Sanremo 2016 si avvicina e con esso la pubblicazione di Guardando il cielo, il nuovo album di Arisa.
La cantante lucana giunge al quinto disco di inediti composto da una tracklist di brani in cui si presenta come donna maturata emotivamente ed attenta al destino del Pianeta Terra:
“Questo disco esprime il mio desiderio di ricongiungermi con la natura. Più passano gli anni, più io mi sento una donna libera dalle convenzioni di questo tempo. Ho maggiore fiducia nel futuro, da quando ho iniziato a crederci. Prima pensavo continuamente “e dopo?”; invece adesso ho un atteggiamento più positivo e propositivo, perché so che qualunque cosa accada, non potrà mai essere troppo brutta“.
Un album ricco di collaborazioni. Si conferma il grande idillio artistico con Giuseppe Anastasi, ma si affaccia anche Federica Abbate, ormai firma fissa nei dischi italiani degli ultimi mesi, Don Joe dei Club Dogo, che scelsero Arisa per cantare la hit Fragili.
Troviamo inoltre brani, spunti e arrangiamenti di Cheope, Fabio Gargiulo, Stefano Galafate, Andy Ferrara, Andres Diamond e Carlo U. Rossi. Due le tracce che vedono la cantante nel ruolo di autrice di parole e/o musica: Una notte ancora e Come fosse ieri.
Tanti i temi trattati nel corso della carriera da Rosalba Pippa. Dagli amori con tutte le loro sfumature, ai concetti di pace e democrazia, la vita comune con la sua semplicità e le sue bizzarrie, il reale e l’ascetico: “Mi impegno per fare in modo che nelle mie canzoni ci sia sempre un messaggio: vorrei essere testimone di un vissuto che possa arricchire la vita degli altri. Sono sempre più convinta che l’arte sia l’unico mezzo per cambiare il mondo. I giovani ne sono la prova“.
Ecco la tracklist di Guardando il cielo raccontata, traccia per traccia, da Arisa:
01. VOCE
“La senti questa voce
Senti questa voce
Senti com’è in croce
Senti come il fiato piano se la porta via
Senti come arranca
Senti come manca
Perché sente che non sei più mio”
Una richiesta d’aiuto dopo una perdita importante, ma soprattutto il desiderio che la mia voce venga percepita nitidamente seppure confusa fra tante altre. Mi sono immaginata immersa nel caos di un quartiere cinese: una goccia in un mare di persone. Fra tante voci che s’incrociano, voglio che anche la mia si senta forte e chiara.
È il diritto all’attenzione che ciascuno deve rivendicare, perché abbiamo tutti anima, valori e dignità che meritano di essere ascoltati. Per la musica mi sono immaginata canne di bambù gocciolanti in un mercato di periferia. È un pezzo elettronico con un’impronta metropolitana.
02. GUARDANDO IL CIELO
“Stringo i pugni e rido ancora che la vita è questa sola
Se un giorno un’altra vita arriverà
Mi sono già promessa di non viverla in città e quindi
Di ogni giorno prendo il buono
Tanto a cosa serve a un uomo
Svegliarsi e dire che oggi non andrà
È troppo presuntuosa la previsione di una verità”
Il singolo di Sanremo, scritto tempo fa, per me è una preghiera: più di una volta, quando mi sentivo in difficoltà, ho cantato il ritornello e il malessere è sparito. Tutte le notti io rivolgo una preghiera a Dio. Mia nonna mi ha rivelato per prima il suo nome così io l’ho imparato, ma non me lo immagino barbuto e severo. Io credo nell’energia suprema che all’universo da la vita.
Ogni volta che guardo il cielo, io assisto ad un miracolo e so che posso rivolgermi a qualcosa che sposta le energie e cambia gli eventi, che traccia le strade che percorriamo. Già il brano Se vedo te del 2014 era riferito al cielo, alla natura, al verde dei miei boschi in Basilicata: osservare il cielo contribuisce a darmi misura, perché qualunque problema diventa piccolo rispetto all’immensità dell’universo, che per la sua imprevedibilità può sempre riservare un domani migliore, bisogna crederci. Non puoi pretendere che il cosmo ti assista se tu non ci credi, se non lo rispetti.
Uno dei miei modi per dimostrare gratitudine e rispetto è raccogliere oggetti non biodegradabili che trovo per strada nelle mie tante e lunghe camminate (non tutti, se Milano è pulita non è certo merito mio, ma contribuisco e costruisco ).
03. L’AMORE DELLA MIA VITA
“Cambiano i desideri e i confini sugli atlanti
E anche chi era qualcuno ieri adesso è solo uno dei tanti
Cambia la nostra età la direzione delle scelte
E a volte anche se tu non vuoi
Qualcosa poi si perde
Ma c’è qualcosa che resta sempre accesa
E vive dentro ad ogni cosa
Quando mi culli in un abbraccio
Ogni paura è cancellata ed io ritrovo in te da sempre
Per sempre
L’amore della mia vita”
Una musica eterea come un soffio che ti avvolge per cantare quegli amori che nascono con te e con te rimangono per sempre, anche oltre la vita. È dedicata ai miei genitori, che sono la forza che mi regge in piedi. Nulla è comparabile con l’abbraccio di mamma e il sorriso di papà. Fra quegli affetti che non hanno bisogno di continue conferme, perché sono giustificati e giustificabili a priori, c’è anche la mia terra: questa canzone è una sorta di richiamo della foresta. O per meglio dire, nel mio caso, richiamo del bosco.
04. FIDATI DI ME
“Fidati di me
Che sono un’imperfetta senza te
La vita va veloce amore mio
Servono certezze e servono carezze
Mi fai capire che hai paura
Ed io ti aspetto perché tu sei l’ultima creatura
Che ha dentro agli occhi
Il mondo intero ed un mistero
Tu sei la strada la direzione
Tra te e l’amore non c’è più nessuna distinzione
Ti chiedo adesso se mi è concesso metà del cuore”
Un’altra canzone ispirata ad atmosfere cinesi. Io vivo in via Paolo Sarpi, la cosiddetta Chinatown di Milano, e ho un rapporto attivo e stretto con quella comunità. Sono affascinata dalla cultura cinese, che può apparire inscatolata soltanto ad un osservatore superficiale. Noi occidentali ci sogniamo il loro rigore e senso del sacrificio in onore alla vita che è stata concessa.
La protagonista del brano è una geisha che vorrebbe trasformare la sua relazione mercenaria in un amore autentico. L’arrangiamento musicale si muove principalmente fra arpe e suoni acquatici in un’atmosfera che evoca la mancanza assoluta di gravità spazio temporale. L’amore della vita è per sempre.
05. LASCERÒ
“Lascerò te e questa casa
Non ho più domande non chiederò scusa
C’è stato un momento in cui tutto ogni cosa
Parlava di te
Lascio una storia finita
Tu non ne hai il coraggio e io mordo la vita
Il mio sguardo ha preso oramai un’altra strada
Ma senza di te e tu senza me”
Una ballata pop sulla fine di un amore. Mi suscita emozioni così intense che spesso mi sciolgo in lacrime mentre la canto. Scritta dal vecchio amico bassista ed eclettico autore Stefano Galafate e da Giuseppe Anastasi cinque anni fa, l’ho incisa soltanto adesso perché non mi sentivo abbastanza completa come donna per interpretare questo distacco così adulto. Ora si.
06. COME FOSSE IERI
“Basta dividersi avvicinarsi un po’ stavolta non ti perderò
Senza nascondermi tra i si non detti e i no
Di cui non so neanche il perché
Io non rinuncerò al suono dei tuoi battiti
A quanto amore sei”
Il cuore si riapre a un amore di cui finalmente si comprende l’importanza. Per mantenere viva la fiamma della passione bisogna mancarsi, desiderarsi e condividere il tempo insieme al massimo. Per scrivere il testo di questa canzone, su una base di Don Joe dei Club Dogo e l’armonia di Federica Abbate, mi sono ispirata al calore e ai colori di Mango: a quel sapore etnico che sapeva dare alle sue canzoni.
Anche un viaggio in Turchia ha influenzato il modo di cantare con certe inflessioni vocali. Sembra musica balcanica con un arrangiamento elettronico anticipato da un’ocarina, perché l’elettronica con il legno sta decisamente meglio.
07 .UNA NOTTE ANCORA
“Se ogni giorno ed ogni sera
Non mi lascerai mai sola
E di notte stringerai
I miei fianchi e dormirai
Sui miei seni e allora
Ti concederò una notte ancora”
Volteggiando su una nobile melodia canto un amore da costruire, senza darsi mai per scontati. Lei ha bisogno di avere fiducia nel partner e lui per riconquistarla dovrà dimostrarle forza e lealtà tenendola stretta tra le sue braccia ogni notte. L’amore è come una bicicletta in salita: se smetti di pedalare, va giù.
08. UNA DONNA COME ME
“Anche una donna come me
Ha bisogno di un uomo
Come il lampo ha bisogno del tuono
Come il gelato del suo cono
Come il sasso della fionda
E la prima volta della seconda e…”
Le cosiddette “donne in carriera” sono temute dagli uomini e spesso restano sole. Questa canzone sulla scia di Sincerità vuole semplicemente ricordare agli uomini che anche la donna che di giorno comanda, la sera ha bisogno di un abbraccio, di coccole, di avere vicino un uomo con cui condividere la propria trasparenza. La musica ha un arrangiamento minimale dominato da contrabbasso e voce.
09. GAIA
“La Lapponia meta del turista
Con temperature tropicali tipo Hawaii
Il Sahara arriva fino all’Austria
L’Amazzonia è un ettaro di terra oramai
L’acqua è come l’oro
L’oro dei potenti
Tutti bravi in coro
4 i continenti l’Africa non c’è più davvero
L’Africa non c’è più lo giuro”
Gaia è la Terra “assediata da quello che resta dell’umanità… da questa strana civiltà“. Io vengo dalla campagna e sono particolarmente sensibile ai dissesti ambientali causati dalla nostra smania di vivere troppo comodi. La Terra è in difficoltà per le azioni degli esseri umani che ospita, ma quelli davvero in pericolo siamo noi, che saremo chiamati a pagare i danni che le provochiamo. La Terra comunque si rigenera e si adatta a qualsiasi situazione: saremo noi umani a subire le conseguenze delle nostre azioni irresponsabili.
In certi paesi della Lucania l’acqua è più preziosa dell’oro. La mia gente in Basilicata è in pericolo, troppi sono i malati di tumore intossicati dai gas di scarichi dei pozzi petroliferi, il cibo cresce in terre malate, bisogna fermarsi, pensare all’economia con misura e profitto. La gente non si cura, o finge di non sapere, che chi getta i rifiuti dove non si deve, non uccide la Terra bensì tutti noi. È una questione di mancanza di educazione civica, è bello prendersi cura del mondo, è la nostra casa. Solo chi ha visto cose belle proverà a fare cose altrettanto belle… chi ha visto solo brutture, non farà nulla.
Ciascuno di noi può contribuire a proteggere la nostra Terra con piccoli e semplici gesti quotidiani: io, per esempio, giro per Milano quasi sempre a piedi o con una delle mie tre biciclette. Uso l’auto solo se è indispensabile. Oltretutto oggi ci sono svariate possibilità per condividere la stessa auto con altri e inquinare di meno. Siamo stati creati dall’universo in modo perfetto: dobbiamo avere cura dei doni che riceviamo ogni giorno, primo fra tutti l’aria che respiriamo, invece li diamo per scontati. Se la gente crede davvero in Dio, deve impegnarsi per custodire al meglio ciò che Dio ha creato. Anche Papa Francesco ha parlato di questa emergenza nella sua enciclica.
10. CUORE
“Sto vivendo con te
I miei primi tormenti
Le mie prime felicità
Da quando
L’ho conosciuto
Per me, per me più pace non c’è”
Volevo dedicare una canzone al cuore, che mi permette di emozionarmi e cantare in un certo modo. Così ho scelto questo bellissimo brano della grande Rita Pavone (cover italiana della hit statunitense Heart, scritta da Barry Mann e Cynthia Weil) da interpretare al Festival di Sanremo nella serata in omaggio alla canzone italiana. Anno dopo anno, spero di instaurare un dialogo con il mio cuore che mi permetta di non soffrire troppo e d’imparare a gioire e godere profondamente.
11. PER VIVERE ANCORA
“Non cerco la gloria è solo un momento
In cui sono lieta di questo coraggio
Ma è tanta la voglia di starti vicino
Che quasi respiro a fatica
E a piccoli sorsi io bevo i tuoi occhi
Così mi ubriaco d’amore
Lo so ti confondo con troppe parole
Ma sai quando ho una certezza
Io spero che accada
Che tu non te ne vada
Aspetto una sola carezza
Per vivere ancora”
Una dichiarazione d’amore speciale, composta e delicata. Io sono così: non so vivere senza amore…. sono innamorata dell’amore. Per me il fine della vita è creare altra vita: un figlio o un percorso condiviso. La musica ruota attorno a una fisarmonica dall’incedere parigino. Mi fa venire in mente il manga Lupin III: le rocambolesche scorribande di questo ladro molto romantico che ha sempre un pensiero per la sua Margot.