E cominciamo proprio oggi con quella di Chiara Dello Iacovo.
“Dall’interno”
Usando questo articolo come pretesto, io e me stessa abbiamo impiegato le nostre sinapsi per cercare di ricostruire una cosiddetta “giornata tipo”. Tentando di farlo, ci siamo accorte che non ne esiste una. Indi per cui, ho decretato (abbandono la mia megalomania latente e torno a parlare al singolare) che l’unico punto di congiunzione fosse che tutti questi giorni a se stanti, fossero vissuti da me. Ecco il movente intuibile di questo titolo banale, ecco perché saranno tutte scattate dal mio punto di vista: benvenuti nei miei occhi. Nonostante tutto, giuro che anche le foto hanno un senso logico per lo meno apparente.
Di sicuro uno dei motori trainanti della mia vita è la musica: questo è uno dei rari momenti in cui posso limitarmi a viverla in terza persona ed ascoltare le mie canzoni diventare grandi. Il resto delle volte si divide in fogli e tasti bianchi che mi ricordano quant’è difficile il lavoro più bello del mondo, e in microfoni che nascondono parzialmente la faccia corrugata di Davide, l’unico produttore che se la gioca con me se si parla di essere disadattati.
Se c’è una cosa di cui non posso fare a meno (paradossalmente più di un pianoforte), è un quaderno su cui scarabocchiare. I miei disegni sono parte integrante di me, il profilo visivo della mia fantasia. Mi vengono in soccorso senza esitazioni e amano stupire: a volte nascono dalle parole di una canzone, altre volte è una canzone che nasce dai loro assemblaggi imprevedibili…
La strada. Il corrimano del mondo. Volente o nolente questo mestiere ti obbliga a spostarti molto… e i pensieri ringraziano, e si prendono il tempo di sedimentare nei vari cassetti dell’anima… L’unico modo che si ha per apprezzare di star fermi è viaggiare: e quando non lo si fa coi piedi, si ricorre alla testa.
Ho mentito: l’ultima foto è dal punto di vista di chiunque. Adesso il tuo. In realtà l’idea iniziale implicava una foto in cui calciavo una palla, correvo, mi arrampicavo su una pertica: insomma, in cui mettevo in moto le fibre oltre che i neuroni (fattore necessario altrimenti si rischia di restarci, tra le nuvole). Poi però ho pensato che come dice Novecento “in culo alla legge“: questa non sarà la foto di una mia giornata tipo, ma di sicuro di una giornata felice. E sarebbe bene ricordarci tutti di farle coincidere più spesso.
Chiara