Partiamo da una premessa.
Se facciamo il giro del web o delle tv siamo avvolti dalla musica di Amy Winehouse, dal suo ricordo, dalle persone che ricordano quanto era fantastica e dai media che osannano il suo talento.
Che poi le abbiano dato una mano con un assedio mediatico disumano nel farla andare a fondo facciamo finta che ce lo siamo dimenticati…
Ora andiamo sul fatto principale…
Oggi Gianluca Grignani è stato ricoverato in ospedale per intossicazione alcolica, ho letto la notizia ieri su Leggo ma immagino abbia fatto il giro di tutto il web velocemente.
Ok, questa è la notizia per gli affamati di gossip, quelli che ancora oggi, cinque mesi dopo, postano immagini di Grignani brillo al Capodanno di Gigi D’Alessio…
E poi c’è la premessa che, almeno stavolta, arriva dopo il fatto… io e Gianluca Grignani. Perché dovrei parlare ancora di Gianluca?
In fondo ormai è noto, ci ho scritto un libro sulla sua carriera, Rockstar a metà, e molti sanno chi sono e da dove vengo perché non l’ho mai nascosto
Io nasco come un fan… non sono un giornalista (ne ho mai preteso o affermato di esserlo), non sono un discografico (ma ho provato a produrre qualche giovane talento).
Sono però un attento ascoltatore e un sincero appassionato della nostra cara musica italiana. E, soprattutto, nasco come fan.
Lo ripeto per una seconda volta in poche righe proprio perché voglio che sia chiaro il concetto. Nasco come fan… e non me ne vergogno. Mesi fa un giornalista (quello si vero) mi ha definito per questo “una groupie” a seguito di un mio editoriale… io gli ho risposto che non lo conosco (questioni anagrafiche, scusate) e che no, non sono “una groupie“… ma se per caso questo termine dovesse sotto intendere che amo la musica (di alcuni artisti in particolare, come tutti) e che ho tanta passione, allora sì, sono anche una groupie.
Per chi non mi conosce ci tengo a sottolineare che nasco come fan ed ho sempre sentito dentro che questo era il lavoro che volevo fare, “questo” non so bene cosa indichi, ma so per certo che, pur non essendo un musicista, ci capisco di musica… ho delle ottime intuizioni e amo questa forma d’arte senza nessun tipo di puzza sotto al naso.
Nasco come fan e arrivo a questo sito da me creato e diretto. Un sito che raccoglie numeri vertiginosi in un momento in cui della musica interessa a pochi o nessuno, e tutto questo senza aziende alle spalle ne aiuti da parte di nessuno… e sono disponibile a qualsiasi smentita.
Ma torniamo a Grignani. E´ noto che la mia storia professionale nasce proprio con lui. Era il 2002 quando mi venne affidata la gestione del suo fan club e poi il 2004 quando divenni ufficialmente quello che in realtà facevo fin dall’inizio, il Personal Assistant dell’artista.
Ho passato 7 anni al fianco di questo Gianluca, ne conosco pregi e difetti, umani e musicali. L’ho amato e odiato a seconda dei momenti della mia vita e per l’appunto ci ho scritto un libro. Un libro che le persone vicine a lui hanno definito quasi un’ode nei suoi confronti e verso la sua musica, ma su cui lui ha preferito glissare facendo finta di non conoscermi in una famosa diretta da Red Ronnie.
Qualche mese fa, a otto anni di distanza da quei sette anni passati insieme, mi è capitato anche di risentirlo al telefono, ma non ha funzionato. Gianluca è “fatto troppo a modo suo” come canta ne La Fabbrica di Plastica, ed io non sono più il ragazzino che dice sempre “Sì”.
Su Grignani potrei scriverci un secondo libro da tante cose potrei raccontare nel bene e nel male. Perché comunque rimane un grande artista, al di là di qualsiasi cosa possa fare. Ma oggi, soprattutto nell’epoca del talent, il concetto della netta distinzione tra artista ed esser umano si è completamente perso. Oggi la gente deve amarti in tutto, non per la tua musica… come se per forza a me dovesse essere simpatico quel panettiere che fa del pane buonissimo.
Posso esser sincero? Non avrei mai pensato di occupare il mio tempo questa notte a scrivere di Grignani. Motivo?
E´noto, l’ho scritto sui miei social, l’altro ieri si è tenuta la conferenza stampa del suo nuovo disco, Una Strada in mezzo al cielo, e nonostante All Music Italia sia diventato una solida realtà nell’informazione musicale italiana… nonostante abbia dedicato ampio spazio a questo album, questo sito non è stato invitato alla presentazione. Motivo? non ne ho idea, non so se a “dimenticarsi” di noi sia stato l’ufficio stampa o se è stata una scelta voluta dall’artista… ma volete la verità? Non mi interessa nemmeno più di tanto. Io racconto, ma non porto rancore, perché qui si parla di musica soprattutto.
Ma sono qui a scrivere di Gianluca perché non so stare zitto, nel bene e nel male.
Capita che poche ore fa inciampo su YouTube in un video postato da Il Canale dei Forest FM che onestamente non so che cosa sia ed ora me ne frega ancor meno di prima….
Un video sottotitolato esattamente così:
“San Colombano, 5 maggio 2016 – Gianluca Grignani urla in mezzo alla strada e chiede di parlare con le forze dell’ordine, poi finisce in ospedale. Nel tardo pomeriggio di ieri (18.00) diversi cittadini di San Colombano, paese di residenza del cantante Grignani, sono stati attirati dalle urla dell’artista che, per motivi sconosciuti, ha dato un triste spettacolo di fronte alla chiesa parrocchiale del paese. Dopo essere sceso a piedi dalla collina, il personaggio ha camminato avanti e indietro urlando di voler parlare con la Polizia. Poi è stato calmato e accompagnato in ambulanza all’ospedale di Codogno. Una scena dolorosa per tanti fan della zona che fanno il tifo per lui nonostante il carattere esuberante. Grignani tra l’altro adesso festeggia i suoi venti anni di carriera con un nuovo album realizzato con la collaborazione di diversi colleghi di fama. Il disco esce proprio oggi 6 maggio e si intitola “Una strada in mezzo al cielo.
Gianluca oggi ha avuto degli attacchi di panico, causati dal forte stress di questo periodo per l’uscita del nuovo disco, che sarà pubblicato domani. Ora già va molto meglio”. Questo il messaggio comparso sulla pagina Facebook di Grignani. Lo staff del cantante smentisce quindi le voci su una possibile intossicazione etilica del rocker brianzolo.”
La parte che preferisco? una scena dolorosa per tanti fan. Una frase talmente “sentita” che era comunque necessario pubblicare questo video (che io ovviamente non pubblicherò e che vi invito, nonostante la curiosità a non cercare in rete), in cui si vede Gianluca in vestaglia… in pieno giorno ed evidentemente brillo. Perché è questo che ci piace… della musica, del disco di Grignani e di quanto sia bello o brutto, non ce ne fotte un caxxo…
Perché Grignani si sa è una facile preda, non è capace (da sempre a stare in tv), è un ansioso (e lo posso capire) ed ha un carattere non facile… e poi da spettacolo facilmente…
E allora via… lucina rossa accesa… mi raccomando riprendi tutto che con questo facciamo il botto… poi che lì, davanti all’obbiettivo ci sia un uomo che sta male non importa. Che quell’uomo sia un padre di famiglia e un marito, chi se ne frega… è un personaggio pubblico, tutto è lecito.
E poi stendetemi tutti gli elogi di sta ceppa su Amy Winehouse quando è proprio questo modo di agire che le ha dato un ulteriore spinta verso il baratro.
Io incurante mi rivolgo direttamente a lui, il dado è tratto, immagini come queste, notizie come queste, sono uscite più volte alla luce… tu stesso hai spesso ammesso un problema… ma la radice di tutto sta nella tua paura di non essere capito e apprezzato, le tue ansie fuoriescono fuori per l’uscita di un disco, per un concerto o per un apparizione in tv… lo so… e per questo di ti posso capire ma non giustificare.
Gian, fattene una ragione, viviamo in un paese in cui della musica importa a pochi… continua la tua strada, da una parte e l’altra del marciapiede, vita umana e vite artistiche, con le tue geometrie e i tuoi spazi, nel si e nel no, perdonati al di là della triste morale del giusto e sbagliato… non pensare a quanto venderà il tuo disco o se riempirai un palazzetto o uno club… pensa a vivere la musica così come la scrivi… visceralmente… nel bene o nel male, piaccia o non piaccia. Pensa a stare bene, pensa che non ne vale la pena star male per meccanismi che sono business e non arte… e tu per primo lo hai pensato nel lontano 1996.
Non permettere che ti trascinino a fondo, ma non servirgliela in un piatto d’argento trasformando la tua esistenza in sopravvivenza. Vivi, sorridi e ridi, che tanto lo sai che la troppa sensibilità è, e resterà ancora per molto tempo un’arma a doppio taglio.
Ma sta a te prendere tutto, con leggerezza, è solo “musica leggera”… pesa, fa male, a volte è un fardello, ma non può distruggerti.