16 Marzo 2023
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16 Marzo 2023

Sanremo 2024: Amadeus già al lavoro su scenografia e canzoni, politica permettendo

I rumors parlano di una politica che vorrebbe portare cambiamenti mentre il mercato discografico ringrazia

anremo 2024: Amadeus già al lavoro su scenografia e canzoni, politica permettendo
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Mancano undici mesi all’inizio del Festival di Sanremo 2024, il quinto di Amadeus, ma il direttore artistico del Festival è già al lavoro sulla 74esima edizione.

Questo grande anticipo sull’inizio dei lavori, segno dell’amore del presentatore verso il Festival e della grande professionalità che lo contraddistingue, è qualcosa che Amadeus ha guadagnato sul campo in questi anni.

Il primo Festival, quello del 2020 gli venne assegnato (si mormorava con gli allora vertici Rai non molto propensi) a inizio agosto. Fu praticamente una corsa contro il tempo metterlo in piedi. Le conferme per l’edizioni successive, quelle 2021 e 2022, arrivarono ma non subito.

Questi tre Festival sono stati però un successo sotto ogni punto di vista, dagli ascolti allo show televisivo, dall’appeal della manifestazione sul pubblico ai guadagni portati alla Tv di stato, da fargli guadagnare, prima volta nella storia del Festival, la conferma già a marzo 2022 alla guida di non uno, ma ben due altre edizioni del Festival.

Un risultato conquistato anche grazie ad un merito incontestabile da chiunque: l’aver riportato al centro ella manifestazione le canzoni, aver svecchiato il festival, averlo reso nuovamente una vetrina in cui anche i big della musica italiano vogliono essere in gara e aver permesso alle canzoni del Festival di essere grandi successi come non accadeva dagli anni ’90.

Qualche numero?

Sanremo 2020
17 dischi di platino
2 dischi d’oro
oltre 1.260.000 copie certificate

Sanremo 2021
28 dischi di platino
5 dischi d’oro
oltre 2.135.000 copie certificate

Sanremo 2022
32 dischi di platino
5 dischi d’oro
oltre 3.450.000 copie certificate

E Sanremo 2023? In un mese e mezzo soltanto siamo già a 6 dischi di platino e 9 dischi d’oro per oltre 1.050.000 copie certificate.

Amadeus già al lavoro su Sanremo 2024

Amadeus è già al lavoro sul Festival di Sanremo 2024. Ha già in mente alcuni artisti da coinvolgere e pensate che stanno già arrivando le prime canzoni. Insomma la voglia di esserci a tutti costi cresce di anno in anno al punto che non fa in tempo a finire l’edizione precedente che già c’è chi ha la canzone per quella successiva.

Un elemento importantissimo su cui Amadeus vuole lavorare andando a rivoluzionare è la scenografia. E infatti il Direttore artistico, come si può vedere dai social, si è già incontrato con Gaetano e Maria Chiara Castelli per iniziare a discuterne.

Del resto come detto dallo stesso Amadeus: “Chi ha tempo non aspetti tempo…

Certo nei corridoi Rai girano strane voci… del resto è noto che l’ultimo Festival di Amadeus non sia piaciuto alla destra italiana in quanto troppo fluido, troppo inclusivo nei confronti del mondo omosessuale (non sia mai che si esca dal recinto) e che persino il direttore di rete Coletta, ci perdoni, sembrerebbe troppo gay.

Qualcuno dice che la destra, nonostante i risultati, nonostante le belle canzoni, nonostante un contratto in essere con Amadeus per l’edizione 2024 stilato nel 2022 e, soprattutto, nonostante i grandi incassi portati alla televisione di stato, vorrebbe cambiare.

Ora, pur ammettendo che qualche scivolone è stato fatto, che a volte la situazione è sfuggita di mano e che qualche artista ha calcato la mano nello spettacolarizzare alcuni momenti, le domande che vengono da porsi sono diversi e di diversa natura.

Tipo…

Arriverà un momento che questo governo la smetterà di trovare alcune cose “troppo gay” e si renderà conto che nessuno ha mai trovato qualcosa o qualcuno “troppo eterosessuale”? Esiste un problema nel considerare tutti normali e uguali, al di là della propria sessualità (le dichiarazioni di La Russa a Belve su un possibile “figlio gay ne sono la prova del resto).

Possiamo finirla con questa assurdo assioma tutto italiano che, chi lavora bene e porta risultati, rischia di saltare per questioni politiche?

Possiamo lasciare, o far diventare, il palco del Festival un posto in cui contano le canzoni, l’arte e dove la politica non mette mano?