Primo Maggio Roma Michele Bravi, Fedez e lo scivolone di Pio & Amedeo.
Ieri la musica dal vivo ha provato a ripartire e per farlo ha scelto il “Concertone”. Su quel palco, da sempre portavoce dei diritti dei lavoratori, hanno trovato spazio, giustamente, anche alcuni messaggi su quanto sta avvenendo a livello sociale nel nostro paese.
In primis quello di Fedez, seguito da uno scontro diretto con i vertici della Rai mai visto prima d’ora (ve ne abbiamo parlato qui e qui) ma anche Michele Bravi che, attraverso un breve discorso ha voluto rispondere a distanza alle parole di Pio & Amedeo, parole pronunciate in prima serata su Canale 5 durante l’ultima puntata dello show Felicissima sera.
Primo Maggio Roma Michele Bravi risponde a Pio & Amedeo
Le parole di Pio & Amedeo
Partiamo dalla premessa. Cosa hanno detto Pio & Amedeo?
Un lungo monologo, circa 17 minuti, partito con l’intento di frenare l’ondata del politicamente corretto ma che ha finito per diventare un enorme pastrocchio, almeno a mio avviso.
Pio & Amedeo hanno sostenuto testualmente che il problema non è l’uso delle parole ma l’intenzione, e quindi va condannata la cattiveria…
“E così se dici i neri devono stare a casa loro è peggio di “neg*o, ti vengo a prendere e ci mangiamo una cosa insieme. Il problema qual è? La G in mezzo? Non basta la G al centro per lavare le coscienze dei cretini. Bisogna combatterli con le stesse armi. Quando vi chiamano “neg*o” ridetegli in faccia, disarmateli così”.
Il discorso si è poi allargato, proprio mentre in Italia si fa fatica a trovare il buon senso per approvare il DDL ZAN, sugli omosessuali…
“Se vi dicono “ricchi*ni o “fro*i” per ferirvi, ridetegli in faccia. L’ignorante non saprà cosa fare. La cattiveria è il male e non risiede nelle parole, bensì nella testa. Il Gay Pride? Ma a cosa serve nel 2021? A me, etero, mi avete mai visto in un corteo a dire evviva la fi*a? Non serve più, non c’è bisogno, siamo tutti uguali”.
Discorso che, in chiusura, per non farsi mancare nulla, si è allargato anche ai cinesi, “terroni” ed ebrei. Parole usate come se fossero aria che scompare ma non sempre è così, ha fatto bene Bravi a sottolinearlo…
Le parole di Michele Bravi
Le parole di Michele Bravi, chiaramente rivolte all’indirizzo del duo, dicono tutto, o quasi…
“Io volevo fare solo una piccolissima riflessione perché in questi giorni si è parlato tantissimo dell’uso delle parole e qualcuno ha detto che l’intenzione è molto più importante delle parole che si usano.
Io una cosa da cantautore la voglio dire: io uso le parole proprio per raccontare la visione creativa del mondo e per me le parole sono importanti tanto quanto l’intenzione.
Le parole scrivono la storia, anche quelle più leggere possono avere un peso da sostenere enorme. La mia community lo sa bene. Io c’ho messo tanti anni per trovare le parole giuste per raccontare il mio amore per un ragazzo e per me è un onore farlo adesso qua su questo palco…
Quindi Bravi ha intonato il singolo Mantieni il bacio.
Il mio pensiero…
Il mio pensiero è da direttore di questo sito ma è anche da uomo, da uomo gay che ha vissuto sulla sua pelle il bullismo, la discriminazione, anche quella famigliare, proprio come la giovane Malika, è molto semplice, può sembrare quasi banale e retorico forse ma si racchiude in tre parole… non potete capire.
Spesso ho sentito pronunciare frasi, e le avrete sentite anche voi, da persone eterosessuali del tipo: “Io non capisco come fa a piacerti il caxxo…” oppure la più classica “Ma come fai… non puoi capire quanto è bella la fxxa…“.
Ne escono tante e costantemente di parole, affermazioni, spesso scherzose, per carità, da persone eterosessuali.
Ecco io penso che siccome non “riuscite a capire”, parole vostre, concetti così semplici, ciò che ognuno nasce come è e si direziona verso l’amore, fisico, mentale e affettivo per cui è naturalmente portato, senza aver scelto, ma semplicemente “essendo”, ecco io penso che dovreste smetterla, Pio & Amedeo in primis, ma anche tutti quelli che la pensano come loro, di provare a capire cosa voglia dire essere neri o gay in un mondo che per millenni è stato impostato, plasmato, cucito su misura per bianchi ed eterosessuali.
Io penso che non si possa avere la presunzione di capire cosa si prova a sentirsi diversi sin dalla nascita pur non avendo nulla di diverso, lottare per essere accettati (che brutta parola, suona come tollerati, solo che è camuffata con toni più dolci), se non si è neri, ebrei, gay… non lo si può capire, mettetevelo in testa. E non siamo noi a fare le vittime, semplicemente ci sono cose che se non si vivono non possono essere comprese tutto qui,
A volte fare un passo indietro, pensare un attimo, ed evitare di dire cose che servono solo a far parlare e “fare il botto” di ascolti può essere una scelta coraggiosa. Se non altro per i tanti ragazzini impauriti che sono lì fuori.
Chiudo col dire quindi che no cari Pio & Amedeo, ridere in faccia a chi ti insulta non spiazza nessuno, ed è un consiglio del caxxo… fatevelo dire da alcuni dei tanti ragazzi che hanno provato a farlo e sono finiti pieni di lividi, nel migliore dei casi.
Massimiliano Longo
Ps. Ovviamente il “Concertone” è stato sopratutto tanta musica. Un primo tentativo di ripartenza e di questo abbiamo parlato tra articoli (sopratutto sui giovani) e interviste. Così tanta bella musica non ha bisogno di essere approfondita, è musica, a volte parla da sola.