Nell’ultimo mese il giovedì sera ho un appuntamento fisso, mi metto davanti alla tv alle 21:15 circa e guardo la nuova puntata di X Factor Uk.
Devo confessarvi che sono sorpreso dal fatto che i quattro giudici parlino italiano, persino Skin e Mika, anche se la prima terminato l’effetto sorpresa divertente delle prime puntate ha iniziato a generarmi un po’ di ansia e mi viene l’istinto di darle due colpi sulla schiena per farle uscire la parola bloccata. Il secondo invece aveva promesso che sarebbe stato più cattivo, per ora mi sembra che di cattivo ci siano solo le assegnazioni dei brani scelti per i suoi ragazzi. E poi addirittura due coach italiani, Elio e Fedez. Questo ultimo mi sembra quello più discograficamente a fuoco dei quattro, ha dialettica e incisività, insomma mi ricorda Morgan nei primi due minuti dei suoi interventi prima che partisse come sempre in quarta cercando di convincerci che quella che avevamo sentito non era una stecca ma un nuovo modo di modulare la voce.
C’è solo un problema, un mio amico ieri mi ha detto che da cinque settimane sto guardando X Factor Italia… pensate come ci sono rimasto male… eppure 42 assegnazioni di canzoni in inglese mi avevano convinto che quella che stavo guardando era la versione britannica del programma.
Ok, ho voluto iniziare con un po’ di sana ironia questo editoriale sul talent show di Sky anche se la situazione è realmente quella sopra descritta, parlo delle assegnazioni ovviamente. Nelle prime cinque puntate del live di X Factor sono state assegnate dai giudici un totale di cinquanta canzoni; non ho tenuto conto ovviamente delle esibizioni negli scontri finali, in quanto in quel caso sono i ragazzi stessi a scegliere cosa cantare. Dicevamo 50 canzoni e di queste ben 42 in inglese.
Le canzoni italiane assegnate si contano sulle dita di due mani e abbiamo anche l’avanzo:
Eva ha cantato Per me è importante dei Tiromancino, Massimiliano Terra mia di Pino Daniele, Davide un brano dei 99 Posse e uno di Luigi Tenco, i Landlord Universo della talentuosa Cristina Donà e poi c’era Eleonora che teneva alta la bandiera con ben tre canzoni del nostro repertorio, Dedicato, Meravigliosa creatura e Ma il cielo è sempre più blu. Peccato che sia stata eliminata perché oggettivamente garantiva un introito fisso dalla Siae agli autori italiani.
Preciso che non ho nulla contro la musica estera. Dirigo un sito di musica italiana, è vero, ma se in radio parte Hello di Adele non dò fuoco all’autoradio, anche perché se così fosse non avrei più un’auto, però oggettivamente mi sembra che il messaggio che passa attraverso questa scelta non sia dei migliori; sia chiaro non rimpiango i tempi delle prime edizioni di Amici quando ai ragazzi venivano assegnati sempre gli stessi brani di Mina, Lucio Battisti e pochi altri, però ora è chiaro che siamo passati all’eccesso contrario.
X Factor è un programma di musica ed è un programma italiano. Teoricamente e con qualche eccezione i cantanti che escono da lì dovrebbero imporsi nel mercato discografico cantando nella nostra lingua e Invece no come cantava la Pausini qualche anno fa (segnatevela giudici, magari torna utile in qualche puntata), dei grandi cantautori e autori italiani si ascolta ben poco, ed è un vero peccato perché parliamoci chiaro, la musica italiana è veramente colma di belle canzoni che siano brani pop, come quelli dei Negramaro o di Tiziano Ferro, o scelte più “ricercate” dai Subsonica fino a Samuele Bersani.
Non so quali siano i motivi dietro a questa scelta ma penso che sarebbe bello, quasi doveroso, che un programma di questo tipo rendesse giustizia alla nostra musica, che la promuovesse facendo conoscere anche delle chicche sconosciute al grande pubblico. Purtroppo temo anche per la fase finale con relativi inediti, visto che lo scorso anno su sei brani, solo due erano composizioni in italiano.
Onestamente credo sia giunta l’ora di cambiare direzione. Mi va benissimo sentire i ragazzi confrontarsi con la lingua più popolare del mondo (anche se cantare bene, in inglese, spesso non equivale a cantare in un buon inglese), ma credo che dovrebbe essere un valore aggiunto al saper cantare bene in italiano, perché sembra facile, ma lo è molto meno di quel che si pensi. La nostra lingua richiede una musicalità ben precisa nella voce, la capacità di interpretare e saper dare un peso a quello che si canta, riuscendo a trasmettere al pubblico quello che si sta dicendo. Lo ribadisco: cantare in italiano è meno facile di quello che si possa pensare. E poi l’Italia ha un sacco di autori meritevoli, facciamoli lavorare suvvia (non sempre gli stessi magari), ridiamo il giusto spazio alle nostre canzoni che non sempre hanno qualcosa da invidiare a quelle d’oltreoceano.
Sia chiaro, in questi giorni mi ha colpito quello che sento ad X Factor ma, aldilà del titolo provocatorio, il problema è decisamente ben più esteso… si va dalle nostre radio che trasmettono per oltre il 65% musica estera fino agli stessi artisti italiani che, in molti casi, alla domanda su cosa ascoltano, snocciolano una serie di nomi esteri affiancandoli al massimo ai soliti Tenco, Battiato, Battisti, Dalla… nomi che hanno reso grande la musica per carità, ne siamo tutti consci, ma allora mi chiedo cosa siamo stati in grado di produrre nel nostro paese negli ultimi trent’anni. Eppure le classifiche di vendita dei dischi a fine anno sono dominate da dischi di artisti italiani, quindi il pubblico la musica italiana l’ascolta.
Ultimamente mi capita spesso di essere nella giura di diverse manifestazioni musicali di prestigio. Lì quasi sempre i cantanti in gara presentano brani inediti in italiano, i concorsi che vietano di presentare brani in lingua straniera sono pochissimi, quindi mi verrebbe da pensare che a questi futuri talenti piace cantare nella nostra lingua.
Una delle domande che faccio spesso a questi ragazzi è che tipo di musica ascoltano, un po’ perché mi piace capire se c’è sintonia tra quello che propongono e quello che amano, altre volte perché sento dei ragazzi molto giovani cantare delle canzoni che sembrano composte dai loro padri e arrangiate dagli zii.
Quando sfodero come un pugnale la domanda parte l’elenco: Sia, Beyonce, Sam Smith, Whitney Houston, Amy Winehouse, Adele, Michael Jackson, Coldplay… insomma, alcuni dei nomi più importanti della scena musicale mondiale; però a me questa risposta fa davvero incazzare, ve lo confesso. Questi ragazzi che vorrebbero essere le future popstar, cantautori e interpreti della nostra scena musicale non ascoltano musica italiana! Suppongo che preferiscano quella d’oltreoceano in quanto la giudicano di un livello più elevato. Al massimo qualche volta scappa qualche nome di cantautore di quelli che, anche se non lo hai mai ascoltato, fa comunque figo sfoderare all’occorrenza.
Sapete cosa mi verrebbe da rispondere a questi ragazzi?
“Bene, in pratica è dal tempo de La Cura che non ne azzecchiamo una in Italia… quindi in maniera sottintesa mi stai suggerendo che tu con la tua canzone, che io sto giudicando e con cui tu sogni di vincere, stai per rivoluzionare la musica italiana e liberarci dallo stato di coma creativo musicale in cui siamo finiti da almeno trent’anni? Caspita, allora il mio orecchio è davvero fuori uso visto che questa cosa non l’ha percepita“. Ovviamente sto estremizzando, non penso realmente questo e so che spesso i ragazzi ai concorsi, a meno che non siano cantautori, hanno difficoltà a trovare brani inediti che li rappresentino realmente e dignitosamente. Però una cosa molto importante rimane… questi futuri artisti non ascoltano musica italiana e, per quel che mi riguarda, credo che sia un dovere per chi vuole fare questo lavoro in questo paese conoscere la musica italiana, sia quella che passa in radio, sia quella che non ci passa e che magari con un po’ più di sforzo devi andarti a cercare.
E su questo voi giovani siete anche agevolati, non serve più che andiate nei negozi di dischi come facevamo noi, aprite il vostro browser e con YouTube o Spotify avete tutto un mondo da scoprire. Diventate voraci di musica, cibatevene come se fosse la vostra principale fonte di nutrimento, ascoltate tutto e poi decidete cosa fa per voi e cosa no, ma fatelo perché per poter trovare la propria personalità musicale in questo momento storico in cui di spazi ce ne sono davvero pochi è necessario conoscere quello che hanno fatto prima di voi e che stanno facendo attualmente i vostri, si spera, futuri colleghi.
Io non vi consiglio nessuna canzone ma già che ci sono i nomi di qualche artista contemporaneo che secondo me “qualcosa di buono” lo ha fatto, ve lo faccio… spero possa tornare utile sia a voi cantanti in erba che ai giudici di X Factor:
Niccolò Fabi, Baustelle, Cesare Cremonini, Samuele Bersani, Niccolò Agliardi, Le Luci della Centrale elettrica, Malika Ayane, I Ministri, Elisa, Renzo Rubino, Max Gazzè, Fabrizio Moro, Levante, Andrea Nardinocchi, Negramaro, Omar Pedrini, Carmen Consoli, Il Cile, Diodato, Erica Mou, Perturbazione, Meg, Marta sui tubi, Amara, Tiziano Ferro, Dente, Bugo, Otto Ohm, Petramante, Romina Falconi, Riccardo Sinigallia, Paletti, Tiromancino, Zibba, Stardust, Naif Herin, Mannarino, Colapesce, Dimartino, L’Aura, Frisino, Maria Antonietta, Tre allegri ragazzi morti, Non voglio che Clara…
E potrei continuare per molto ancora ma credo possa bastare per farsi un idea che la musica italiana c’è e pulsa di vita.
Buon ascolto, io nel frattempo mi collego a The Voice of China che mi han detto che qualche canzone italiana la cantano sempre.