Andrea Vigentini Dall’altra parte del cielo è il titolo del nuovo singolo del cantautore in arrivo in radio, nei digital store e sulle piattaforme streaming dal 3 gennaio.
Dall’altra parte del cielo rappresenta un nuovo passo verso l’uscita del primo album dell’artista. Dalla fine del 2018 sono stati infatti lanciati già quattro singoli: Magari, Come va a finire, Un giorno semplice e Come l’estate.
Il nuovo brano è una canzone che parla delle cose che a volte dobbiamo dimenticare o accantonare perché troppo forte è il dolore legato al ricordo… eppure troppo caldo è il calore umano che emanano allo stesso.
Come quella cassetta che ascoltavi mentre andavi al mare con i tuoi genitori o quella canzone che ogni volta che parte in radio riesce sempre a farti piangere.
Andrea Vigentini Dall’altra parte del cielo Testo
(Edizioni Tetoyoshi Music Italia)
Abbiamo tutti qualcosa da dimenticare
da cancellare come i murales
vie di fuga da pianificare
una ferita aperta, una giacca che non metti da un po’
e che non riesci a buttare
anche se è piena di buchi di sigaretta
una cassetta che ascoltavi mentre andavi al mare
dietro i sedili di tuo padre e tua madre
ma quanto manca per arrivare
ma quanto manca mi vorrei tuffare adesso
i cruciverba sotto l’ombrellone, una granita al limone
Lontano lontano lontano
dall’altra parte del cielo
dentro un sottomarino giallo
e sull’isola che non c’è
vicino vicino vicino
per mano come da bambino
quando mi prendevi e mi lanciavi in alto
e se cadevo come adesso ero sicuro
che tanto c’eri tu, che tanto c’eri tu
Abbiamo tutti un segreto
e un desiderio da esprimere
da lucidare per San Lorenzo
che chiudi gli occhi e te ne stai in silenzio
e poi stringi i pugni e respiri
un giocattolo rotto nascosto in fondo all’armadio
una canzone che se passa alla radio
e ci fa piangere, ci fa incazzare
ci fa sentire vivi
e in mezzo a tutte queste luci ci penso spesso
Lontano lontano lontano
dall’altra parte del cielo
dentro un sottomarino giallo
e sull’isola che non c’è
vicino vicino vicino
per mano come da bambino
quando mi prendevi e mi lanciavi in alto
e se cadevo come adesso ero sicuro
che tanto c’eri tu, che tanto c’eri tu
E mi sorridi come ieri
e non sai mai che cosa dirmi
ma non fa niente se non parli
non siamo poi così diversi
in mezzo a questo rumore ci penso spesso
a quelle cose che cambiano senza cambiare
alla sua bocca davanti senza sapere che fare
Lontano lontano lontano
dall’altra parte del cielo
dentro un sottomarino giallo
e sull’isola che non c’è
vicino vicino vicino
per mano come da bambino
quando mi prendevi e mi lanciavi in alto
e se cadevo come adesso ero sicuro
che tanto c’eri tu, che tanto c’eri tu
che tanto c’eri tu, che tanto c’eri tu