Uscita #31 per la rubrica A TUTTO POP attraverso la quale il nostro critico Fabio Fiume ci fa passeggiare attraverso la musica italiana di ogni tempo. Questa settimana i punti di snodo sono tra le melodie di un Renato Zero del 1993, un’elettronica Elisa del 2000 ed un rarefatto Boosta dei giorni nostri.
A voi l’ascolto e le curiosità da leggere.
Elisa – Happiness Is Home ( 2000 )
Il secondo album di Elisa è da considerarsi indubbiamente una delle cose più sperimentali pubblicate dall’artista friulana; in Asile’s World la cantautrice, come titolo evince, si è divertita nel vero senso della parola a rovesciare il suo mondo, passando dal suo pop rock abbastanza conforme alle mode del periodo ( Alanis Morissette in testa ), ad un’elettronica spinta, con pigli persino dance, che s’ispirava decisamente più al mondo del folletto islandese Bjork. E di sicuro il pubblico fu spiazzato dalle scelte, decretando un parziale risultato negativo dell’album che poi solo col tempo è stato forse più compreso. Al momento ad Elisa ed alla sua produzione fu necessario un “Sanremo riparatorio” che poi fu vinto a mani basse con la bellissima Luce e che diede possibilità di ristampa all’album riportandolo in classifica e fino al doppio disco di platino con oltre 240.000 copie vendute. Happiness Is Home fu il secondo singolo estratto e probabilmente quello che maggiormente ebbe delle difficoltà, dovute anche al fatto che non fu girato alcun video per promuoverlo e diverse radio preferirono protrarre Gift e sostituirlo direttamente in autunno con la title-track. Eppure, riascoltato col tempo, si tratta di un brano davvero riuscito nella sua concezione elettronica, che non invidia niente alle citate produzioni di cui prima e che mostra la voce della nostra in grado di compiere evoluzioni mica da tutte! Happiness is home fallì comunque l’ingresso in top 40, mentre l’album salì fino al n° 5 ma solo dopo la vittoria a Sanremo e la conseguente ristampa.
La frase: “E’ già tardi per tornare, ritornare. Eccola che va, la felicità è a casa…”
Renato Zero – Ave Maria ( 1993 )
Renatone nazionale, diciamocelo pure, non ha mai avuto bisogno del Festival di Sanremo! Il suo successo è stato quasi sempre talmente di massa, che andare in riviera a rischiare, magari fallendo brano, non è mai stato ritenuto il caso, salvo che… in un piccolo lustro, all’inizio degli anni 90, in cui la sua carriera era di una virgola ( solo virgola s’intenda ) appannata e soprattutto cercava di raccogliere fondi e nuova visibilità per il suo ambizioso progetto Fonopoli. Ecco, durante quel lustro, non una ma ben due volte Renato ha calcato in gara il palco più importante d’Italia, senza spocchia alcuna. Ma se il primo anno, nel 1991, si dovette accontentare del secondo posto, a svantaggio di comunque un altro leone della musica, pure lui debuttante in quel del Festival, Riccardo Cocciante, la seconda volta, due anni più tardi , si fece un po’ più male finendo la sua corsa solo al quinto posto sorpassato nell’ordine da Enrico Ruggeri, Cristiano De Andrè, Rossana Casale & Grazia Di Michele e Matia Bazar e tutti loro, forse Ruggeri a parte, con una canzone famosa ancor oggi ma non da considerarsi come pietra miliare della propria carriera. Non che Ave Maria lo sia nella carriera del re dei sorcini, s’intenda! E’ certo un brano opulento, reso mastodontico dal pieno di cose al suo interno, compreso coro celestiale, ma se uno parla delle canzoni di Zero, non è che proprio sia questa la prima che torni in mente. Girò poi da subito polemica e riserbo sul pezzo tanto che prima del Festival venne impedito alla bibbia dello stesso, Tv Sorrisi e Canzoni, di pubblicarne il testo. Il dopo risultati fu poi anche peggio e Renato, dato come favorito ed esaltato poi da una bordata di fischi del pubblico in sala che non gradì il modesto risultato, si lasciò andare anche ad una serie di dichiarazioni sui suoi diretti concorrenti alla vittoria finale poi sfumata: “La spocchia di Enrico Ruggeri e la finta tranquillità di Amedeo Minghi mi fanno schifo! E i giornalisti non capendomi hanno convinto il pubblico con le critiche faziose, etichettandomi come mistificatore”.
Cristiano De Andrè però risponderà per le rime: “Il brano di Zero è imbarazzante. Credo che l’uomo e non l’artista abbia strumentalizzato un argomento sacro, rendendolo sgradevole, almeno a me…”
Da allora Zero al Festival non ci è più tornato, se non ovattato dall’aura di superospite.
La frase: “Stai con la povera gente, Stai! Dai colore a chi non ha niente, niente…”
Boosta – Tutto bene ( 2017 )
Per anni tra le menti dei Subsonica, Davide Dileo, in arte Boosta, in questo 2016/2017 si è tolto alcune soddisfazioni individuali, come quella di pubblicare un album solista, La Stanza Intelligente, osannato dalla critica e concepito dai più quasi come un’opera più che un semplice disco pop. Tutto Bene è stato il terzo singolo estratto dall’album, venuto fuori proprio mentre l’artista si cimentava con la sua esperienza di coach nel serale di Amici di Maria De Filippi, dove si è dimostrato decisamente paterno e responsabile nei confronti dei ragazzi in gara, senza però lesinare su indicazioni artistiche precise e qualche critica costruttiva per la loro crescita in merito. Del brano lo stesso Davide ha rilasciato un virgolettato al margine del suo lancio in cui lo racconta così
“Tra pianoforti fumosi e cori in falsetto, un pensiero. La parte vera dell’essere uomo è la difficoltà a lasciarsi andare alle verità. Chiunque sia capace di essere vero ha una marcia in più, nel mondo fuori e in quello privato. Ma le verità sono il frutto delle bugie che ci siamo raccontati e raccontiamo. Il primo passo è averne coscienza, il resto, con un po’ di saldezza, verrà da sé, con impegno”.
Singolo ed album non sono da ritenersi propriamente dei successi commerciali, ma rappresentano senza alcuna ombra di dubbio un ottimo campionario dell’artisticità di Boosta, eclettico, sapiente e capace di raccontare anche non scegliendo soluzioni popolari.
La frase: “Io ho avuto le mie colpe ma ho fatto del mio meglio…”