Attilio Fontana pubblica il singolo Gesù (l’ultimo comunista), con la partecipazione di Ivan Granatino. Il brano, in rotazione radiofonica e negli store digitali dal 6 dicembre 2019, segna il ritorno del cantante sulle scene musicali.
Dal 1996, l’artista ha fatto parte del gruppo I ragazzi italiani con cui ha realizzato sei album (un disco di platino, due dischi d’oro), accompagnati da quattro tour in Italia e un tour internazionale.
Dopo lo scioglimento del gruppo nel 2000, si è dedicato all’attività di attore recitando a teatro, in vari musical ed anche in film per il piccolo e il grande schermo.
Nel frattempo, Attilio Fontana non ha mai abbandonato la musica realizzando due album come cantautore (A nel 2008 e Formaggio nel 2014), nonché scrivendo colonne sonore e musiche per il teatro.
Nel 2013, ha partecipato al programma Tale e Quale Show aggiudicandosi il titolo di Campione e Super-campione.
Adesso, Attilio Fontana torna con un nuovo brano (su etichetta Senza Dubbi, distribuzione Believe).
A questo proposito, il cantante racconta:
“L’idea nasce diversi anni fa. Si trattava di una bozza di un soggetto teatrale, io incontravo Gesù sulla Tuscolana e lo portavo a casa mia spiegandogli come era cambiato il mondo dopo di lui, magari seduti sul divano davanti a una tv che lui avrebbe guardato sbigottito e deluso da un’umanità così individualista sempre più cinica, razzista ed egoica“.
Attilio Fontana prosegue:
“Nel pensare ad un disco nuovo ho deciso di partire da quel “GESÙ” e trasformare questo viaggio in una canzone, più ritmica, più veloce che potesse contenere un testo che ci “riflette” come dentro uno specchio”.
In particolare, l’artista ha voluto trasformare “questo “Gesù” in un Supereroe spaesato e sconfitto da noi che diventiamo i “Cattivi” cinici e ipnotizzati dall’era della velocità e pronti a barattare qualunque spessore morale a favore dell’iper tutto nell’iper subito dentro una fiera della Vanità“.
Attilio Fontana presenta Gesù (l’ultimo comunista)
L’artista confessa di essersi posto come obiettivo la realizzazione di “una canzone che potesse essere “contraddittoriamente” ascoltata per i suoi contenuti ma anche ballata da chiunque in “mezzo a una pista” per chi non presta troppa attenzione al testo, in una sorta di ambiguità “Rinogaetaniana” che ancora oggi è capace di rispecchiare il nostro modus vivendi moderno“.
Non nasconde però le difficoltà incontrate nel perseguire quell’obiettivo: “il confine tra ironia e agrodolce era così sottile che abbiamo cambiato arrangiamento sette volte smontandolo e ricominciando da capo prima di arrivare a questa versione che ha messo d’accordo tutti“.
Fornisce anche una chiave di interpretazione: “Gesù diventa a tutti gli effetti un “Supereroe al dodicesimo round” visto che di lui si stanno perdendo tracce nei costumi soprattutto dei giovanissimi che pescano il loro “divino” in rete scegliendo in uno zapping come comporre un loro personale Dio come in un lego virtuale“.
E conclude: “paradossalmente i valori di questo personaggio, come un Joker al contrario, si perdono nella confusione e si trasformano in una simbologia iconografica sfrenata che perde il suo contenuto e ogni valore (indipendentemente dal credere o no) fino a farlo diventare un oggetto estetico che va dal tatuaggio alla croce e che rende il “Rosario in bellavista” uno stendardo, un’arma, una bandiera politica o un accessorio fashion all’ultimo grido“.
La collaborazione con Ivan Granatino
Nel presentare il singolo, Attilio Fontana racconta anche come è nata la collaborazione con Ivan Granatino. “Il feat con Ivan Granatino è stato merito della mia etichetta, mi hanno detto che il pezzo era forte ma che secondo loro poteva avere un “turbo” se si fosse ancora di più mescolato con un artista del panorama musicale che potesse vestire l’estetica del brano e il brano stesso“.
Il cantante rivela: “Ivan era tra i nomi da visionare e dopo un po’ di tempo ho deciso di fargli mandare il brano, lui ha mostrato un entusiasmo forte e in due telefonate ci siamo detti senza conoscerci ok, il pezzo spacca, facciamo questa cosa assieme, poi l’ho conosciuto di persona prima di registrare“.
A proposito di questo primo incontro con Granatino, Fontana racconta di avergli chiesto “con chi collaborasse”. La risposta è stata: “mi ha fatto vedere un tatuaggio sul polso e mi ha detto, Attilio questa è la mia etichetta, sono io, faccio quasi tutto da solo“. Così, “l’immagine di artista “Urban” un po’ guascone si è subito trasformata in quella di un super professionista che combatte tutti i giorni con le sue produzioni musicali su un campo di battaglia durissimo e iper competitivo e che al sud fa numeri strabilianti”. Fontana rivela: “è nato subito un bel feeling ed eccoci qua“. Il cantante conclude: “Mi sono detto che era una “strana coppia” perfetta e che il brano avrebbe avuto con lui quell’odore di “asfalto” vero e non costruito giusto per il brano e con cui giocare sul serio“.
La collaborazione con Attilio Fontana nelle parole di Ivan Granatino
Le stesse intenzioni e sensazioni si ritrovano nelle dichiarazioni di Ivan Granatino in merito al singolo Gesù (l’ultimo comunista). “Un bel mood lavorare con Attilio” – dice Granatino – “un pezzo forte e d’impatto che mi è piaciuto dal primo ascolto…“. “Due mondi differenti che si incontrano e che grazie alla musica si uniscono e creano un bel mix oltre che ad una nuova amicizia e a future collaborazioni“. Ivan sottolinea: “Il mio contributo l’ho dato perché l’ho sentito da dentro e sia nel ritornello sia nello special ho voluto trasmettere il mio mondo“. “Questo è un pezzo che spacca…e sicuramente vuole essere un brano di riflessione ed anche “di rottura”“.
Gesù (l’ultimo comunista), il video
Il singolo di Attilio Fontana è accompagnato da un video ufficiale, online dal 9 dicembre.
Nella clip, il cantante ha voluto mantenere l’attenzione sul senso del brano e sulla figura di Gesù.
Ecco come l’artista descrive la clip: “il video edulcora ancora di più questa condizione di “agnello feticcio” che si immola per l’iper progresso dentro un ring, preso a pugni virtuali da ognuno dei protagonisti ormai ciechi e spietati ai suoi occhi“.
“Questo Gesù che sembra capitato dentro una serie di NETFLIX, “ci” riflette su quello che in fondo siamo diventati“. Ossia. “esteti, narcisi, pugili dall’opinione facile, politici, tuttologi e opinionisti strilloni, malati di estetica e consulenti di vita, laureati in moralizzazione e armati di un’opinione suprema che ci rende “divini” nell’avere sempre ragione in una giungla dove siamo tutti leoni, ma da tastiera“.
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