Proprio ieri Alessandro Massara, presidente della Universal Music Italia ha rilasciato delle dichiarazioni ad Adnkronos sulla musica e le radio in Italia:
“L’Italia è sempre più un paese per vecchi. Le radio e i giornali non ne vogliono sapere degli artisti giovani, per le nuove leve troviamo solo porte chiuse. Questo è molto grave…”
Stanotte mi sono ritrovato a leggere queste parole decisamente forti, visto che arrivano dal presidente di una delle major musicali più potenti in Italia e, dopo aver riflettuto, ho sentito l’esigenza di scrivere pubblicamente una lettera al presidente…
Ma prima di venire alla “lettera”, ecco l’intera precisa dichiarazione di Massara:
“L’Italia è sempre più un paese per vecchi. Le radio e i giornali non ne vogliono sapere degli artisti giovani, per le nuove leve troviamo solo porte chiuse. Questo è molto grave. Le classifiche degli altri paesi sono piene di popstar giovani. Faccio un esempio con un’artista che mette d’accordo tutti: Adele ha meno di 30 anni ed è al suo terzo album di successo, mentre tra le Nuove Proposte di Sanremo 2016 diverse sono ultratrentenni“…
Caro Alessandro,
premetto che ti darò del tu e che quello che leggerai qui di seguito, se ne avrai voglia (ed ovviamente io spero di sì), saranno le mie considerazioni esposte proprio come le penso, nessun filtro, nessuna riverenza, nessun tono accusatorio.
Sono esattamente le cose che ti direi se ci trovassimo a tavola insieme per parlare di musica. Il mio approccio sarà quello “da bar”, non da addetto ai lavori.
Innanzitutto mi sembra dovuto presentarmi in poche righe perché giustamente è probabile che tu non abbia mai sentito il mio nome.
Mettiamola così, sono semplicemente un ragazzo che ama la musica e che da anni fa nel suo piccolo quel che può per lavorare con quella che è la sua passione.
Non sono un musicista, non sono un aspirante artista frustrato, sono principalmente un “semplice ascoltatore” e tale voglio continuare a rimanere nell’approccio pur lavorando ormai da anni nella musica. Ho sempre preservato questa mia caratteristica perché io voglio ascoltare i dischi così come li ascolta chi li va a comprare, e tra quelle persone ci sono anch’io. Si, perché nonostante io diriga All Music Italia, che è un sito che non ha ancora due anni di vita, ma che fortunatamente si è già distinto nel panorama musicale italiano per il seguito che ha, io i dischi li compro ancora… soprattutto quelli italiani e le fatture nel mio cassetto sono lì a dimostrarlo in caso ti possa sorgere un lecito dubbio che io lo stia scrivendo perché “fa figo”.
Sono ormai 15 anni che faccio questo lavoro… e questo “mondo” l’ho attraversato in diversi modi… ho iniziato da ragazzino con la gestione dei fan club ufficiali di alcuni artisti, quindi sono stato per sette anni Personal assistant di Gianluca Grignani, poi per la cantautrice Marian Trapassi (con un disco distribuito proprio da voi) e infine per Niccolò Agliardi e Syria.
Ho voluto sperimentare questo mestiere in tutti i modi possibili, per poco tempo anche come tour manager con Barley’s Arts per vivere la musica sul campo… ho anche prodotto una mia artista per qualche anno, Eleonora Crupi, e senza santi in paradiso diciamo che le sue 100.000 visualizzazioni a video sul web le ha portate a casa, ha vinto Area Sanremo e fatto un duetto in concerto con Laura Pausini… per non sapere leggere né scrivere qualche piccola soddisfazione ce la siamo tolta.
Poi ho staccato da tutto per un po’ ed ho deciso di iniziare quest’avventura nel web dando vita all’unico sito che tratta di sola musica italiana del nostro Paese… nessuna distinzione, dai talent ai big passando per gli emergenti e anche quelli completamente sconosciuti.
Anche in questo caso posso dire che ci stiamo togliendo le nostre piccole soddisfazioni nonostante non ti debba spiegare io quanto sia difficile tenere in vita oggi un sito di musica… solo italiana poi, non ne parliamo.
Ah, per concludere questa presentazione, sono anche orgoglioso di essere stato un ragazzino che chi lavora nella tua discografica (ma non solo) da almeno dieci anni conosce… spesso venivo invitato nei vostri uffici per sentire brani inediti o nuovi singoli e dare una mia onesta opinione.
Questa premessa mi sembrava dovuta per evitare da parte tua un giustissimo “e ora da dove se ne esce questo?“. Ma venendo al dunque…
In rete in queste ore ho letto i pareri più discordanti riguardo alle tue dichiarazioni, la maggior parte erano prevenuti per svariati motivi… perché sei il presidente di una major, perché pubblichi anche dischi di ragazzi usciti dai talent e via dicendo.
Io onestamente non sono prevenuto nei tuoi confronti o in quelli delle case discografiche in generale… siete delle aziende, la musica è il vostro prodotto e ti trovi a far fronte a diversi e angusti compiti come far quadrare il bilancio, fare in modo che non ci siano licenziamenti, sfornare dischi che abbiano un riscontro commerciale e allo stesso tempo avere a che fare con un prodotto, la musica, che viene anche considerato arte (giustamente in molti casi) e che quindi scatena polemiche di ogni genere tra critica e pubblico.
Non sarò certo ipocrita nel dire che non ti invidio, ma non penso nemmeno che il tuo sia un lavoro che si nutre solo di aspetti positivi.
Riguardo a quello che hai dichiarato sicuramente mi trovi d’accordo sul fatto che uno dei più grandi ostacoli per gli artisti emergenti in Italia siano le radio e il loro “fare muro”, soprattutto nel caso dei grandi network che praticamente si rifiutano di passare artisti nuovi e senza notorietà televisiva.
Il nostro sito su questo argomento ha creato anche una petizione sette mesi or sono in cui chiedevamo un’autoregolamentazione ai Network in modo da stabilire una percentuale di musica italiana emergente da mandare in onda come avviene in molti altri paesi europei, come la Francia per esempio.
Per ora risposte zero, però 6.300 persone questa petizione l’hanno firmata (la puoi trovare qui). E 6.300 persone possono sembrare poche forse ma non lo sono, soprattutto considerando che nel nostro Paese la maggior parte delle persone non firma nulla perché convinta che tanto non cambierà nulla in nessun ambito.
6.300 persone sono poco più di un terzo del pubblico che da anni ed anni sostiene per esempio artisti come i vostri Verdena, band che riesce sempre a portare a casa il proprio risultato nonostante in radio non passi e in tv non ci vada. Nel loro caso infatti c’è un lavoro di costruzione di una carriera passo per passo, partendo dal live, che oggi non sempre è così facile da replicare.
Quindi che dirti, hai sicuramente ragione, le radio passano artisti internazionali giovanissimi e magari al loro debutto, ma quelli italiani li snobbano spesso a prescindere. In qualche caso confesso che non mi sento nemmeno di dar loro contro perché in Italia ancora non capisco il perché anche i ventenni cantino canzoni da “vecchi”.
In ogni caso, la nostra petizione l’ha firmata la gente, gli addetti ai lavori, i produttori e tantissimi artisti emergenti… i big han fatto finta di non vederla per paura di una possibile reazione delle radio contro di loro probabilmente, e idem per quanto riguarda le case discografiche. Poco male, le firme continuano ad arrivare…
Per quel che concerne i giornali onestamente mi trovi in disaccordo, credo tu dia loro un “potere d’influenza” eccessivo.
Penso che in questo caso il ragionamento “vecchio” sia il tuo… nulla contro la carta stampata sia chiaro, ma davvero pensiamo che i quotidiani smuovano qualche disco venduto? Io penso che facciano più prestigio… rassegna stampa da mostrare all’artista che così può incorniciare per la mamma il suo bell’articolo alla parete… Tutto qui. I giornali sono tendenzialmente letti in Italia da un pubblico adulto che penso raramente corra a comprare un disco dopo aver letto un articolo.
In questo caso lasciami dire che spesso e volentieri voi discografiche sottovalutate il peso della stampa web e dei siti musicali. Ti assicuro che le persone che vengono a leggere il nostro sito, così come quelle che leggono Rockol o Rockit, lo fanno con l’intento specifico di cercare musica… per scoprire qualcosa di nuovo, a volte sui “soliti artisti”, ma sicuramente anche per cercare di capire meglio un disco, una canzone o un cantante che non conoscono bene… purtroppo nonostante i nostri siti facciano migliaia di visite al giorno le discografiche questo sembrano ancora non averlo capito totalmente e pertanto siamo un po’ considerati fautori di informazione di “serie b” in alcuni casi…
Arriviamo alle vostre conferenze stampa e troviamo le prime file riservate alle solite facce, ascoltiamo quello che dice l’artista e il giorno dopo pubblichiamo tutti le stesse identiche cose perché, a differenza dei quotidiani, a noi raramente vengono rilasciate interviste singole. Il buffet lo mangiamo come tutti però, almeno quello….
Infine per quel che riguarda i talent se ti scappa un bel vaff… a chi vi critica perché producete anche artisti che escono da questi programmi televisivi sappi che io mi unisco a te… francamente la trovo una critica inutile… io non sono assolutamente contro i talent, magari contro il “troppo talent”, o il “talent per tutti”, ma non contro il genere in sé.
Voglio dire, per quale motivo dovresti dire di no, visto che siete anche un’azienda, a dei ragazzi che vengono da 6 mesi di promozione televisiva gratuita ininterrotta… volti e voci che il pubblico più giovane già conosce e ama e che, talvolta, hanno anche talento come nel caso dell’Amoroso, di Emma o i The Kolors…
“No Maria, questo rischia che vende ma noi produciamo solo musica per palati eletti, quindi no grazie, chiudi la busta…” ma per favore dai, sarebbe ridicolo e chi vi critica finge di non rendersene conto. Che poi spesso i giovani (e non) artisti che criticano questi talent sui loro social, qualche anno dopo te li ritrovi nel programma perché in altro modo non sono riusciti ad emergere. Ipocrisia, tutto qui, in Italia ne siamo pieni. Quindi lunga vita al talent se vi permette anche di risparmiare sulla promozione e di investire quei soldi in artisti meno in vista.
Ad un certo punto del tuo discorso ci tieni a specificare il valore aggiunto che voi major date al prodotto di un artista… “le tanto bistrattate case discografiche danno un valore aggiunto: servizi e supporti per la realizzazione dei contenuti e la loro distribuzione che fanno la differenza…”
Per carità tutto vero, ma è anche vero che si è smesso di ascoltare, di cercare il talento… nemmeno se ve lo segnalano a volte ve ne accorgete… esempio lampante, Romina Falconi, artista che tra l’altro nel 2007, poco prima del tuo arrivo in Universal, era nel vostro Roster.
Romina ha fatto oggettivamente un bel disco. Bei testi, canta molto bene canzoni degne nella stesura di Lana Del Rey e soprattutto, canta e scrive canzoni che nessun’altra artista in Italia potrebbe cantare e risultare credibile. Ti pare poco? E voi? La ignorate completamente.
Lei si auto produce il suo disco e lo ristampa a botta di mille copie… certo non compie miracoli per carità, ma fa tutto con molta dignità.
Ecco, lei nello specifico sia io da queste pagine che Michele Monina su Il Fatto quotidiano, ve l’abbiamo segnalata apertamente… abbiamo proprio chiesto a voi capi delle major che senso avesse che un’artista del genere dovesse “arrangiarsi” e non potesse invece essere seguita da voi? Quale era il problema? Il fatto che alle spalle avesse un Sanremo e un edizione d X Factor in cui Morgan voleva renderla “la sposa cadavere” del grandissimo David Bowie? Guarda che queste cose interessano solo a voi. Onestamente al pubblico che Romina abbia fatto Sanremo, X Factor o la sagra della salsiccia importa in realtà ben poco… loro ascoltano le canzoni (se gli viene permesso di farlo ovviamente) e in caso piacciano le acquistano… magari non nell’immediato visto che senza la tv tutto è chiaramente più lento, ma intanto uno ci prova, no?
In ogni caso da nessuno di voi arrivò ai tempi una risposta a me o al Monina sul perché Romina Falconi si “ristampa” i cd da indipendente (che in ogni caso non è una parolaccia).
Tutto questo per dirti che sì, tu hai tante ragioni, ma penso che comunque qualcosa al di là delle radio e dei giornali si possa fare.
Per esempio trovare nuovo modi di promuovere la musica sul web che, sebbene sia un luogo un po’ dispersivo, se ben incanalato può far la differenza (vedi Benji & Fede). E le radio? Le radio prima o poi dovranno cambiare anche loro perché il “collasso” è vicino.
E gli artisti giovani? Ci sono, nascosti qua e là, ma vanno coltivati… Adele non è venuta su in due giorni, c’è voluto del tempo tra il momento della scoperta e l’uscita del primo disco, fino al grande successo del secondo.
Qualche talento giovane là fuori c’è, per esempio ad un concorso mi è capitato di sentirne uno davvero valido… bravo, giovane, fisicamente carino e con un grosso potenziale in divenire e, se fossi una major ci punterei… ma i giovani richiedono impegno, costanza e perseveranza (Tiziano Ferro docet).
Con stima
Massimiliano Longo