanno finito per sentirsi presi in giro da me, da lei e, forse, un’altra volta “abbandonati”.
Io non cercherò più Gerardina, ma voglio che lei semmai leggerà sappia che in qualsiasi momento volesse riaprire quel dialogo interrotto io sarò a sua disposizione…
Io sono un fottuto sognatore, l’ultimo dei romantici dice una mia cara amica cantautrice… ma voglio continuare a credere che, anche se il mondo della musica spesso può essere davvero crudele, se provi ad ignorarlo quel poco che basta cancellando almeno in parte le delusioni del passato, se provi a pensare solo alla musica senza il suo contorno, allora puoi farcela, prima o poi la voglia di tornare sarà più forte di tutto il resto… perché la musica è così… e di mani qui tese per te Gerardina ce ne sono molte. Ti abbraccio
“Hai mai provato a chiuderti dentro una scatola
fare dei buchi per l’aria solo per respirare…dimmi se ti è successo mai…
di camminare sopra un muro ad occhi chiusi
fare finta e scivolare, restare appeso a un filo
e dondolare sopra un ponte a mille metri
senza rete per sapere che cosa si prova se si ferma il cuore
siamo angeli a metà…
dormiamo sulle stelle con gli occhi fatti a pezzi per un no…”
(Angeli a Metà – Gerardina Trovato )