Il Codacons, alle soglie dell’inizio del Festival di Sanremo 2023, si fa sentire diffidando la Rai e chiede di rendere pubblici i criteri di selezione della Demoscopica.
La giuria demoscopia, formata da fruitori di musica scelti da società esterne, fu una parte essenziale per tanti anni del Festival di Sanremo, soprattutto quelli guidati da Pippo Baudo, e già negli anni ’90 fece discutere più volte in quanto considerata una sorta di entità misteriosa.
Nel 2013 venne abolita da Fabio Fazio, che decise di sostituirla con una giuria di qualità. Anche questo tipo di scelta ricevette numerose critiche, soprattutto perché il nuovo organo di giuria era spesso formato da personaggi dello spettacolo che poco a che vedere avevano con la musica.
Nel 2022 è stato proprio Amadeus a reintrodurre la Giuria Demoscopica, ribattezzandola Demoscopica 1.000 in quanto formata da mille persone selezionate secondo, questa la dicitura, “equilibrati criteri di età e di provenienza geografica, che voteranno da remoto con una app ad essi dedicata”.
Quest’anno il numero di giurati della Demoscopica scende a 300 persone selezionate da un istituto demoscopico specializzato nel settore dei sondaggi. Esse vengono scelte tra abituali fruitori di musica, che quindi partecipano con frequenza a concerti, eventi musicali e regolarmente acquistano dischi.
In realtà i criteri di scelta (come vengano trovate queste persone e cosa voglia dire fruire di musica, concerti a parte) nell’epoca dello streaming è sempre stato un mistero che la Rai non ha saputo spiegare quando sono state poste delle domande in sala stampa. Quello che è noto è che si sceglie una fetta più varia possibile di persone, con età minima di 16 anni e di sesso, gusti musicali e provenienza geografica diversi.
Ma, come dicevamo in apertura, ora è il Codacons ad avanzare domande.
Sanremo 2023 Le richieste del codacons
Il Codacons ha inviato una diffida alla Rai sollevando dubbi sulla Giuria Demoscopica, ma non solo.
Questo è quanto afferma il Codacons al riguardo:
“Nel Regolamento Sanremo 2023, con riferimento alla giuria Demoscopica, si legge unicamente che ‘La Demoscopica è formata da trecento componenti selezionati che voteranno attraverso un’applicazione ad essi dedicata e realizzata per l’occasione’. Oltre questo il nulla.
Non è dato sapere agli utenti chi siano i 300 membri scelti di tale giuria e, soprattutto, attraverso quali criteri essi siano stati individuati. È mancata dunque la predeterminazione dei parametri per la corretta individuazione dei componenti di tale giuria. Nel caso di specie l’assenza di informazioni su tale giuria demoscopica è un fatto che non può passare in sordina dal momento che, come anche chiarito nel Regolamento Sanremo 2023, tale giuria ha peso per la decretazione del vincitore della competizione canora.
I criteri di selezione dei giurati devono assicurare il pluralismo partecipativo e l’imparzialità rispetto ai cantanti in gara in modo da garantire che le operazioni di voto siano del tutto genuine ed imparziali e i voti espressi tramite televoto da parte degli utenti non siano vanificati.“
Per tali motivi il Codacons ha diffidato la Rai a pubblicare sul proprio sito web i criteri predisposti per le nomine dei componenti della Giuria Demoscopica (ma anche della Giuria della Sala Stampa) e a emettere il provvedimento di predisposizione dei criteri per le nomine dei componenti della Giuria Demoscopica che soddisfino i requisiti di imparzialità, trasparenza e pluralismo, assenza di conflitto di interessi anche potenziale.
La sala stampa
Il Codacons non si ferma però alla sola Demoscopica ma prende di mira anche i giornalisti che dovranno votare le canzoni in gara e che sono stati invitati, come ogni anno da diverso tempo a questa parte, all’ascolto in anteprima.
Secondo il Codacons sarebbero 15 i giornalisti ad aver avuto questa possibilità ed è, a suo avviso, lapalissiano che costoro abbiano già sviluppato orecchio per i brani e quindi si trovino in una posizione diversa rispetto a chi non li abbia già ascoltati. Per questo non dovrebbero far parte della Giuria della Sala Stampa, Tv, Radio e Web.
Se le richieste sulla Giuria Demoscopica e sulla sua composizione sono assolutamente condivisibili, su questo ultimo punto ci troviamo in completo disaccordo.
Innanzitutto, quanto dichiara il Codacons è errato. Questo sito è stato agli ascolti in anteprima dei brani, ascolti divisi tra le sedi Rai di Milano e Roma. Per questo possiamo affermare che i giornalisti e creatori di contenuti web che hanno ascoltato i brani del Festival in anteprima sono decisamente più di 15.
Detto questo, un ascolto in più, avvenuto tra l’altro quasi un mese prima della messa in onda del Festival, non influisce in nessun modo a nostro avviso sulla votazione di un giurato della sala stampa. Un brano non è più o meno bello in base a quanto lo si ascolta. Un brano piace oppure non piace. Non parliamo di belle o brutte canzoni, in quanto anche per un giornalista o un esperto di musica l’ascolto e il giudizio su una canzone sono assolutamente soggettivi.
Onestamente, se criticità in tal senso ci sono, queste sono relative al passato. Fino a un paio di anni fa, infatti, in sala stampa oltre ai giornalisti e blogger erano presenti anche gli uffici stampa. E questi ultimi spesso cercavano di “vendere” i proprio artisti ovviamente. Amadeus ha eliminato questa criticità impedendo l’ingresso agli uffici stampa nella sala riservata ai giornalisti. Certo, è ovvio che se un ufficio stampa vuole contattare un giornalista può farlo anche in altri modi, ma in ogni caso qualcosa in tal senso è stato fatto.
Il nostro direttore, Massimiliano Longo, lo scorso anno, subito dopo la fine del Festival di Sanremo 2022, scrisse un editoriale aperto al Direttore artistico del Festival, Amadeus, con 8 consigli non richiesti ma posti con garbo e rispetto delle capacità e dell’esperienza dello stesso. Tra questi 8 punti, ce ne erano due attinenti a quanto sopra: eliminare la Giuria Demoscopica e rendere il voto della sala stampa palese. Potete leggerlo qui.
Tra l’altro proprio nella giornata di oggi Franco Zanetti, direttore di Rockol, pubblica un editoriale in cui torna ad affrontare il discorso sulle votazioni della stampa al Festival, sul voto palese e sul fatto che, forse, il voto della sala stampa potrebbe bastare per il solo premio della critica. Un articolo che mi e ci trova pienamente d’accordo.
Del resto All Music Italia, insieme ai colleghi di Rockol, da anni porta avanti una battaglia per quel che riguarda i Contest musicali. Ivvero fare in modo che ogni concorso faccia propria questa trasparenza garantendo la pubblicazione dei voti di ogni giurato in ogni singolo Contest musicale di qualsiasi caratura.
Cosa che tra l’altro è già stata fatta da alcune importanti manifestazioni come il Tour Music Fest e, grazie ai nostri continui appelli, anche dall’1MNEXT del Primo Maggio Roma e da Area Sanremo nel 2020 e 2021 (Purtroppo quest’anno con Amadeus alla guida per la prima volta anche di questa manifestazione, la votazione palese e pubblica è stata eliminata).
Ecco questa sarebbe un’azione altrettanto utile da parte del Codacons. Una mappatura delle decine di Contest musicali, potremmo suggerirne diversi, per fare in modo che una categoria “debole” e poco ascoltata come quella degli artisti emergenti, possa sentirsi tutelata.
Del resto vediamo nelle giurie “pezzi grossi” delle major (che non trovano, guarda caso, mai nessuno di valido da portare presso le loro etichette), direttori di radio (che non trovano nessuno di valido da passare) e via dicendo. Solo per fare qualche esempio, che il nostro sito tra l’altro ha trattato in più e più articoli.