4 Settembre 2022
di Direttore Editoriale
Condividi su:
4 Settembre 2022

60 anni di Amadeus. L’uomo che, senza proclami, ha ridato forma al Festival di Sanremo portandolo nel nuovo millennio

Compie gli anni il presentatore che è stato principe del Festivalbar per poi diventare il rivoluzionario pacato di Sanremo

Amadeus 60 anni
Condividi su:

Oggi Amadeus, vero nome Amedeo Umberto Rita Sebastiani, nato a Ravenna il 4 settembre del 1962, compie 60 anni. Per le nuove generazioni Ama, come lo chiamano gli amici, ma non solo, prima di diventare il volto del Festival di Sanremo è stato il re dei quiz, da L’Eredità ai I Soliti ignoti. In realtà la sua carriera, partita com Dj, è sempre stata contraddistinta da un grande amore, quello per la musica.

Per il suo debutto deve ringrazia il re dei talent scout, Claudio Cecchetto, ma sopratutto se stesso. Capace di cogliere le occasioni. E non tutti sanno che la sua carriera è partita grazie ad una piccola bugia bianca.

Trasferitosi con la famiglia a Verona, città che lo ha visto di casa anche in tv, prima col Festivalbar poi con Arena 60, 70, 80 (e quest’anno Arena ’60, ’70, ’80 e… ’90), lavora a Radio Verona e Radio Blu. Incontra Cecchetto durante un servizio sul Festivalbar e mente dicendogli di vivere a Milano dove fa il doppiatore… riesce a mandare a Claudio una cassetta con un provino e il talent scout decide di farlo debuttare su Radio Deejay nel 1986.

Ed è qui che conosce e stringe un legame di amicizia con Jovanotti e, soprattutto, con Fiorello. Un’amicizia tale che, anni dopo, lo showman deciderà di salire sul palco di Sanremo, tante volte “evitato”, proprio per amicizia e condivisione.

Amadeus lavorerà quindi a Radio Capital e a Rtl 102.5.

In televisione fa il suo esordio, sulle reti Mediaset, proprio grazie a DeeJay Television e Deejay Beach, nel 1988. Da allora, tra alti e bassi (dovuti più alle dirigenze che ai suoi risultati) non lascerà più il mondo della tv.

Il giro di boa nella sua carriera avviene quando Vittorio Salvetti lo chiama a condurre la manifestazione musicale dell’estate… il Festivalbar.

Lo conduce nel 1983 con Claudio Cecchetto, Fiorello e Federica Panicucci. Nel 1994 , nel 1995 con Federica Panicucci e Laura Freddi, nel 1996 con Alessia Marcuzzi e Corona e, infine, nel 1997. Insomma diventa il Pippo Baudo del Festivalbar dove, tra l’altro, sarebbe dovuto tornare nel 2006 ma poi la cosa sfumò.

La musica è parte fondamentale anche di altri show che conduce come Le stelle della musica, Music Farm, Ora o mai più, Canta e vinci, Venice Music Awards

Tanti ovviamente i programmi anche non musicali da Meteore a Domenica In, da Mezzogiorno in famiglia a Reazione a catena, ma il suo nome si lega al pre serale di casa Rai quando, da una sua idea con Stefano Santucci, crea L’Eredità.

Oggi è l’uomo capace di stare in tv quanto stakanoviste come Maria De Filippi o Barbara D’Urso, da I Soliti Sospetti a L’Anno che verrà, e di non stancare mai il pubblico che gli regala sempre ascolti altissimi.

Le sue doti più apprezzate? Lo stile classico ma al tempo stesso moderno, la trasparenza, anche nell’arrabbiarsi se serve, l’innata dote di improvvisare davanti all’imprevisto (vedi la storia Bugo – Morgan a Sanremo), l’essere un padrone di casa sicuro ma al tempo stesso capace di condividere la scena e dare spazio, farsi spalla.

Anche i discografici, per la verità un po’ dubbioso quando nel 2020 arrivò alla guida del Festival di Sanremo quello che per loro era “Mr. Preserale” oggi lo rispettano e gli sono riconoscenti.

Da almeno vent’anni, dalla fine dell’epoca Baudo, tutti cercando di cambiare il Festival di Sanremo e ti traghettarlo in una nuova epoca, più vicina anche ai giovani. Dai regolamenti per categoria di Paolo Bonolis agli “One Sanremo Man” di Baglioni fino alle doppie canzoni in gara di Fazio.

Amadeus non ha mai promesso tutto questo. Semplicemente lo ha fatto. Ascoltando la musica che amano i ragazzi, rispettando la tradizione ma al tempo stesso capendo che non può restare statica per sempre. E ancora prendendosi tutte le responsabilità delle sue scelte, dal regolamento al cast dei big e, mettendosi in gioco e captando che ci sono “imprevisti” che vanno resi parte dello show, non ostacolati.

Come è successo l’anno scorso per il Fantasanremo che era un successo, ma è diventato un successo ancora più forte e credibile grazie a lui che ha giocato sul palco rendendo la gara, seria, ma un po’ meno messa cantata.

Ora ci aspettano ancora due Festival con la sua direzione una conferma importante che gli permetterà di non lavorare più a vista, di anno in anno, ma di tracciare la strada verso il futuro del Festival.

Perché Amadeus compie 60 anni ma, molto probabilmente, è una di quelle persone che sa ancora parlare con il ragazzo dentro di sé e questo lo rende trasversale, innovativo ma anche rispettoso di quello che è stato e di chi lo ha realizzato.

Tanti auguri di cuore Ama.