In queste ultimi giorni il Festival di Sanremo, L’AD Carlo Fuortes, il direttore dell’intrattenimento prime time di Rai1, Stefano Coletta, e Amadeus sono sotto attacco da parte della politica italiana, da Fratelli d’Italia all’ex direttore artistico del Festival, oggi sottosegretario alla cultura, Gianmarco Mazzi.
La politica, Giorgia Meloni in primis, a quanto pare vorrebbe cambiare la dirigenza Rai. L’episodio che più di ogni altro ha fatto indignare la destra italiana è il freestyle di Fedez, in diretta dalla nave Costa Crociere, in cui il rapper ha strappato la foto del viceministro Galeazzo Bignami, uno scatto del 2005 ad una festa di Carnevale in cui, l’allora non ancora ministro, indossava una divisa nazista.
Per la Meloni i messaggi di Fedez sono il segno che la misura è ormai colma. E su questo noi non mettiamo parola, lasciamo discutere di politica o censura chi è più adatto a farlo.
Ci interessano di più altri due argomenti. Gran parte della destra italiana si è indignata per il bacio dato da Rosa Chemical a Fedez in diretta sul palco dell’Ariston.
Eppure di precedenti di questo, anche con alla guida del Festival proprio l’attuale sottosegretario alla cultura Gianmarco Mazzi, è pieno. Ciò nonostante lui stesso ha dichiarato:
“Fare una narrazione unidirezionale, deve essere invece completa. Rappresento una parte politica che ha sfiorato il 30% e siamo i difensori dei valori tradizionali. Esprimeremo dei nuovi dirigenti. Non so quando, non dipende completamente da me, ma penso che saranno cambiati i vertici Rai“.
E allora andiamo a riscoprirli, per la tanto cara par condicio, questi baci.
Sanremo 2023 e tutti “i baci omosessuali”
Prima di questo viaggio a ritroso sottolineiamo che noi siamo assolutamente consci del fatto che il bacio di Rosa Chemical non rappresenta, ne voleva farlo, una comunità. Si tratta di una provocazione che è parte integrante del personaggio, della sua perfomance e del messaggio che vuole dare. Anzi, aggiungiamo anche, così come questo bacio non era di cattivo gusto e non dovrebbe nemmeno far parlare e discutere così tanto, la simulazione di un atto sessuale su Fedez seduto, quella sì che anche per noi è risultata di cattivo gusto.
Era il 1993 quando Roberto Benigni sul palco del Festival di Sanremo baciava Pippo Baudo palpandogli anche il sedere. Scena che si ripetè, aggiungendoci una bella palpata ai genitali, sempre ai danni del Pippo nazionale, nel 2002.
A Sanremo 2009, dove Gianmarco Mazzi era parte integrante e determinante dell’organizzazione del Festival, il presentatore Paolo Bonolis baciò invece il compagno di avventure televisive di una vita, Luca Laurenti.
Nel 2011 e nel 2012, entrambi con Mazzi direttore artistico, a baciarsi furono rispettivamente prima Gianni Morandi e Luca Bizzarri, quindi Morandi e Biggio.
L’ultimo bacio tra due uomini sul palco prima di quello di Rosa Chemical a Fedez è stato quello tra Achille Lauro e il suo produttore Boss Doms, nel 2021.
Cosa è cambiato dal primo citato a quest’ultimo?
Il paese, il famoso paese che deve essere rappresentato dal racconto televisivo. Se i primi baci citati erano iniziative di comici e per questo gesti eclatanti e a volte macchiettistici, erano la “non normalità” che faceva rumore, quelli di Lauro e Rosa sono baci provocatori, parte anch’essi di una perfomance, e che vogliono dare una squarcio, senza la pretesa di rappresentare nessuno, di parte di una società all’insegna della fluidità e dell’accettazione.
Quindi baci provocatori con cui forse si pensa di lanciare messaggi, se ci si riesce non è dato saperlo, ma di sicuro aprono dibattiti. Non sono i baci d’amore di coppia come quello tra Gianni Morandi e la sua Anna nell’ultima serata del Festival, meraviglioso tra l’altro, ma la domanda è: se fossero stati baci d’amore sarebbero stati giudicati nello stesso modo o se ne sarebbe parlato nello stesso modo? Questo è il punto.
Coletta ha spiegato come si muove, per lui e Amadeus, il Festival, una manifestazione che ospiti artisti e l’arte dovrebbe sempre essere libera, nel rispetto dell’essere umano ovviamente:
“Nel momento in cui Amadeus ha la libertà editoriale che condivide con me, è la libertà assegnata a ogni artista che sia cantante, attore, conduttrice o conduttore a segnare il percorso. È l’impianto più corretto per procedere.
Non posso rispondere di ogni gesto che fa un artista in diretta. Allora dovrei dimettermi ogni giorno. Non è civile. Stiamo qui solo a parlare di questo, degli attacchi della politica, non di un festival che sfiora il 70% di share”
E pensare che sono passati vent’anni da quando Madonna, era il 2003, baciava in diretta tv mondiale agli Mtv Video Music Awards Britney Spears.
Solo che da noi in Italia, vent’anni dopo, dobbiamo “difendere i bambini”, bambini non andrebbero difesi ma aiutati a comprendere e rispettare ogni forma di amore, solo così si può costruire una società futura in cui ci siano rispetto per le donne, per gli omosessuali e la sessualità altrui in genera e per chiunque, ancora oggi, viene ritenuto diverso.
Il secondo punto: il commento di mazzi su amadeus
Parlavamo di due punti su cui ci interessa soffermarci all’inizio di questo articolo. Il secondo sono le dichiarazioni del Sottosegretario alla cultura, Gianmarco Mazzi.
Mazzi, dirigente d’azienda, manager musicale, autore televisivo, Amministratore Delegato dell’Arena di Verona Srl, politico e, per molto anni Direttore Artistico del Festival di Sanremo, ha dichiarato:
“Fare una narrazione unidirezionale, deve essere invece completa. Rappresento una parte politica che ha sfiorato il 30% e siamo i difensori dei valori tradizionali. Esprimeremo dei nuovi dirigenti. Non so quando, non dipende completamente da me, ma penso che saranno cambiati i vertici Rai“.
Insomma, come scritto qualche riga più su in questo articolo, la narrazione che il Festival di Sanremo sta dando non piace. E, parole di Gianmarco Mazzi, “Amadeus ha fatto bene con qualche sbavatura e soprattutto ha il merito di avere ottenuto grandi risultati.”
Sui risultati del resto non si potrebbe dire diversamente, i numeri non mentono. Sulle sbavature del Festival di Amadeus invece siamo più confusi.
Il Festival di Sanremo segue una “narrazione libera”, radicata nell’attualità e nell’inclusività, tema molto caro ai giovani che si sono infatti ravvicinati al Festival, già dal 2020, anno in cui Amadeus ha preso in mano le redini della kermesse.
E nelle sue prime tre edizioni, 2020, 2021 e 2022, Mazzi ha fatto parte del Festival di Amadeus come membro della commissione artistica musicale che si è occupata della scelta dei giovani. Eppure le sbavature sono a vista solo oggi che è parte del governo.
Che poi le sbavature ci sono in ogni Festival e hanno tante, scusate la rima, “sfumature”.
Per esempio Povia, artista con radicate idee di destra note a tutti (vedi i suoi social), era di casa ne Festival di Mazzi (2005, 2006, 2009 e 2010, praticamente gli unici a cui ha partecipato), per cantarci, tra le altre cose, la guarigione di Luca dall’omosessualità,
Anche a Sanremo 2010, conduceva Antonella Clerici con Gianmarco Mazzi direttore artistico ci fu una sbavatura unica nella storia del Festival.
Al momento della lettura classifica l’Orchestra si alzò in piedi e lanciò in aria gli spartiti per esprimere dissenso per l’eliminazione di Malika Ayane e Noemi (quell’anno sarebbero arrivati secondi Pupo con il Principe Emanuele Filiberto). Il pubblico si unì compatto alla protesta con tanto di coro: “Venduti, venduti, venduti…“.
L’orchestra chiese in diretta di poter rendere pubblico il proprio voto e la la conduttrice era d’accordo. E infatti chiese in diretta a Mazzi, di poter palesare il voto degli Orchestrali e dar loro parola, fu vietato.
Quindi al di là delle polemiche, della politica e di cose che non ci riguardano in quanto non legate al mondo della musica, quello che troveremmo imbarazzante sarebbe, visto le voci di corridoio che girano insistentemente, anche solo l’ipotesi di revocare dall’incarico di direttore artistico del Festival di Sanremo Amadeus, tra l’altro con una riconferma alla guida di Sanremo 2024 già decisa nel 2022.
“Fare fuori” un professionista nonostante grandissimi risultati in termini di ascolti, di share, di gradimento del pubblico, di incassi pubblicitari per la Tv di Stato, di introiti per la città di Sanremo, per le vendite discografiche e la spinta al settore musica, sempre documentata dalla FIMI (Federazione Industria Musicale Italiana), sarebbe un brutto esempio per tutti, persino per i bambini da proteggere, sarebbe il segno che la meritocrazia può essere schiacciata dalle idee politiche, dalla censura e da chi “comanda” il paese.