Torna anche questa settimana l’appuntamento con l’ascolto in anteprima dei singoli in uscita in radio domani fatto da Fabio Fiume.
Attenzione i voti espressi alla fine della “minirecensione” sono attribuiti in scala al percorso dell’artista in questione e non mettendo in paragone un canzone di un artista e quella dell’altro.
Arianna & Flo Rida – Who did you love
Ci ha provato gusto alle collaborazioni americane la nostra Bergamaschi, e vorrei ben vedere! E così dopo Pitbull e Shaggy arriva anche Flo Rida, per questo brano che ha suoni alla moda ( ormai Major Lazer fa tendenza ). Molto carino ed easy, ma che ha un solo difetto: svilisce le doti vocali della nostra, appiattite da effetti vocali di cui non ha sinceramente bisogno.
Sei
Babylonia – Back to you
La malinconia di cui la voce di Max Giunta, leader del progetto, è portatrice sana, conferisce un pathos di primo ordine a composizioni elettroniche ispirate che non invidiano quelle d’oltre Manica. L’Italia stenta ancora ad accorgersi come deve dei Babylonia e la cosa che fa rabbia è che poi si da spazio a progetti simili non nostri.
Sette ½
Tanya Borgese – 7 vite
Annacquato poppettino tinteggiato di blues di cui non sentivamo nessun bisogno. Come son bravi a The Voice a sgambettare le carriere sul nascere… Davvero non c’era di meglio?
Quattro =
Briga – Baciami
“Io me la immagino già ad angolo retto” non è certamente politically correct, ma Briga è un rapper ed a loro questo è concesso. Orecchiabile, estiva, senza pretese di memorabilità ma funzionale
Sei
Claudio Baglioni & Gianni Morandi – C’era un ragazzo…
Vabè cosa si può dire al brano? Nulla, assolutamente nulla. Ineccepibile fotografia di un momento storico lontano solo negli anni ma non nelle menti. La nuova versione che i due “vecchietti” del pop mantiene inalterata la prerogativa di forte storia da raccontare, da tramandare. Belli i momenti in controcanto per due voci che mai avremmo immaginato combinarsi assieme.
Sette
Nick Casciaro – Cosa non si fa
Non è per nulla facile restare visibile quando si esce da un Talent che tanti nomi propone, ma Nick con la sua voce bruna e penetrante qualche possibilità l’aveva; ha rischiato di sciupare tutto diventando la voce di un’inguardabile edizione di Domenica In. Poi per fortuna alla sua giovane età si può rinsavire in fretta e la guarigione forse passa per questa canzoncina che ha di base un piano che è un po’ troppo vicino a quello di “Everybody changes” dei Keane, ma che si lascia cantare.
Sei +
Jovanotti – Ragazza magica
Continuo a pensare che Jovanotti abbia trascurato le cose migliori del suo recente “Lorenzo 2015 CC”, e finalmente adesso, con questa scelta, arriva un singolo che in automatico ti mette il sorriso sulla faccia, un brano ispirato e solare come lo furono “Bella” o “Un raggio di sole” Lorenzo è maestro di buon umore.
Sette ½
Les Italiennes – I don’t wanna be your girlfirend
Pochi forse si ricorderanno delle Triacorda, qualcuno in più de’ Il Genio. Adesso le cantanti dei due progetti ( il secondo non concluso ) si propongono assieme con questo singolo che trae ispirazione da quanto fatto nelle rispettive carriere con un sguardo internazionale a cose tipo le Client. Suona molto bene.
Sei ½
Ciccio Merolla – O’ munno che sento
Quando la musica viene concepita come tale, senza alcun mero fine commerciale i risultati sono sempre altissimi. Una base su cui non è possibile non avere l’istinto di muovere un piede, un ginocchio, schioccare dita, sbattere a tempo le dentiere. Le trombe finali sono geniali e rendono appetibile il brano per aperitivi da club sulla spiaggia. Se ne accorgeranno?
Otto
Nesli – Equivale all’immenso
Canta sempre di più Nesli continuando il suo allontanamento spontaneo dall’hip hop. Ha fatto cose anche da brividi in passato ed “Equivale all’immenso” non ne regala. Di certo però quel che arriva è una consapevolezza pop, una scrittura lineare, un’apertura leggera ad un nuovo progetto che potrebbe finanche consacrarlo.
Sei ½
Nobraino – Vertigini
Festaiolo ; anche i Nobraino strizzano l’occhio ad un’appetibilità radio mai stata così ostentata. Musicalmente facilotta eppur non riesce a nascondere un approccio musicale colto. Che sia la maniera che Nobraino sfruttano per ampliare il proprio colto pubblico?
Sei
Alice Paba – Parlerò d’amore
Non poteva che vincere l’unico pezzo decente presentato a The Voice; dirò di più: siamo anche ben oltre la decenza. La Paba è interessante anche se in particolare, in questo pezzo, si sente moltissimo la vicinanza con Dolcenera e le sue ultime interpretazioni.
Sei +
Pupo – Non odiarmi
No, non vi sbagliate se pensate di essere di colpo a Sanremo 1984, Festival in cui Pupo, tra l’altro, ha davvero partecipato. Il problema è che sembra esserci rimasto. Peccato perché il pezzo non è melodicamente brutto. E’ una questione di arrangiamento, di intenzione, di aura. La sua puzza di formaggio lasciato a perire in frigo… ti dispiace ma devi buttarlo!
Quattro 1/2
Marina Rei – Portami a ballare
Una talentuosa artista e polistrumentista che è andata incontro ad un’inaspettata disaffezione del pubblico di massa che l’aveva accolta a metà degli anni 90 con tripudio. Eppure Marina sembra non avere mai dato peso al fatto di non piacere più a pubblici da Festivalbar, almeno fino ad adesso in cui questa “Portami a ballare” ce la riconsegna uptempo, con atmosfere più lontane da mondi rockeuse affrontati prima e quelli di nicchia frequentati poi. Sarà sufficiente? Ci vuole sostegno.
Sei
Romozionekoatta & Omar Pedrini – Sole spento
Il miglior brano di sempre dei Timoria, se con Renga non saprei dirlo, col solo Pedrini senz’altro, viene riportato all’attenzione in questa inedita versione ska che non tralascia però la potenza di un inciso rock, composto in maniera rock, per risultare fortemente rock. E’ un piacere riascoltarla, ma il fascino dell’originale resta li, intoccabile. Comunque accettabile.
Sei
Fabio Rovazzi – Andiamo a comandare
Qualche radio la sta già pompando nonostante l’uscita reale sia scadenzata per domani. Avrà le sue possibilità ma si può dire anche no alla tamarrata?
Tre
Valerio Scanu – Io vivrò
Ma che senso ha, per una volta che ci sarebbe qualcosa di valido da proporre dall’album scegliere la cover come secondo singolo? Non può essere solo perché a Sanremo andò bene, perché col televoto chi pensava che a Scanu potesse andar male, pure se si limitava a spernacchiare nel microfono? E soprattutto chi ha pensato che questo pezzo potesse essere in linea con la stagione? Andiamo su! E’ una martellata alla prostata!
Quattro
Elya Zambolin – Evelyn
Pezzali ne ha tessuto le lodi. Si è imperticato in discorsi che volevano sottolineare una versatilità dimostrata dal suo concorrente durante The Voice, salvo poi non rendersi conto che i brani erano più o meno tutti in linea. Forse la carta differente viene giocata solo con questo inedito ma non è quella vincente! C’era davvero bisogno di Elya nella discografia italiana e più che altro di un pezzo come questo?
Quattro
Renato Zero – Rivoluzione
Quando evita di essere nostro signore dei sermoni, Renato Zero continua ad essere quella simpatica canaglia della canzone italiana, quello che ha saputo reinventarsi mille volte. “Rivoluzione” non è memorabile come le pagine del pop che lui ha marchiato con la propria effige, ma almeno puoi sentirla anche due volte di seguito.
Sei +