E’ uscito Francesco, il nuovo singolo del cantautore Bombay, che si definisce come un ragazzo / padre / lavoratore pieno di sogni e di delusioni che fa i conti con i problemi quotidiani e le sue emozioni e che cerca di comprendere meglio la società in cui si trova e la difficoltà dei rapporti personali.
Il brano, che arriva a qualche mese da Acab, anticipa l’uscita di Album, il nuovo disco composto da dieci tracce che vedrà la luce il 24 aprile.
“Alza la guardia, schiva, colpisci forte, schiva, diretto. Francesco è un amico con cui il tempo ha scavato delle distanze che sul ring diventano ganci al mento.
Io e Francesco siamo alla fine della nostra storia e il ring diventa il posto dove ci facciamo male. Un’amicizia è come una storia d’amore: inizia e finisce, e a volte ti fa molto male.”
Queste le parole di Bombay per spiegare Francesco, brano che sarà presto accompagnato da un videoclip girato dal regista Ivo Griffini a Roma al Parco della Mimosa, prima della quarantena dovuta all’emergenza Covid-19.
BOMBAY ALBUM
Album è il titolo del nuovo disco di Bombay, il quarto della sua carriera. Un viaggio nella quotidianità di un cantautore che non ha mai ceduto alle scorciatoie.
“Ho deciso di fare un passo in avanti, forse piccolo, ma di lasciarmi alle spalle la comodità di scrivere e cantare canzoni solo con la chitarra per produrre un disco suonato con altri musicisti affidandomi a loro e lasciandoli liberi di suonare come meglio credevano.”
Così Bombay spiega Album, lavoro diretto e organizzato da Edoardo Petretti, pianista e fisarmonicista romano che ha seguito passo dopo passo la scrittura delle canzoni e il loro successivo arrangiamento.
La batteria è suonata da Marco Mirk e il basso da Giacomo Nardelli. Tra gli ospiti Francesco Forni che ha suonato alcune chitarre e ha cantato un brano (Poseidone), Stefano Ciuffi e Umberto Smerilli al sax in un paio di brani. Tutto è stato registrato al Toto Sound di Roma da Marco Maracci nel mese di dicembre 2019 ed è poi stato masterizzato da Giancane.
“E’ stato bello lavorare in un grande studio dove tutti erano attenti a quello che dicevo, anche se non sapevo assolutamente di cosa parlassero i musicisti la maggior parte del tempo e fingevo di essere molto interessato e partecipe ma dentro di me ero concentrato solamente al risultato finale e complessivo.
Tutto doveva suonare bello ma non artefatto, mi interessava un sound live che riproponesse l’urgenza e la spontaneità dei musicisti che suonano insieme e si divertono.”