Sanremo 2020 Big. Amadeus ha annunciato, in anticipo rispetto a quanto stabilito (vedi qui), i 22 artisti in gara al Festival di Sanremo e subito sono partite le polemiche.
Polemiche sui nomi in gara, polemiche sul come e quando è avvenuto l’annuncio, polemiche sulla qualunque, alcune anche sterili.
Facciamo un po’ il punto della situazione partendo proprio dall’annuncio dei big
Sanremo, l’annuncio degli artisti in gara
Amadeus avrebbe dovuto annunciare i cosiddetti Big del Festival di Sanremo il 6 gennaio durante una puntata speciale de I Soliti Ignoti legata alla lotteria nazionale.
La puntata andrà in onda comunque ovviamente e vedrà ospiti i 22 big che sveleranno i titoli delle proprie canzoni.
Succede però che il settimanale Chi entra in possesso della lista dei 22 big, una lista di fatto vicina alla realtà ma non del tutto esatta.
Mancano infatti due nomi, Alberto Urso e Le Vibrazioni e c’è qualche piccolo errore (dal rapper Junior Cally che diventa il cantante Junior Kelly, al padre dell’indie italiano, Bugo che diventa il leader de Le Vibrazioni).
Chi è un settimanale di casa Mondadori e quindi ha potenti mezzi con cui far partire una nota stampa nel cui titolo afferma: “In esclusiva su CHI il cast del prossimo FESTIVAL DI SANREMO“.
E qui Amadeus commette un grave errore.
Nei giorni precedenti infatti gli stessi nomi svelati da Chi erano stati pubblicati praticamente da ogni sito e la cosiddetta lista, con qualche margine di errore, era già fuori.
Per esempio all’una del 31 dicembre, il nostro sito ha pubblicato i 22 esatti, senza nessun errore.
L’unica differenza stava nel fatto che noi e tutti gli altri siti web (ma anche quotidiani come Il Giornale) non abbiamo lanciato note stampa e non abbiamo mai scritto che si trattava del cast definitivo del Festival.
A questo punto scatta l’errore del direttore artistico che, probabilmente spinto dalla fretta di decidere, rilascia un’intervista in esclusiva a La Repubblica e svela ufficialmente il cast.
Così facendo Amadeus va contro il suo stesso motto, Sanremo è di tutti, si mette contro la maggior parte della stampa. Per due motivi essenzialmente.
Il primo è che, non volendo, sminuisce il lavoro fatto dalle testate specializzate e dai siti web facendosi destabilizzare soltanto da un settimanale come Chi, andando quasi a riconoscergli un’importanza maggiore di tanti altri professionisti.
Il secondo errore è quello di affidare i nomi dell’annuncio dei nomi del cast non ad una nota stampa della Rai inviata a tutti i siti, quotidiani e la stampa in generale, ma solo ad un quotidiano privilegiando in questo modo La Repubblica.
Questo è quanto accaduto. Poco male, gli errori, soprattutto se legati alla fretta di prendere decisioni, si fanno.
Amadeus ha sbagliato ma questo non deve mettere in ombra le tante cose giuste che sta facendo e di cui nessuno sembra volersi accorgere.
Il direttore artistico ha sempre dichiarato che contano le canzoni e, seguendo questa linea, ha detto anche dei no importanti. No che potrebbero anche mettergli contro le radio, gli amici, persino qualcuno in Rai.
Ha poi fatto delle scelte rischiose per mettere al centro e dare spazio alle Nuove proposte del Festival…
Per esempio li ha portati nella prima serata di Rai 1 a Capodanno pur sapendo che “i Giovani” fanno calare lo share.
Ha lasciato che la prima sfida nella serata di Sanremo Giovani fosse la più attesa, ovvero quella tra Thomas e Leo Gassmann, quando ogni altro presentatore l’avrebbe spostata alla fine del programma.
Nella stessa serata sono stati eliminati giovani dati per certi, con motivazioni diverse, dalla stampa e dagli utenti web: Thomas, Shari (i soli due giovani della major discografica Warner), Avincola (ospite fisso all’Edicola Fiore dell’amico Fiorello), Ainé (artista con legami di parentela con autori storici della Rai)…
Amadeus si sta insomma rivelando un direttore artistico serio e onesto, e non è poco. E, a nostro avviso, è troppo furbo e scaltro per aver lasciato che una fuga di notizie interna, perché quello è stato, parliamoci chiaro, svelasse completamente il suo cast
Del resto lo ha dichiarato lui stesso, questo sarà il Festival dell’imprevedibilità
SANREMO, la questione big
Uscita la lista dei 22 big ( o Campioni che dir si voglia) sono partite le polemiche sul cast.
Per alcuni è debole, per altri manca il nome forte, mancano gli artisti seguiti dal pubblico maturo di Rai 1, non c’è una sola scommessa imprevedibile, il pop è stato immolato, troppi Amici della De Filippi e via dicendo…
Insomma nulla di nuovo rispetto a quello che sistematicamente accade tutti gli anni.
Del resto se in pochi conoscono il rapper Junior Cally (qui una nostra videointervista) lo stesso non si poteva dire lo scorso anno di Achille Lauro?
Certo qualcuno ci fa notare che questo artista è gestito come co-management dall’ufficio stampa MN Italia, come si apprende dal sito dell’agenzia (vedi qui), lo stesso che è stato al centro della questione conflitto d’interessi lanciata da Pinuccio di Striscia la Notizia (vedi qui e qui), ma questa è un’altra storia.
Il problema in tal senso rimane sempre uno e non capiamo perché non arrivi un direttore artistico a ovviarlo (ci ha provato lo scorso anno Baglioni anche se, a nostro avviso, l’esperimento è riuscito solo in parte).
Il nome della categoria, un nome che crea troppe aspettative… Big, Campioni. E subito scattano i commentini sarcastici “Ma questi sono big?“.
No, non lo sono, così come non lo erano nel lontano 1982 Vasco Rossi e Zucchero quando parteciparono a Sanremo. La differenza era che allora, proprio come lo scorso anno, non c’era la categoria Giovani/Nuove proposte.
Quindi la maggior parte delle polemiche nasce semplicemente dall’aspettativa legata al nome… big.
L’idea di Baglioni dello scorso anno sulla carta era sicuramente vincente, il problema però si è creato quando ci si è accorti che i 18 giovani del Sanremo di novembre non hanno ottenuto nessuna visibilità dopo il programma.
Sanremo 2020 big, qualche riflessione sul cast
Tornando al cast di quest’anno, fare delle critiche prima di aver ascoltato le canzoni è lo sport nazionale legato al Festival di Sanremo.
Dal canto nostro ci sentiamo solo di fare qualche appunto.
Andiamo a prendere per esempio il caso Junior Cally. Il rapper arriva sul palco del Festival tra i “big” con due dischi all’attivo e solo una certificazioni disco di platino per UN SINGOLO.
Thomas, che gareggiava tra i giovani, ha pubblicato due album, entrambi certificati con il disco d’oro. C’è un po’ di confusione insomma.
Certo il giovane artista è stato presentato dalla sua etichetta nella categoria giovani e non nei big, ma questo è avvenuto perché, per una o due volte, il suo nome non è stato ritenuto abbastanza forte per essere inserito nei big.
Insomma un cane che si morde la coda e che ci fa capire che servono coraggio, giudizio e delle regole precise perché quando si compone il cast di Sanremo, si decidono le sorti della carriera di molti artisti.
E proprio perché le alcune carriere dipendono da questo speriamo vivamente che Elettra Lamborghini, ereditiera che non ha di certo bisogno della musica per campare, né del Festival per continuare a fare musica, abbia davvero una canzone decisamente più forte di “vecchie tigri” (decisamente attuali musicalmente) come Mietta o di giovani scommesse del pop che non sono rientrate nei 22 del cast.
Per l’anno prossimo, a chi ci sarà, diamo un solo consiglio, rivoluzionare dalle fondamenta imparando dagli errori del passato.
La categoria unica è una strada difficile da percorrere in quanto una manifestazione legata solamente alle Nuove proposte nel nostro paese non funziona, è un problema culturale purtroppo.
Quindi torniamo all’origine, non è il Festival degli artisti italiani, è il Festival della CANZONE italiana, cambiamo i nomi alle categorie e stabiliamo semplicemente dei parametri precisi per gareggiare in quella principale.
Sarebbe già un passo avanti per evitare le solite polemiche. In ogni caso il Festival di Sanremo è ufficialmente partito: quando iniziano le polemiche si apre il sipario sulla più importante manifestazione musicale e televisiva italiana.