Oggi, 26 aprile, è il giorno dell’uscita in radio e negli stores digitali di La Consapevolezza Della Fine, il nuovo singolo di Stefano Ardenghi.
Il brano racconta della fine di un amore. Un addio tra due persone che si sono amate, ma che vivono la sensazione di aver percorso due binari adiacenti, ma opposti. Un’analisi lucida, diretta e sintetico.
La Consapevolezza Della Fine è musicalmente ispirato a sonorità anni ’80 e ’90. Un pop elegante con influenze funk-dance che invita ad alzarsi dalla poltrona, a ballare, a reagire e a rinascere. Ecco come la racconta Stefano Ardenghi:
“Ho voluto anticipare l’uscita del mio prossimo album con questo brano perché rappresenta per me una rinascita. Raccontando la fine di un amore, racconto anche la fine di un’amicizia , di un progetto, di un’idea o di quello che poteva essere e non è stato.
Nessun rimpianto, ma per giungere a vita nuova è stato necessario, per me, fare autoanalisi su alcune situazioni del mio passato ed ora sono un po’ più…consapevole.”
Il singolo anticipa l’album che ancora non ha un titolo ma che verrà pubblicato entro la fine dell’anno.
LA CONSAPEVOLEZZA DELLA FINE – ANTEPRIMA VIDEO
Il brano è accompagnato da un videoclip realizzato in bianco e nero dal regista Manuel Bove. Idea semplice, ma ben realizzato grazie anche alle tre location milanesi scelte, in cui Stefano Ardenghi si muove alla perfezione: un limbo interno (come luogo simbolo della memoria, della coscienza e della convalescenza), poi un tunnel metropolitano e un percorso all’aperto (come luoghi della reazione, del superamento e della liberazione).
Nelle tre location scelte l’artista canta, balla e cammina… anche all’indietro!
LA CONSAPEVOLEZZA DELLA FINE – TESTO
Testo E Musica: Stefano Ardenghi
Edizioni – Proprietà dell’autore
Sto sperimentando su di me
la consapevolezza della fine;
piccoli segnali già ne ho
quando lo sguardo volge altrove.
Niente più da perdere per me e per te,
calamitati a sbarre di prigione;
fuori o dentro chi sta non lo so
se non ci sono chiavi a uscire
Cosa inventerò? Cosa inventerai?
Quasi certamente, a un certo punto quasi illogico,
rivendicherò, rivendicherai,
molto attentamente come ci leggessimo in faccia un libro.
T’accompagnerò, m’accompagnerai
dentro alle stazioni dove i treni più non fermano.
T’abbandonerò, m’abbandonerai
dentro nelle sale del pensiero dove abbordano i cliché
Vivisezionarsi di perché
è diventato un passatempo ostile
alle libertà che attendono
in fondo a queste strade vuote
Niente più da perdere per me e per te
seduti accanto al nostro finestrino;
direzioni opposte a dirci che
non siamo sullo stesso treno.
(non eravamo sullo stesso treno)
Cosa inventerò? Cosa inventerai?
quando tra miliardi di anni luce ci vedremo un po’
Rivendicherai, rivendicherai
con qualcuno che finge conforto e non ti accende un sorriso
T’accompagnerò, m’accompagnerai
quando al freddo delle solitudini staremo un po’
T’abbandonerò, m’abbandonerai
dentro nelle sale del pensiero dove abbordano i cliché
Abusate, come queste,
frasi fatte son già scritte;
come nuove son già vecchie,
mi preannunciano un’eclissi.