Nei giorni scorsi, una volta appresa che Roma era fuori dai giochi per ospitare l’Eurovision 2022 (vedi qui), la rete si è riempita di commenti. Dalla delusione dei romani fino agli sfottò degli italiani abitanti in altre città. Ma a peggiore il tutto è arrivata Veronica Tasciotti, Assessora allo Sport, Turismo e ai Grandi Eventi della capitale.
Partiamo da quello che è il motivo dell’esclusione della città da parte dell’EBU, l’unione europea di radiodiffusione che supervisiona l’organizzazione dell’Eurovision, ovvero la mancanza di una struttura adeguata.
Il Palazzetto dello Sport proposto dall’amministrazione infatti non rispetta i requisiti, scritti nero su bianco sul regolamento, per poter ospitare la kermesse. Tra questi il soffito che deve essere in grado di supportare carichi pendenti ma quello del palazzetto dell’Eur è a volta e quindi non idoneo.
La mancanza di una struttura adeguata ha dato molto da riflettere ai cittadini romani sul fatto che, a differenza di altre città (vedi Torino), nel corso degli ultimi anni Roma si è fermata da questo punto di vista.
Una grande delusione visto anche la mole di persone che l’Eurovision 2022 muoverà da tutta Europa in direzione Italia. Vedi, tra le altre cose, alla voce turismo.
È anche per questo che l’uscita dell’Assessora Tasciotti ha fatto così discutere. Ma quali sono state le sue esatte parole?
Eurovision: Le parole dell’assessora
Veronica Tasciotti, dal suo profilo personale su Facebook, decide di rispondere così alle critiche:
“E da oggi tutti esperti di grandi eventi, di Eurovision che il 90% delle persone non sa neanche cosa sia, di altezze e carichi dei pesi, di bid book e di impianti”.
Non pensiamo ci sia molto da commentare ma qualche riflessione queste parole la meritano.
Affermare che una manifestazione come l’Eurovision, la più grande manifestazione musicale al mondo, sia sconosciuta al 90% delle persone è davvero il commento di chi si attacca con le unghie agli specchi.
A parte che la musica è cultura, anche quella pop/rock, quindi anche fosse vero, sarebbe un motivo in più per voler ospitare una manifestazione di questo tipo nella propria città. Il problema è che un commento di questo tipo rispecchia, purtroppo, come viene percepito il mondo della musica e dello spettacolo da molti politici.
Non è un caso del resto se questo è uno dei settori più penalizzati prima, durante e dopo il lockdown. E un’assessora allo Sport, Turismo e, sopratutto, Grandi eventi, questo dovrebbe saperlo.
Tornando al focus, l’Eurovision lo scorso anno è stato seguito da oltre 4 milioni e mezzo di telespettatori (ovviamente parliamo solo di quelli italiani). Questo è un dato incontestabile… il fatto che per anni l’Italia non vi abbia partecipato e che solo negli ultimi anni la manifestazioni sia stata riscoperta dagli italiani, non la rende sconosciuta.
Tra l’altro all’Assessora bisognerebbe ricordare che lo scorso anno hanno vinto i Måneskin, che sono romani, ma sopratutto forse bisognerebbe raccontarle una storia molto interessante…
Negli anni ’50 fu un italiano, Sergio Pugliese, drammaturgo e giornalista, a suggerire, per creare un senso di unione a livello europeo, di puntare su una gara canora tra i diversi stati europei, prendendo come modello il nostro Festival di Sanremo.
L’idea piacque al direttore generale dell’UER, Marcel Bezençon, e cosi nacque l’Eurovision Song Contest. Dall’idea di un italiano basata su una manifestazione musicale al 100% italiana. C’è poco da postare stizziti con emoticon che piangono dalle risate. A volte basterebbe solo comunicare il proprio dispiacere e pensare a migliorare.