E’ uscito Fumo Denso (NoOx Rec), il nuovo singolo di Salem Addams. Si tratta di un brano intimo, malinconico, che segna un’altra tappa dell’artista ligure nel proporre un rap conscious inedito, in grado di omaggiare la scuola cantautorale genovese. Il videoclip è in anteprima su All Music Italia.
Salem Addams è il nome d’arte di Alex Mussa, giovane rapper di origini dominicane nato nel 1993 a Sanremo poi trasferito a Genova.
Fumo Denso racconta una notte senza fine affrontata con sigarette e alcool, aspettando l’alba di un giorno che Salem Addams vivrà solo alla sua fine.
Il ragazzo accarezza così i ricordi di una relazione che oramai è finita. Lo fa con un senso di calma accettazione, sapendo che le relazioni lasciano ferite e bisogna imparare a conviverci.
“Fumo Denso è una canzone di confessioni, in cui analizzo contemporaneamente un amore tossico ormai finito e il rapporto con i miei vizi.
Il testo è scritto come la pagina di un diario, creando un flusso di coscienza che si concentra sulle emozioni che caratterizzano gli addii, raccontando anche di come il dolore finisca per sfociare in un rapporto ossessivo con il fumo e l’alcol. Questi ultimi diventano sfogo, salvezza e condanna allo stesso tempo.”
Queste le parole con cui Salem Addams descrive Fumo Denso, brano prodotto da Beatcoin e Il Belze.
Una chitarra arpeggiata e una drum machine leggera danno il giusto spazio al flusso di pensieri dell’artista, che crea una canzone strofica quasi priva di ritornello con una coda che segue l’annebbiamento della mente del rapper, dovuto al poco sonno e all’alcool.
ANTEPRIMA VIDEO FUMO DENSO SALEM ADDAMS
Il singolo Fumo Denso è accompagnato da un videoclip diretto da Alessandro Ogliani e Chiara Parodi, in cui si proiettano i ricordi dell’artista di una gita al mare con la propria ex ragazza sulla costa Sanremese.
A questo si sovrappongono immagini ed elementi simbolici, che enfatizzano la forza di un sogno fatto con gli occhi aperti.
“Il videoclip del brano è un breve film immaginato per rappresentare i ricordi legati al pezzo e collegarli al presente, in cui cerco di riviverli e a allo stesso tempo di spiegarli, cercando di esorcizzare in qualche modo il passato lasciandomi alle spalle i suoi simboli.”
FUMO DENSO – IL TESTO
Testo: Alex Mussa
Musica: Danilo Sperto e Gabriel Gutierrez
Editori: Thaurus Publishing
Il fumo nella stanza è denso e oggi non esco
dovrei pensare più a me stesso e oggi non riesco
quanti giorni come questo giorni che ho perso
ho un problema in questo caso te lo confesso
tampono le ferite ma con le cartine
da qualche mese non vedo più le mattine
Nike e pigiama per comprare i filtri
ma nel mezzo di una notte senza fine
mi viene sempre il dubbio che non passerà più
forse durerà finchè non passerai tu
non ho più segreti ormai la maschera è giù
vorrei averti tra le braccia come un bimbo il peluche
affogo la tristezza in acque torbide
mi mancano quelle tue labbra morbide
il fatto di quando perdi un complice
è che difficile dimenticare il codice
so mandarti a fanculo ma non dirti ti amo
sì dai te lo dico dopo che l’accendiamo
sì a modo nostro sempre come vogliamo
so fare forte e so anche fare piano
ora fumo per due ma non parlo per due
non ci sono altri due come noi due
nessuno ha fatto il fuoco che facciamo noi due
ma questo lo sappiamo solamente noi due
ne giro un’altra prendo come un rinforzo
nella mia vita non ho mai rincorso
l’unica cosa a cui non sono disposto
non c’è tua domanda a cui non abbia risposto
cerco solo un posto in cui non sono di troppo
e non so cosa voglio forse ho fumato troppo
non so cosa voglio forse ho fumato troppo
non so cosa voglio forse…
Vorrei fosse tutto diverso, vorrei avesse un’altra forma
però indietro non si torna, so che indietro non si torna
Continuerò a fumare anche se non mi conviene
non bevo per dimenticare, bevo per bere
non dovrei avere una pastiglia nel bicchiere
dimmi tu che cosa mi fa male e mi fa bene
di tagli ne ho tanti ma tu sei il mio preferito
vuoi ti dica che mi manchi? dai, ti sembro il tipo?
il bicchiere da spalla l’accendino come amico
sarò sul fondo se ti chiederai “dov’è finito?”
Foto di Chiara Parodi