Per presentare alla stampa il suo nuovo album Simili, Laura Pausini ha invitato a sue spese 8 giornalisti a Miami, dove attualmente è “bloccata” per la registrazione del programma tv La Banda. Dalla lista degli invitati sono stati lasciati fuori due noti critici musicali, e così è scoppiata la polemica.
Il punto focale sarebbe: la Pausini vuole al suo cospetto solo i giornalisti che stima e non quelli che parlano male di lei.
Ora a me, da comune mortale, ASSOLUTAMENTE NON giornalista, ma Direttore di un sito di successo, viene da chiedere… e quindi?
Premesso che io non sono abbastanza “maturo” da poter ricordare come avvenivano una volta le conferenze stampa. Si dice che nell’epoca d’oro della discografia spesso capitava che gli artisti pagassero spese di viaggio per ricevere i giornalisti in località esotiche e fargli ascoltare i loro nuovi lavori.
Io, di tutto questo non ne so molto… vivo in un epoca dove il cantante per la conferenza stampa affitta una location in città e quindi tutti noi con le nostre auto, i taxi, la metropolitana o la bicicletta ci rechiamo nel luogo dell’appuntamento e veniamo omaggiati con l’album in questione e un buffet. Ecco, il buffet spesso è il momento catartico che tutti aspettano… quello di Jovanotti per esempio era vegano ed io e il mio redattore abbiamo preferito rimanere a dieta quel giorno.
Chiusa la colorata parentesi, lungi da me difendere Laura Pausini che credo si sappia difendere da sé, ma in generale, al di là dell’artista coinvolto, credo che ognuno alla sua festa inviti chi vuole. Sì, perché alla fine la conferenza stampa di un disco è una festa, un evento promozionale, la presentazione del lavoro svolto fino a quel momento e non credo ci siano obblighi su chi si debba invitare e chi no.
Penso che se domani io dovessi organizzare una conferenza stampa per All Music Italia e pagare di tasca mia gli spostamenti alla stampa, di sicuro non butterei soldi per chi ha sempre parlato male del mio lavoro. A che pro? C’ho scritto “pirla” in faccia?
Parliamoci chiaro: a me interessa poco di quanti soldi possiede la Pausini, ma stiamo sempre parlando di una bella spesa, tra viaggi aerei di andata e ritorno fino a Miami e pernottamento completo in una location di un certo tipo (perché gli ospiti non si invitano in un tugurio). Son parecchi soldi! Perché, quindi, dovrei dare questo benefit aggiuntivo a qualcuno che non mi stima e che, magari, nemmeno io stimo? Non so voi ma io non lo farei.
Anche perché, diciamo le cose come stanno, non è che chi viene escluso non possa scrivere del disco e svolgere il suo lavoro, semplicemente chi non sarà a Miami non ascolterà il disco insieme alla Pausini e non la intervisterà di persona. Tutto qui. Ma ci sarà in ogni caso una conferenza stampa mondiale trasmessa a beneficio di tutta la stampa, quindi ognuno potrà comunque fare il suo lavoro, ovviamente se avrà interesse a farlo.
In realtà il problema vero, che in teoria ci si pone, è che chi è stato invitato a Miami in questa splendida location si sentirà in dovere di scrivere bene del disco di Laura… anzi ne tesserà sicuramente le lodi. Ok, questo è un dubbio lecito ma del resto questo sarebbe potuto accadere anche se Laura li avesse invitati a cena a casa sua, no? Penso che quel che possiamo fare è affidarci all’integrità morale di chi di lavoro fa il critico musicale, questo sempre e comunque. anche perché a me pare che ultimamente si sia persa la bussola tra i critici musicali: da una parte il buonismo più totale e dall’altra attacchi fin troppo accesi. Le vie di mezzo le abbiamo perse per strada.
In ogni caso, se il dubbio riguarda l’influenza che questo soggiorno avrà sull’opinione dei critici sul disco, a questo punto è valido anche il contrario, no? Chi non è stato invitato avrebbe potuto scrivere male del disco della Pausini per partito preso anche se a questo giro lei avesse confezionato un album ben fatto. O no?
Onestamente io non credo che il problema stia nella scelta di Laura di invitare i giornalisti che lei desidera a Miami, ed altri siano stati privati di questo onore… o almeno lo spero visto che, a quanto leggo in giro, quelli che non sono stati invitati nemmeno ci volevano andare. Quindi tutti contenti, giusto?
Quello che forse può aver infastidito è stata la foto di tre dei giornalisti invitati, Luca Dondoni, Andrea Laffranchi e Paolo Giordano, intenti a farsi un selfie a bordo piscina con un sorriso a 33 denti nel complesso dove alloggiano. A mio modesto parere anche io ho trovato questo scatto un po’ fuori luogo. Di certo nessuno pensa che siano stati invitati lì e chiusi in camera fino all’ascolto del disco, ma forse sarebbe stato meglio tenere per sé un momento di svago che esprimeva tutto fuorché la professionalità di tre maturi giornalisti che sono lì per intervistare un’artista, ascoltare un disco e fare critica musicale, piuttosto che pubblicarla sui propri social.
Per carità, questo commento arriva da uno che si fa selfie o autoscatti ovunque, pure con la De Filippi per dire… ma io ho un altro approccio al lavoro che faccio, che comunque non è il critico musicale. Io non sono un giornalista stimato nell’ambiente ma semplicemente uno che lavora a contatto con la musica da quando aveva 18 anni e che ha creato e dirige un sito che, grazie a Dio, con il lavoro di ottimi collaboratori, sta ottenendo ottimi risultati. Quindi sappiate fin da ora che troverete miei selfie ovunque, non c’è nemmeno bisogno che li cerchiate molto.
Per concludere io penso: che Laura inviti chi vuole. Tanto se nemmeno tenevate ad andarci non capisco perché tante storie e fiumi di parole spesi. Oltretutto non comprendo perché, se è stato invitato Dondoni, dovrebbe andare anche la Venegoni che scrive per lo stesso quotidiano (La Stampa) e che ufficialmente da quel che so è comunque in pensione.
E cosa dovremmo dire noi della “stampa web” che quando arriviamo alle conferenze stampa dei big siamo relegati in posizioni pessime perché le prime file sono riservate alla carta stampata?
A dirla tutta a noi i big non rilasciano quasi mai interviste… eppure ci facciamo il mazzo quanto chi scrive su un quotidiano, a volte magari anche di più perché il web è in continuo movimento, non esce una volta al giorno, e quindi le notizie arrivano a tutte le ore e noi dobbiamo essere pronti a scrivere in qualsiasi momento della giornata… e no, non si pensi che il web faccia il copia e incolla dei comunicati stampa, o almeno molti di noi non lo fanno.
Ora dirò una cosa molto impopolare che potrebbe far arrabbiare molto persone ma che non vuole mettere assolutamente in discussione il loro lavoro. Forse però un po’ di verità la nasconde.
Noi spesso siamo l’ultima ruota del carro, eppure se proprio andassimo a vedere, credo che oggi sia più facile che a far vendere qualche disco in più sia un buon articolo sul web piuttosto che uno su un quotidiano; certo la carta stampata ha sempre il suo fascino e un articolo su un quotidiano rimane, ma quanti fruitori di musica comprano oggi un quotidiano? E quanti appassionati di musica invece leggono i siti di informazioni musicale perché è li che cercano le novità musicali?
Eppure noi riceviamo un trattamento differente dalla carta stampata, però scriviamo comunque e non ci lamentiamo se non siamo a Miami. Perché lo facciamo per lavoro e soprattutto lo facciamo ancora con passione verso la musica.
Ah, e giuro che se Laura me lo dovesse chiedere le direi con tutta tranquillità quali canzoni del disco mi piacciono e quali proprio no, con i giusti modi ovviamente, perché a volte le maniere sono molto più importanti del giudizio.
Ps. A volte basterebbe fare due chiamate prima di scrivere… giusto per accertarsi delle cose, io le ho fatte ed è vero, Spinelli di QN- Quotidiano Nazionale, non è presente a Miami, ma al posto suo c’è un’altra giornalista della testata, quindi, sarò tonto, io ma continuo a non capire quale sia il problema.