Nei giorni scorsi, avevamo parlato dell’azione giudiziaria intrapresa dall’AFI contro la Rai per il mancato pagamento di pretesi diritti musicali (qui trovate l’articolo). Non si trattava però di un’iniziativa inedita: risulta infatti che già il Maestro Beppe Vessicchio avesse fatto qualcosa di analogo.
L’8 settembre il noto Maestro è intervenuto nella vicenda con un comunicato stampa, confermando di aver “avviato un contenzioso con la tv di Stato già 4 anni fa”, per diritti musicali non pagati. Beppe Vessicchio si dichiara poi “grato al Presidente Sergio Cerruti, all’AFI, a GETSOUND e AUDIOCOOP, per questo grande atto di coraggio, solidarietà e di amore per la verità; verità che da anni inseguo, affinché vengano rispettati i miei diritti di produttore e artista”. Le sue posizioni giuridiche sono state infatti condivise da tre delle principali società di gestione collettiva dei diritti dei produttori discografici italiani: AFI – Associazione Fonografici Italiani con il suo Presidente Sergio Cerruti; Audiocoop; e Getsound.
Beppe Vessicchio è fermamente convinto della fondatezza del contenzioso che ha intrapreso contro Rai e Rai Com per il mancato pagamento – da parte della Tv pubblica – di diritti musicali a suo favore. In particolare, il Maestro rivendica i c.d. diritti di “equo compenso”, quale produttore fonografico e proprietario di supporti discografici utilizzati in trasmissioni televisive diffuse dalla Rai.
La guerra di Beppe Vessicchio
“Ho avviato questo contenzioso oramai quasi 4 anni fa, quando non ho avuto più scelta; ho tentato in tutti modi di farmi ascoltare dai dirigenti RAI, ma non c’è stato nulla da fare. Alla fine mi sono visto costretto ad avviare una causa affinché quei diritti mi venissero finalmente riconosciuti”, commenta il direttore d’orchestra. “Andrò fino in fondo a questa faccenda, fin quando non vedrò accolte le mie rivendicazioni in qualità di artista, di produttore di musica e anche di imprenditore nel campo musicale, contro quelli che ritengo dei veri e propri soprusi da parte di un’azienda (che peraltro è pubblica), che mi ha trattato come se stessi invocando diritti oggetto della mia fantasia e non riconosciutimi per legge”.
E conclude: “Sarà una sfida di Davide o tanti Davide contro Golia? Può darsi, ma io ho piena fiducia nella Giustizia Italiana, e confido che il mio ‘giudice a Berlino’ alla fine accerterà la verità. Un sentito e speciale ringraziamento al Presidente Sergio Cerruti che più di tutti ha ritenuto fondate le mie ragioni. Auspico che il suo sia l’esempio per le altre associazioni di categoria ad attivarsi in tal senso“.
AFI accanto al Maestro per i diritti musicali
Alle parole di ringraziamento di Vessicchio ha risposto il Presidente dell’AFI, Sergio Cerruti, confermando di essere al fianco del Maestro. “Sono grato al Maestro Beppe Vessicchio per le sue dichiarazioni e sono sicuro che insieme saremo altrettanto grati non appena la Rai onorerà quel ritrovato spirito di collaborazione esternato a mezzo stampa, affrontando le problematiche da noi aperte che da anni attendono una risoluzione”, ha dichiarato Cerruti. “Da parte nostra, ribadiamo di mettere a disposizione le competenze tecniche dell’Associazione per assistere l’emittente televisiva in tutti i procedimenti di verifica interna, qualora questa li voglia avviare, al fine di identificare quale è stata l’anomalia e quale potrà essere la soluzione per fare in modo che non si ripeta più”.
La risposta della Rai alle accuse di AFI
A seguito dell’accusa dell’AFI di non pagare i diritti agli artisti e autori musicali, la Rai è intervenuta con un comunicato dichiarandosi sorpresa per le dichiarazioni dell’Associazione. Per la Tv di Stato, si tratta di “accuse infondate e che ignorano, volutamente, di menzionare i milioni di euro che la Rai riconosce agli autori e agli artisti ogni anno e alle associazioni che li rappresentano”.
Inoltre, “Le condotte di AFI, e da ultimo la decisione – appresa dalla stampa – di avviare un ricorso per decreto ingiuntivo a fronte di una fattura unilateralmente emessa nei giorni scorsi, ignorando le richieste di chiarimenti tempestivamente inoltrate da Rai, dimostrano l’assenza di quella collaborazione e correttezza che per legge dovrebbero improntare l’operato delle società di gestione collettiva e in relazione alle quali la Rai ha già incaricato i propri legali di avviare le iniziative più opportune. La Rai rimane comunque disponibile a continuare le proprie discussioni con AFI, certa che le questioni tecniche possano essere risolte molto più rapidamente coltivando un dialogo improntato a buona fede piuttosto che nelle aule dei tribunali”.
Come finirà la guerra?
Il Presidente di AFI non ha perso occasione per replicare alla Rai: “Mi chiedo come facciano a sorprendersi dopo la copiosa documentazione e le numerose richieste di incontro che, sul tema, abbiamo inviato ai vertici dell’azienda. Oltre sei lettere formali inviate al Dott. Fuortes e alle cariche apicali – le cui prime risalgono a quasi un anno fa (17 settembre 2021/17 novembre 2021) – che hanno ricevuto solo un’unica risposta arrivata lo scorso 28 luglio nella quale si ribadiva l’esistenza di un tavolo tecnico di approfondimento che nella realtà non è mai partito”.
Cerruti ha poi aggiunto: “Viene il sospetto che le dichiarazioni rilasciate siano un tentativo mal riuscito di provare a nascondere quella mancanza di trasparenza che da troppi anni alberga nei pressi di viale Mazzini. Come ho già detto, il pagamento dei diritti musicali non è un favore agli artisti, ma un dovere e un obbligo previsto dalla legge. Di conseguenza, i milioni pagati dichiarati nella comunicazione diffusa dalla RAI sono noti e dovuti in base al repertorio utilizzato all’interno dei suoi programmi. Ora è però arrivato il momento di parlare anche di quelli non dichiarati e non pagati”.
Fatta questa precisazione, l’AFI – per il tramite del suo Presidente – si è dichiarata lieta dello spirito di collaborazione affermato dalla Rai, augurandosi che si possa trattare di una reale volontà. Pertanto, dall’Associazione si aspettano di ricevere una convocazione nelle prossime ore che sia spinta dalla sola intenzione di trovare una soluzione alla questione. Conclude Cerruti con una certa verve ironica: “RAIdateci i soldi”.
Come finirà? La guerra sui diritti musicali si concluderà con un accordo oppure nelle aule dei tribunali?