Baby Gang, vero nome Zaccaria Mouhib, lo scorso mese di ottobre è stato arrestato per una sparatoria in cui sono state gambizzate due persone. Il rapper ha ora deciso di scrivere una lettera svelando il proprio stato d’animo e le sensazioni che prova in relazione a quanto accaduto.
Nato il 26 giugno 2001, il rapper italo-marocchino ha iniziato a fare musica 17enne nel 2018 pubblicando il singolo Street a cui fanno seguito Education e Cella 1, brani quest’ultimi che fanno riferimento alle sue esperienze in carcere.
Tre anni dopo, nel 2021, pubblica il suo primo vero progetto discografico con Warner Music, EP1 che arriva fino alla posizione numero #15 della classifica FIMI. Risultato che viene superato dal disco successivo, Delinquente, sempre del 2021, che arriva alla #7. Il successo è certificato da cinque brani del suo repertorio che conquistano il disco d’oro. Anche l’EP Delinquente raggiunge questo traguardo per le oltre 25.000 copie/unità vendute.
Nonostante il successo il ragazzo continua ad avere problemi con la legge. Condanne per diffamazione, per violazione della proprietà intellettuale, un DASPO (Divieto di Accedere alle manifestazioni SPOrtive) insieme a Rondodasosa a seguito di disordini in discoteca, un arresto per quattro rapine commesse a Milano e Sondrio, resistenza alle forze dell’ordine e fuga.
Infine l’arresto lo scorso ottobre assieme ad alcuni amici tra cui il rapper Simba la Rue. Il motivo? Una sparatoria avvenuta tra il 2 e il 3 luglio in Corso Como a Milano, evento in cui due persone sono state gambizzate (ferite gravemente alle gambe).
Il rapper era ubriaco e ma il Gip non ha ritenuto questo e il consumo di sostanze stupefacenti (Baby Gang ha confessato di far uso di Hashish tutti i giorni) potessero giustificare il trasferimento dal carcere alla comunità.
La lettera di Baby Gang
Ora, come dicevamo in apertura, Baby Gang ha deciso di scrivere alla pm Francesca Crupi e al giudice delle indagini preliminari, Guido Salvini (quest’ultimo ha respinto la richiesta di arresti domicialiari).
Queste le parole del 21enne riportate da Il Corriere della Sera:
“Sono detenuto da tre mesi e ho riflettuto parecchio sulla follia di quella notte. Ho avuto una reazione davvero esagerata perché ero completamente ubriaco.
Quando sono stato arrestato, ho letto nelle carte del processo cose non vere sul fatto che avrei programmato di aggredire quei ragazzi e che avrei voluto rapinarli… dalle immagini si vede chiaramente che hanno iniziato loro. Non ci sono giustificazioni per girare armato, lo so e mi sento in colpa.
La musica è la mia àncora di salvezza e oggi io ho davvero paura di perdere l’unica fortuna che ho avuto nella vita“.
Queste parole arrivano dopo che una valutazione psicodiagnostica ha messo in rilievo che, per le condizioni di vita e familiari in cui il ragazzo è cresciuto, non sarebbe idoneo al percorso in carcere. D’altro canto la Procura insiste nel sottolineare la poca collaborazione che il ragazzo ha dimostrato nel corso degli interrogatori.