Allora, confesso che avevo pensato di dedicare l’editoriale di questa settimana alla diatriba Fedez/Gasparri (con annessa figura di xxxxx del secondo). Poi mi sono detto che, essendo anche io un #cosocolorato capace di un pensiero logico… è logicamente meglio parlare di musica in questo spazio.
Tiziano Ferro è tornato. Il giovane re ha ripreso scettro, manto di ermellino e corona e si è diretto al suo trono. Sì perché a detta di molti (dati di vendita compresi) Tiziano in questi anni si è guadagnato quel posto.
Perché se è vero che i gusti musicali sono vari e soggettivi, è altrettanto vero che esiste anche un’oggettività.
Tiziano ha talento. Oggettivo.
Tiziano in tredici anni ha pubblicato cinque album e non ha sbagliato un colpo. Oggettivo.
Tiziano ha saputo crearsi una credibilità come artista e come uomo, e questo lo ha ripagato al punto che nemmeno il coming out in uno dei paesi con la mentalità più chiusa d’Europa, il nostro, lo ha scalfito.
Poi (per fortuna) c’è tutta la soggettività del caso… a chi non piace la voce, il modo di cantare, la drammaticità di alcune canzoni, lo stile… ma questa in fondo è la natura stessa della musica.
Ma il segreto del successo di Tiziano dove si nasconde? A mio avviso nella sincerità.
Tiziano Ferro è un artista introspettivo, viscerale, intimista.
E’ uno che canta principalmente di sé stesso, delle sue gioie e, soprattutto, dei suoi dolori… che poi “magicamente” queste sensazioni siano le stesse di milioni di persone non dev’essere una “fortuita” coincidenza.
Può piacere o meno, ma credo che in pochi possano negare che, rispetto ad altri cantanti, quel dolore che fuoriesce dalla sua voce sia una sensazione quasi palpabile nell’aria.
Tiziano è uno che non mente quando canta. e questa non è cosa scontata, anzi.
Da un po’ di giorni il “giovane re” è tornato con un singolo, Senza scappare mai più, che anticipa il suo primo best in uscita il 25 novembre. ma queste informazioni le conoscono ormai anche i lettori di “All Music Slovacchia” visto il can can mediatico attorno a questo ritorno.
In rete mi è capitato di leggere che la nuova canzone (che va detto, sta andando molto bene) non ha convinto proprio tutti. Per alcuni è un ritorno al passato, altri non riconoscono nel brano l’incisività tipica delle canzoni di Tiziano.
E allora mi sono chiesto: perché? Cosa è cambiato? Sempre che qualcosa sia effettivamente cambiato.
Ferro è uno che ha saputo creare un suo modo unico di scrivere, una sua cifra stilistica come solo i grandi sanno fare… gente come Vasco Rossi o Ivano Fossati per dire.
Il suo scrivere è quasi crepuscolare, costruito con una perfetta miscela di parole semplici e metafore criptiche.
Nelle sue canzoni ricorrono spesse parole come Croce, Cicatrice, Vita, Tramonto, Buio, Luce, Inferno… vocaboli con echi quasi biblici che delineano perfettamente la sua scrittura e danno la sensazione di una cavalcata attraverso il dolore con una costante ricerca della via d’uscita che, al massimo, finisce per sfociare in uno spiraglio di sole. Il tutto condito da metriche fatte da un susseguirsi di parole che si rincorrono letteralmente: “Case, libri auto, viaggi, fogli di giornale che…”…“E che la vita ti riservi ciò che serve spero che piangerai per cose brutte e cose belle spero senza rancore che le tue paure siano pure…”. Insomma, ci siamo capiti.
Anni fa la rivista Tutto Musica recensì l’album 111 paragonandolo ad una puntata di Twin peaks, ed io allora mi trovai perfettamente d’accordo con quell’affermazione.
Per i più giovani e per chi non lo conoscesse, Twin peaks è un telefilm di culto uscito nel 1991 che è stato fonte d’ispirazione per quasi tutte le serie tv più amate degli ultimi anni, da Lost a Desperate Housewives, da American Horror Story a Breaking bad.
Twin peaks raccontava di una cittadina sconvolta dall’omicidio della giovane reginetta della scuola Laura Palmer. Le indagini attorno alla sua morte mano a mano rivelavano che, non solo la ragazza non era esattamente ciò che sembrava, ma che ogni abitante della piccola cittadina aveva segreti inconfessabili.
Perché questo accostamento con la musica di Tiziano risultò azzeccato a mio parere?
Semplice, perché i personaggi (o il personaggio) delle canzoni di Ferro non sono mai stati semplici. Non hanno mai avuto una sola chiave di lettura, ma nascondono più significati.
E allora si torna alla domanda iniziale: perché in rete una fetta di pubblico ha mostrato qualche reticenza verso il nuovo singolo?
Forse la risposta è in realtà molto semplice.
Forse Tiziano Ferro ha conosciuto l’amore, ha sfiorato la felicità e, in qualche modo ne è uscito stravolto.
I primi sentori erano già presenti in L’amore è una cosa semplice del resto, ma ormai ci eravamo così abituati a sentire il Tiziano cantare l’assenza e il dolore, che ne consegue che ora questa “positività” un po’ ci spiazza.
Che poi questa canzone così positiva non lo è, ma diciamo che ci svela un Tiziano più “reattivo” nei confronti dell’amore.
E allora qual è il problema?
In realtà nessuno se non che in fondo noi italiani ascoltiamo un po’ di tutto, ma davanti alla bella canzone sofferente ci sciogliamo come un gelato al sole, abbiamo un gusto sadico nel cercare scrupolosamente la canzone giusta per farci piangere, forse perché il dolore altrui ci fa sentire un po’ meno soli.
E invece no! ! Questa volta Tiziano non piange… corre!!! Reagisce!!!
… e forse è arrivato il momento di correre e reagire anche per noi. Senza scappare mai più. forse.
il Direttore