Nei giorni scorsi, a seguito dell’intervista con Rolling Stones del Producer Michele Canova, di recente uscito con il suo primo disco da protagonista col nome d’arte di CanovA (vedi qui), si è molto parlato dell’ammissione da parte dello stesso, anni dopo la fine della collaborazione con Tiziano Ferro, che la prima hit del cantautore di Latina, Xdono, non fosse altro che la la copia presa pari pari da una hit di Robert Kelly. Una marachella l’ha definita il produttore…
Parliamoci chiaro, sin dall’uscita del brano era stato evidente a tutti che i due brani, Did you ever think e Xdono, fossero uguali ma, sino ad oggi, si era sempre parlato di ispirazione. O meglio così ne aveva parlato Tiziano Ferro. Canova non era mai stato intervistato al riguardo.
Da qui parte la prima nota stonata che ha attirato la mia attenzione. Perché vent’anni dopo rompere il silenzio su questo argomento, probabilmente senza aver consultato “il complice della marachella”, Ferro? Perché farlo solo oggi quando la cosa potrebbe essere caduta in “prescrizione” nella mente del pubblico? Non ci è dato saperlo, ma di sicuro la rivelazione ha fatto titolo fagocitando completamente il punto focale su cui dovevano ruotare le interviste. L’album Level one.
Tiziano Ferro e Michele Canova sono nati artisticamente insieme tra il 2000 e il 2001, anno del lancio di Xdono, brano che, ricordiamo, divenne la terza canzone più trasmessa in tutta Europa.
Il produttore conobbe l’allora inesperto, ma già con le idee chiare, Tiziano grazie ai produttori dello stesso, Mara Maionchi e Alberto Salerno. Tra loro nacque l’alchimia artistica in quanto Canova seppe focalizzare il genere musicale che Ferro voleva portare in Italia, R’n’b, e portarlo in Italia…
“Con Tiziano avevano già provato con un team di produzione toscano e con uno veneto senza cavarne fuori nulla. Io ero il terzo tentativo.
Provo a lavorarci sopra io, allora. Portano tutto a Fabrizio Giannini, che allora era in Warner ma si sapeva già che sarebbe andato in EMI, e lui impazzisce… Il genio fu Tiziano. Lui era super appassionato dell’r&b contemporaneo di quei tempi, io invece non lo cagavo quel genere lì. Zero. Mi faceva schifo, o così credevo.
Questo perché ero ignorante: avevo in mente un altro r&b che comunque girava ancora a quei tempi, quello cioè tutto suonato, con un sacco di virtuosismi di maniera. Mentre invece non avevo idea dell’esistenza di R. Kelly“.
E fu proprio all’allora inconsapevole Robert Kelly che i Tiziano e Canova esplosero. Il primo sarebbe diventato il cantautore simbolo degli anni ’00, rivoluzionario nel suo modo di scrivere, l’altro il Re Mida dei produttori cercato da chiunque. Da Jovanotti ad Adriano Celentano, da Marco Mengoni a Max Pezzali.
La marachella di Michele Canova (e Tiziano Ferro)
Nella prima decade degli anni 2000, e oltre, chiunque passava da Michele Canova per farsi produrre. Poi arrivarono nuovi nomi come Dardust, Zef, Marz e Michele continuò a lavorare principalmente negli States dove si era trasferito al culmine del successo grazie ai guadagni astronomici dei suoi lavori.
E questa è la storia. Nel leggere però le dichiarazioni rilasciate da Michele Canova non posso però fare a meno di pensare al pessimo, cattivo esempio, lanciato per migliaia di musicisti, sopratutto giovani, e non solo.
Queste le sue parole…
“Tiziano era un bel ragazzo, cantava bene; io avevo capito come copiare il suono che da sempre piaceva a lui, un certo tipo di r&b. E il gioco funzionò. Copiare, sì. Ovviamente non potevo campionare direttamente: perché se l’avessi fatto, poi giustamente ci facevano causa. Xdono, non è più un mistero per nessuno, era proprio presa di peso da un pezzo di R. Kelly.
Io e Tiziano ci siamo guardati, me lo ricordo ancora oggi, mentre eravamo in studio – Facciamo la marachella? Sì, dai: facciamola.
E così semplicemente risuonai il pezzo: perché se lo risuoni al massimo possono dirti che hai copiato, ma giuridicamente non possono farti un cazzo. A meno che non diventi veramente grosso grosso, eh: e così fu, dopo. Inevitabile allora che a un certo punto ci arrivasse una lettera d’avvocato. Che arrivò. “Eh, c’hanno beccato”. Ma poi in realtà, legalmente parlando, non poterono farci nulla”.
Ora, ve lo dico senza troppi giri di parole: ma solo io trovo di una gravità difficile da determinare le parole di uno dei Producer più noti del momento? Parole che provengono da un professionista che, dallo scorso anno, lavora anche alle produzioni dei ragazzi di Amici di Maria De Filippi, ragazzi a cui dovrebbe insegnare a far musica magari con concetti diversi da quelli espressi dal Producer?
Parole che provengono da chi, con la sua Canova Rec, sta producendo nuovi artisti e nuovi autori, Leonardo Zaccaria, di cui abbiamo parlato spesso su All Music Italia, in primis.
Onestamente su frasi come “Ovviamente non potevo campionare direttamente: perché se l’avessi fatto, poi giustamente ci facevano causa” oppure “semplicemente risuonai il pezzo: perché se lo risuoni al massimo possono dirti che hai copiato, ma giuridicamente non possono farti un cazzo.” ho provato un enorme senso di tristezza.
Davvero stiamo legalizzando qualcosa che, se non legalmente, moralmente è reato? Davvero stiamo facendo passare con tale leggerezza il concerto di furto (definizione di furto dal dizionario italiano: Sottrazione fraudolenta di oggetti altrui per trarne un utile personale)? E allora tutto è concesso ma non dimentichiamoci che stiamo oltrepassando un limite molto pericoloso perché queste azioni possono danneggiare altre persone, altre carriera.
Certo Robert Kelly non è andato in rovina, non per questo almeno, a seguito di questo copia e incolla della sua canzone. Non è successo nemmeno agli autori di One Wolrd che mi sembra madre di Stop! Dimentica di Kelly Osbourne. Ma se questa azione dovesse accadere nei confronti di giovani artisti che non hanno i mezzi economici per farsi valere o la possibilità di farsi ascoltare? Che danno, economico e psicologico si può creare?
Perché forse un esempio mi viene in mente. Davvero, bellissimo brano del 2006 di Virginio ingiustamente eliminato dalle Nuove proposte nella prima serata del Festival di Sanremo. Qualche anno dopo arrivò Alla mia età, splendido pezzo di Tiziano su cui però io riesco a ricantarci Davvero, pause comprese. Eppure non è che sono un grande cantante.
La carriera di Virginio, tra vittoria ad Amici, nuovi brani e il ruolo di autore per altri artisti, Laura Pausini e Kylie Minogue in primis, è continuata e lo ha portato anche alla vittoria di un Grammy Awards per i brani del disco di Laura, Hatze sentir. Ma viene da chiedermi: nel 2008 cosa ha creato dentro di lui questo episodio? Dovrebbe essere premiato chi pensa, riflette, studia e lavora su un pezzo fino a creare una canzone da zero, non il contrario.
Ripeto, il mio è un discorso morale visto che, per mia fortuna, mi trovo a parlare spesso con i giovani artisti e tutto vorrei insegnare loro tranne che, che tu sia un povero sfigato (ora povero di sicuro no), è che il più furbo vince nella vita.
Sia chiaro, le melodie e i testi che Tiziano ha saputo creare, anche su queste canzoni, dimostrano comunque il suo talento, ma il principio, per il sottoscritto, rimane però lo stesso.
Nb. senza consultarci io e il mio critico musicale abbiamo scritto sullo stesso argomento, ma con due approcci totalmente diversi. Per questo ho deciso che aveva un senso che entrambi gli articoli vedessero luce. Trovate il suo cliccando sul link qui a seguire.
Foto di copertina di Tiziano Ferro di Francesca Dall’Olio