Festival di Sanremo 2020 big o Festival di Sanremo 2020 Campioni che dir si voglia.
Da diverse settimane iniziano a circolare in rete, come ogni anno, le prime possibili liste dei Campioni che potrebbero salire sul palco dell’Ariston a Sanremo 2020.
E come ogni anno sbilanciarsi quando mancano ancora due mesi all’annuncio dei cantanti in gara, che vi ricordiamo saranno comunicati il 6 gennaio in una speciale puntata de I Soliti Ignoti, è un po’ come fare cinquina al lotto anche se poi qualche nome che circola si dimostra sempre azzeccato.
E così alla alla fine mi sono deciso anche io a fare la mia bella lista… questa volta niente Carlo Conti che mi appare in sogno per spoilerare (vedi editoriali tra il 2015 e il 2017), e niente Claudio Baglioni che non so perché mi risultava più facile anticipare.
No, quest’anno c’è Amadeus che ha già sottolineato che si prenderà la briga personalmente di invitare alcuni artisti e ascolterà tutti i brani mandati dagli artisti, senza esclusioni a priori.
Qualche considerazione sull’era Amadeus
Diciamolo, Amadeus e la sua gestione dei big risultano un’incognita per molti di noi.
Lo slogan lanciato fin da subito con grande entusiasmo dal presentatore per questo Festival è stato “Sanremo è di tutti“.
E la sua linea di condotta si poteva riassumere nella volontà di creare un cast variegato che includesse nomi che spopolano nelle classifiche e nei live ma anche nomi che del Festival necessitano per rilanciarsi o per avere la prima, grande, occasione.
Solo che l’entusiasmo iniziale è stato sostituito a quanto pare dall’ansia da prestazione e Amadeus rischia di diventare come quello che compra tutti i costosi pacchetti di cioccolata di marca sperando di, per probabilità, trovare il biglietto d’oro.
Alla fine non è un mistero che Amadeus sia stato scelto in extremis, ai primi di agosto, poco prima che i vertici Rai andassero in vacanza.
Tutta questa indecisione fa capire che non tutti lo volessero alla guida del Festival.
Ad oggi non è detto, anzi è improbabile, che ci sia un Amadeus Bis e per questo il presentatore, per quel che ci risulta, sta cercando di comporre un cast con nomi quanto più importanti in modo da lasciare “un’eredità” (e un ricordo) importante.
Quindi se il sottoscritto fino ad oggi riponeva molte speranza nel Direttore artistico di Sanremo 2020, ora le cose sono cambiate.
Ho paura che se un nome considerato non abbastanza forte e cool per il Festival (un po’ come il “Michele Bravi” dell’era Conti) dovesse arrivare con una bella canzone, Amadeus non avrà il coraggio di rischiare.
Il presentatore è lì “solo” e con troppe pressioni da ogni angolo. Si vocifera persino che i vertici Rai vogliano un Festival ricco di duetti che, è noto, raramente funzionano poi sul mercato discografico.
Ecco ad Amadeus consiglio di ascoltare le canzoni e non solo i nomi. Rischiare, con intelligenza, paga.
Gli ascolti sono importanti, inutile negarlo, ma di Baudo ci ricordiamo perché ha lanciato Pausini, Giorgia, Grignani, Consoli etc… di Conti come quello che ha creduto contro ogni pronostico in Bravi, in Ermal Meta e ridato luce a Paola Turci, di Baglioni per Achille Lauro e Lo Stato sociale.. al contrario della gestione di Morandi, si ricorda poco o niente…
Medita Amadeus, medita sono le canzoni che rimangono e gli artisti che si lanciano o rilanciano che fanno la differenza in una conduzione.
Fatta questa premessa veniamo a i nomi… Clicca su continua per leggerli!