Sergio Sylvestre Inno di Mameli. L’artista, emozionato, sbaglia l’Inno di Mameli allo Stadio Olimpico poco prima dell’inizio della finale di Coppa Italia tra Napoli e Juventus e sui social partono gli insulti e le critiche.
Il vincitore di Amici di Maria De Filippi si è esibito in uno stadio completamente vuoto e l’emozione, quella forte eco, ha avuto la meglio.
E così, al momento di cantare la frase “Le porga la chioma” l’artista ha sbagliato l’attacco e, dopo un attimo di esitazione, ha ripreso a cantare. Non benissimo certo.
Insomma un artista, quindi un lavoratore, che in una situazione al limite ha commesso un piccolo errore. Come succede a tanti di noi in tante situazioni lavorative. Si sbaglia.
Solo che se non si è personaggi pubblici il nostro sbaglio non solo non è esposto pubblicamente a tutti, ma non viene criticato fino all’umiliazione pubblica.
Sergio Sylvestre Inno di Mameli
E così via all’ironia e alle critiche di ogni tipo. Del resto Sergio è un cantante di colore, del resto ha alzato il pugno in aria sul finale (urlando No justice No peace, ma questo in molti si scordano di aggiungerlo).
Poi però ci va bene che l’Inno di Mameli venga cantato in spiaggia da chi di lavoro non intrattiene il pubblico ma deve governare un paese ed è responsabile della sorte di tutti gli italiani.
Paradossi di questi tempi che ci hanno reso tutti un po’ più cinici, pronti a ferire a colpi di tweet piuttosto che tendere la mano. Qui a seguire le parole di Sergio Sylvestre in risposta alle critiche, uno dei tanti messaggi privati che gli sono stati inviati in privato e il tweet del “solito”, sempre pronto a dire la sua.
Non serve aggiungere altro. Noi stiamo con Sergio.
“È stata una serata molto emozionante, non sono mai stato così emozionato neanche quando sono stato ad Amici o a Sanremo.
Sentire questo eco così forte, in uno stadio così vuoto mi ha fatto bloccare.
Mi è venuta una tristezza molto forte, queste cose qui mi bloccano, perché mi coinvolge tanto. Vedere un palco così vuoto è un peccato solo questo.”