Il grande carrozzone mediatico del Festival di Sanremo è ufficialmente partito e con esso, solita routine, tutte le polemiche del caso.
Polemiche sulla lista dei cantanti che non sono mai abbastanza “big”, che quando ci sono troppi artisti della nuova scena musicale non va bene, e quando ci sono troppe vecchie glorie allora hai fatto un Festival per vecchi.
Polemiche sulle presentatrici / Vallette / presenze femminili…
E una è un cattivo esempio (secondo alcuni, la Ferragni), l’altra spaventa una certa fazione politica che ama tenere il paese nell’ignoranza (Rula) e questa sì e quella no, tanto ci fosse mai una volta che ne va bene una. (Peccato per l’assenza di Vanessa Incontrada).
Insomma nulla di nuovo se non che quest’anno a guardarlo da fuori, se si è un minimo informati delle dinamiche di un evento di questo tipo, sembra un po’ un attentato dall’interno.
Per questo mi viene naturale scrivere questi pensieri ad alta voce, indirizzati all’attuale direttore artistico, Amadeus, ma anche a quello che verrà dopo di lui.
Ieri in conferenza stampa Amadeus ha parlato in maniera esplicita di una fuga di notizie e, onestamente, tutto ciò mi sembrava abbastanza evidente visto quanto accaduto in questi ultimi mesi.
Eppure ci si è svegliati, a suon di titoloni, solo nella giornata di ieri rischiando di oscurare tutto il resto della kermesse.
Quello che non capisco è come mai molti addetti ai lavori abbiano fatto finta di non vedere e di non sapere, qualcuno persino di non credere allo stesso Amadeus.
Anzi il problema è proprio il contrario, ovvero che capisco il perché.
Amadeus è approdato al Festival quasi per grazia divina con un annuncio fatto ad inizio agosto, giusto il giorno prima che la Rai chiudesse per le vacanze estive.
Qualcuno dirà che Baglioni è stato annunciato ad ottobre ma lì la situazione era assai diversa. C’era una trattativa in corso che non trovava pieno accordo da ambo le parti.
Qui invece c’era un presentatore, volto della Rai, che non sognava altro che presentarlo questo Festival. Ecco, diciamo che sembra che il sogno abbiano cercato di imbrattarglielo.
Non credo di aver mai assistito ad una tale fuga di notizie come quella attorno a questo 70esimo Festival.
Una lista di nomi del cast data per certa e praticamente, quasi esatta, siti che ogni giorno riescono a svelare nuove presenze del cast della kermesse…
Amadeus pensa e qualcuno scrive. Sensazionale, siamo a livelli di telepatia direi, oppure è solo semplicemente evidente che la fuga di notizie arriva dall’interno.
Probabilmente lo stesso errore di Amadeus, quello tanto criticato dalla stampa, ovvero l’annunciare il cast ad un solo quotidiano (guarda caso La Repubblica) non è stato frutto di un’idea di Amadeus.
Della fretta e dell’istintività di Amadeus sì, idea sua mah.
Eppure si fa finta di essere spettatori e quindi di essere giustificati nel non capire. Come no…
Anche la totale assenza e l’apparente incapacità ad oggi dell’ufficio stampa Rai di stare dietro a quanto accade è buffa.
Un organico di oltre 1.500 giornalisti si diceva, ma poi sembra che si faccia di tutto per dimostrare che senza un ufficio stampa esterno non si può fare il Festival.
Senza contare la politica che si mette di mezzo. Anche al Festival, ma porca pupazza.
Poi, che quello di quest’anno sia il cast più fresco e moderno della storia del Festival sembra non importare a nessuno.
Tutti si aspettavano da Amadeus un Festival tradizionale, quindi con cantanti dell’era paleolitica e invece no, il Direttore artistico ci ha fregati tutti. Roba che se un cast del genere l’avesse fatto Fabio Fazio si sarebbe gridato al miracolo.
E poi ci sono gli ascolti e quelli, come sempre, danno ragione ad Amadeus.
Sanremo Giovani senza l’annuncio dei big e la sorpresa della coppia Baudo Rovazzi, ma con il solo (e solito, direbbe qualcuno) Amadeus alla guida (ma una bella giuria televisiva) ha fatto più dello scorso anno.
Lo speciale del 6 gennaio legato alla Lotteria Italia con “l’annuncio” dei già annunciati big ha portato a casa il maggior numero di ascoltatori dal 2016 ad oggi.
Quindi che dire al caro Amadeus? Vai avanti. tu il tuo lavoro lo stai facendo bene. Per capire se sarai stato anche un buon direttore artistico, aspettiamo di sentire le canzoni. Perché quello che rimane dopo il Festival è importante quasi quanto il durante.
Lettera al futuro direttore artistico
Ho la sensazione, poi magari mi sbaglierò, che Amadeus non verrà confermato per il 2021, al di là degli ascolti.
Stupidamente ha pensato troppo alla musica nel Festival della canzone italiana senza pensare a dire sì alle pressioni delle radio, delle discografiche, della stampa, dei produttori.
Ho questa sensazione anche se mi auguro di sbagliare perché a me sembra che Amadeus stia facendo un buon lavoro, nonostante tutto.
In ogni caso ho pensato di scrivere qualche pensiero ad alta voce per il prossimo direttore artistico del Festival… partiamo dai big…
Festival di sanremo Punto 1 “i benedetti big”
I big, è un dato di fatto, non vanno in gara al Festival di Sanremo. Non mentre sono all’apice del successo almeno (come giustamente faceva notare il nostro Fabio Fiume in questo articolo).
Fiorella Mannoia nel 2017 è stato un evento casuale e divino, un’ascesa che difficilmente si ripeterà. Perché i big sono spaventati dalla gara e dalle nuove generazioni più avvezze a social e televoto.
Dato per assodato questo, onde evitare ogni anno di sentire la solita pantomima dopo l’annuncio del cast, cose tipo “Ma questo non è un big…“, “ma non ci sono i big…” e derivati per prima cosa andrebbe cambiato il nome della categoria.
Certo, lo so che in realtà il nome non è Big ma Campioni ma tutti li chiamano Big e comunque Campioni non va ugualmente bene.
Se cambi il nome, già nei mesi precedenti alla manifestazione, cambia la percezione e diminuisci le aspettative.
Che tanto, ripeto, Tiziano Ferro, Laura Pausini o Eros Ramazzotti in gara non ci vengono.
Punto 2 “i maledetti” giovani
Parto con una foto, quella del cast di Sanremo Giovani 2016, perché ogni volta che la guardo mi rendo conto di una cosa…
Il Festival di Sanremo non è più in grado di lanciare le carriere delle Nuove proposte a meno che esso stesso non ci creda in modo continuativo.
Non credo infatti di aver mai visto così tanti nomi di talento insieme nelle stesso cast come quelli che vediamo in questa foto… Francesco Gabbani, Ermal Meta, Mahmood, Irama, Michael Leonardi, Cecile, Miele, Chiara Dello Iacovo.
Al di là dei gusti personali un livello davvero alto. Quanti ne sono “sopravvissuti”? Quattro.
Due grazie al Festival nella persona di Carlo Conti che ha deciso di investire non solo sul vincitore, Francesco Gabbani, ma anche su Ermal Meta nell’anno successivo.
Due per vie traverse ovvero grazia ad un Festival fortunato, Mahmood, l’altro grazie ad Amici di Maria De FiIlippi.
Sanremo non è più un trampolino di lancio per gli artisti. Questo dimostra la foto e, al tempo stesso, dimostra anche che rimane una manifestazione capace nel trovare talenti.
Non so se la soluzione giusta sia quella della categoria unica introdotta lo scorso anno da Claudio Baglioni.
Certo i risultati gli hanno dato ragione grazie a Mahmood, ma in realtà Baglioni ha dimostrato che entrambe le formule sono vincenti lanciando l’anno prima, in maniera tradizionale, Ultimo.
Il punto è che Sanremo deve investire su sé stesso e sui propri talenti confermandone alcuni l’anno successivo, non solo il vincitore.
Per questo durante la conferenza stampa (quella di Sanremo Giovani, non quella trasmessa ieri) ho lanciato ad Amadeus l’idea di un Sanremo Estate in cui portare avanti, con i singoli estivi, gli artisti del Festival.
festival di sanremo Punto 3 regole
Chiudo questi pensieri sparsi indirizzati al futuro direttore artistico del Festival di Sanremo (ma anche all’attuale) con una considerazione.
La categoria principale del Festival, Big, Campioni o come vogliamo chiamarli, ha bisogno di regole precise.
Quali sono i criteri per essere Big? Certificazioni, biglietti venduti, vittoria ad una talent show? Regole, ci sono ovunque e per qualsiasi cosa, non mi sembra una richiesta così assurda.
Servono delle regole scritte perché le persone, pubblico e addetti, non si trovino a pensare che c’è sempre qualcosa che puzza. E non è il pesce del mare di Sanremo.