Blanco live a San Pietro… nonostante le polemiche l’esibizione del cantante è avvenuta e, a dirla tutta, è stata una bella performance al tempo stesso adatta al contesto ma senza perdere la genuinità che contraddistingue l’artista e che lo fa sentire vicino a tanti giovani… piccolo incidente compreso.
Nei giorni scorsi sono state dure le critiche del Monsignore di Ventimiglia, adirato per la presenza di Blanco e per i brutti messaggi che, secondo lui, porterebbe con sé (vedi qui), parole che si contrapponevano a quelle molto più terrene e vicine all’imperfezione dell’essere umano, cosa che non può che avvicinare i giovani alla chiesa, del responsabile del CEI, Conferenza Episcopale Italiana, Don Michele Falabretti:
Blanco, con i suoi testi che raccontano fatiche, speranze e ferite, dà voce alle inquietudini e agli stati d’animo dei ragazzi, forse non di tutti, ma sicuramente di tanti. Non si può pensare di parlare con loro, di convincerli con ragionamenti o parole, se prima non si è disposti ad ascoltarli, senza la pretesa di annullare il loro mondo con un colpo di spugna, giudicandolo solo sporco e inadatto. Blanco è un regalo ricevuto e ridonato ai ragazzi.
Blanco San Pietro in estasi
“Blanchitobebe” ha saputo portare a casa davanti a 80.000 persone un’esibizione impeccabile. Vestito di bianco, pacato, intenso nel cantare la sua Blu celeste, la dedica ad una persona scomparsa che dà il titolo al suo primo disco, è stato inappuntabile senza però venir meno alla sua natura, senza ipocrisie insomma.
Accompagnato al piano dal suo amico e produttore, Michelangelo, non ha censurato la parola merda nel testo del brano, anzi… ad un certo punto dell’esibizione, come usa fare nei suoi concerti, si è buttato sul pubblico sperando di farsi trasportare da loro ma, complice la giovane età dei partecipanti e, sopratutto, l’uso dei telefonini per filmare l’esibizione, è caduto in quanto i ragazzi non sono riusciti a sorreggerlo.
Subito si è preoccupato che tutti stessero bene…
“State tutti bene? Anche i ragazzi nelle prime file, state bene?”Sono un sacco di merda quando mi butto. Vi amo Roma, avete spaccato”.
Intervistato dalla conduttrice, Andrea Delogu, sul palco ha dichiarato: “Ho dedicato questa canzone a tutte quelle persone che hanno perso una persona importante. E oggi vedere tutti questi ragazzi e vederci così tutti insieme dico solo che l’amore è un’arma potentissima e si nota oggi, si sente il calore. È una cosa bellissima. Grazie di tutto“.
Una bella esibizione nel complesso e un bel esempio… perché si può essere tatuati, irriverenti, giovani, cantare di sesso e di divertimento e, al tempo stesso, essere profondi, rispettosi, impauriti, curiosi, fragili… è la natura dell’essere umano. E forse Dio stesso lo voleva così.