Entriamo nella parte e partiamo, come ogni testata d’informazione che si rispetti, dalla notizia, che è di quelle bomba… che fine ha fatto Syria partita col botto da Sanremo 1996 e, negli ultimi cinque anni, scomparsa?
Su quest’ultima parola, “scomparsa”, immaginiamo già l’interprete romana fare gli scongiuri e lanciarci anche qualche “Ma li mortacci…”. Severa ma giusta. In ogni caso noi possiamo svelarvi com’è diventata Syria oggi e, credeteci, nonostante voi possiate vederla nei post e nelle storie Instagram che la cantante e attrice posta ogni giorno, non crederete ai vostri occhi!
Pronti?
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Syria 26 anni dopo la vittoria a Sanremo
Dopo avervi mostrato Syria oggi (autoscatto dell’8 maggio, eh?!?) partiamo col dirvi che “No!”, il dito medio non è rivolto a voi che leggete. È tutto un gioco in cui abbiamo coinvolto l’artista. Come lo è questo articolo che del resto sta nella nostra sezione Musica leggerissima. Anzi vi diremo di più, nel chiedere a Syria questo scatto le abbiamo espressamente chiesto: “Oh, mettiti qualche filtro, non sia mai che ci fai fare brutta figura… esagera pure nel caso”!
Questo gioco nasce dal mio consueto giro per il web per vedere un po’ che si dice… un po’ come le vecchie comari. E così capito nel solito articolo che ha solo uno scopo, dire poco ma spingermi a cliccare (e quindi generare soldi dal mio click). Titolo? Syria, da Sanremo alla scomparsa, faticherete a riconoscere che sia lei.
Ora, io Cecilia Syria Cipressi in arte Syria non la vedo di persona da prima della pandemia, ma la conosco da 27 anni, e mi è sempre sembrato tutto ok. Certo si cresce, si cambia, si matura e il corpo cambia… ma al di là di questo se una è gnocca rimane gnocca. Gnocca matura, gnocca al dente. Ma ci siamo capito no?
Quindi mi sono chiesto? Mazza, ma la seguo su Instagram e non ho notato nulla, che sarà successo?
Mi si è svegliata troppo rugosa da un giorno all’altro?
Sarà ricorsa in una notte all’uso del botox?
Avranno beccato una foto di quelle venute male che, non solo non ti rende giustizia, ma maledici chi te l’ha fatta?
Niente, nulla di tutto questo. Nell’articolo si trovano info sulla carriera di Syria, anche verere. Del tipo che negli ultimi anni si è dedicata al teatro (una spettacolo sulle donne della musica italiana, uno su Gabriella Ferri e uno, scritto in pandemia, sulla musica brasiliana con al centro l’album di Ornella Vanoni La voglia, la pazzia, l’incoscienza l’allegria) e che, salvo alcune apparizioni in tv (vedi la vittoria a Star in the star cantando in maniera eccellente i brani di Loredana Bertè), ha scelto per il momento di stare lontana dal mercato discografico.
Insomma perché scrivere un articolo senza niente da dire? Perché genera click che generano entrate (in gergo clickbait). E perché scrivere a nostra volta un articolo del genere? Perché genera click, che generano soldi e che, almeno in noi, generano frustrazione. Non i soldi, questi articoli!
Perché si tratta di “notizie” con titoli un po’ cringe, diciamocelo, e che a volte sono innocui (anche se qui si sta facendo leva sotto sotto sulla malsana ossessione di alcuni per l’aspetto fisico e per l’invecchiamento, sopratutto dei volti noti, che può portare dei disagi all’obiettivo di turno non abbastanza strutturato), altre volte meno.
Ricordo l’anno scorso una foto di Alessandra Amoroso in lacrime e il titolo che tuonava: “Alessandra Amoroso disperata: il dramma della malattia“. Una volta aperto l’articolo (con conseguente click e soldino per chi lo pubblica) dentro si parlava dell’intervento alle corde vocali di Alessandra risalente a cinque anni prima.
Ma quel titolo ha mandato in allarme migliaia di fan e non solo andando tra l’altro a toccare un argomento delicato come la salute.
La nostra rubrica Musica leggerissima era nata proprio per prendere in giro questo tipo di “stampa”. Niente, ci siamo accorti che bisogna essere portati per farlo. E infatti scriviamo pochi articoli, parlando di leggerezze legate ad artisti appartenenti al mondo della musica, ma i titoli eclatanti, e a volte di pessimo gusto, non ci vengono. O meglio, ci vengono ma proviamo un sano disagio. Siamo troppo boomer forse!
In ogni caso vi abbiamo rassicurato: Syria sta bene, è riconoscibilissima, continua a lavorare al di fuori dei circuiti mainstream, ha due figli e una famiglia, e si beve una bel calice di vino in campagna alla nostra salute.
N.B. Articolo ispirato ad articoli “realmente accaduti”