8 Giugno 2020
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8 Giugno 2020

Anteprima Video: Irene Ghiotto, un’analisi su ciò a cui siamo più legati nel singolo “Le Cose”

"Le Cose" è la traccia che chiude "Superfluo", il nuovo album di Irene Ghiotto. Il videoclip, diretto da Riccardo Fochesato, è in anteprima su All Music Italia.

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Irene Ghiotto torna con Le Cose, ultima traccia dell’album Superfluo molto apprezzato da pubblico e critica e uscito lo scorso autunno (ne abbiamo parlato Qui).

Il brano è accompagnato da un videoclip ideato dalla stessa Irene Ghiotto insieme a Riccardo Fochesato, che si è occupato di riprese, post produzione e montaggio presso l’Imaze Studio.

“A volte mi ritrovo a innamorarmi degli oggetti. I mobili di casa, i tendaggi, le lampade, i vestiti nell’armadio. Una tazza smozzicata, una ciabatta logora, il pigiama corto del ripiano di destra. La mia bicicletta, la borsa della spesa.

La spazzola rossa con i dentini di ferro, il cesto dei panni. I libri, tutti i colori delle copertine dei libri. La plastica dei dischi, il cartoncino dei vinili.”

Così commenta Irene Ghiotto, che prosegue:

“Cose utili, parzialmente inutili, totalmente trascurabili. Sono tessere di un universo interiore, proiezioni di un vivere quieto, al quale ritorno e sul quale si adagia il mio pensiero più puro.

La casa è un insieme di oggetti, episodi seriali di una storia come un’altra: sono le informazioni plastificate sulla mia carta d’identità.

Proietto su di essi, ignari e imperscrutabili rottami, tutta la soggettività del mio cordoglio nel separamene. Come quando assaggio con la punta della lingua le parole che fra poco arriveranno alla penna.”

ANTEPRIMA VIDEO – IRENE GHIOTTO LE COSE

“La realizzazione del video di ‘Le cose’ rappresenta un’indagine e diventa anello della catena sottile, ma assai robusta, che lega i contenuti di Superfluo.

Riprese e montaggio costruiscono un linguaggio comune anche ai video di “Assurdità” e “Preghiera per tutti”, riprendendo stilemi che già erano significanti dei concetti che l’intero album mi ha personalmente suggerito.

La visione dualistica espressa direttamente anche dal titolo stesso dell’album, in questo caso, viene affrontata visivamente mediante le immagini doppie della bambola e gli scarti temporali proposti simultaneamente in un susseguirsi cronologico non del tutto lineare.”

Queste le parole del regista Riccardo Fochesato che prosegue:

“Gli ingrandimenti del soggetto, la sua spazialità all’interno del fotogramma, così anche il suo capovolgimento, hanno lo scopo di metaforizzare i contrasti della vita umana dove passato, presente e futuro lottano e rimbalzano fino a costruire la trama della nostra personale narrazione.

La condizione di partenza della bambola non è un punto vergine, bensì di transizione: le cose accadono ma essa non ne viene definita perché può sempre scegliere di tornare indietro accettando, però, di poter diventare anche qualcos’altro.

A questo contribuiscono gli elementi visivi, che tramite aderenze e contrappunti allo svolgimento musicale, portano il fruitore ad un ascolto immersivo, ad avvilupparsi, come la bambola stessa, nella condizione di umanità, che le parole del testo ribattono e ricordano.”

Gli fa eco Irene Ghiotto:

“L’indagine sul femminile pervade Superfluo e incontra qui il suo gesto estremo: l’incontro tra eversione e dolcezza, indeterminatezza e geometria, divergenza e identità.

Il femminile non è il femmineo, non è l’effemminato. Non riguarda le femmine. È ciò che riguarda l’essere umani. L’essere senzienti, l’essere interiori, l’essere empatici, l’essere deterministici ma possibilisti. L’essere presenti e in trasformazione. L’essere innamorati, vulnerabili, aperti, feriti, indistruttibili.

Ho fortemente voluto concepire e costruire dei videoclip che si consentissero la possibilità di essere altro, non semplicemente immagini che raccontano una canzone, ma universi da essa indipendenti, come fonti – emancipantesi – di pura sete.”

LE COSE – IL TESTO

Le cose che amo di più sono quelle che devo abbandonare
Per cui ho speso un tempo che non torna indietro

Le parole che amo di più sono quelle che devono arrivare
Se spenderò un tempo a restare ad aspettare le cose

Me lo lascio fare se lo posso sopportare
e mi sentirò immortale finchè mi farà male
Me lo lascio fare finché mi farà male
e mi sentirò immortale se lo posso e lo posso sopportare

Le parole che amo di più sono quelle che ho scelto di rubare
e poi ho speso un tempo per fartele ascoltare