Sarà in radio dal 4 dicembre il nuovo singolo di Bugo Quando Impazzirò, estratto dall’album Cristian Bugatti, uscito lo scorso 7 febbraio a seguito della sua partecipazione a Sanremo.
Quando Impazzirò è stato scritto dallo stesso Bugo insieme ad Andrea Bonomo, Enrico Zoni, Niccolò Bolchi e Simone Bertolotti.
Il brano è un elogio della follia, un antidoto per affrontare il presente nonostante le difficoltà. Un pezzo profetico scritto e pubblicato quando ancora nessuno di noi poteva immaginare che cosa ci avrebbe riservato questo inimmaginabile 2020.
La pazzia è un’alterazione (mentale) che distorce quello che la maggior parte del mondo vede e sente nel presente. Partendo da questo presupposto, oggi impazzire significa tornare alla ‘normalità‘ di ieri, tornare a fare quello che ci pare, dalle abitudini più semplici fino a ‘uscire con gli slip in piazza di domenica‘.
Perché impazzire in fondo è bello: impazzire per qualcosa o per qualcuno, provare quella voglia di lasciarsi andare, di svuotare la testa, lasciando sul pavimento voce e sudore, mentre sei a un concerto di Bugo.
Bugo nelle ultime settimane sui social ha incontrato virtualmente il pubblico svelando aneddoti sui suoi pezzi, alcuni dei quali anche meno noti.
“Di questi tempi, visto che non è possibile andare in giro a far concerti, passo molto tempo a casa con la chitarra. Mi faccio un po’ trascinare dagli ascolti, mi faccio trasportare nell’attesa che arrivi qualcosa (se arriva qualcosa).
La creazione è un grande mistero, e per fortuna che sia così, imponderabile e imprevedibile. Le canzoni se arrivano arrivano, la chitarra non è altro che una sorta di canna da pesca che immergi nel mare dell’ispirazione. A volte il mare restituisce, a volte no.”
BUGO QUANDO IMPAZZIRÒ
Quando impazzirò
Dirò la verità
Ad esempio che
Che tua madre è satana
Quando impazzirò
Non mi dispiacerà
Di uscire con gli slip
In piazza di domenica
E canterò canzoni fuori moda
Come l’educazione
E il giorno del tuo compleanno verrò a dire
Che ti voglio bene
Tanto bene
Troppo bene
Ma tu non vali niente
Come una birra analcolica
Però ti voglio bene
Tanto bene
Che nemmeno un cane
E io ti avrei sposato io
L’altra sera in macchina
Da Taranto dai tuoi citofono
Per farmi dire di no!
Quando impazzirò
So già come si fa
Farò senza di te
Basta togliersi una costola
Quando impazzirò
Più dirlo pure lui
Che vive di cugini di De André
Tu che fai
Lo sai nessuno prega per davvero
Fino a che l’aereo è dritto
E certe cose si fanno per dispetto
E io ti voglio bene
Tanto bene
Troppo bene
Ma tu non vali niente
Come una birra analcolica
Però ti voglio bene
Tanto bene
Che nemmeno un cane
E io ti avrei sposato io
L’altra sera in macchina
Da Taranto dai tuoi citofono
Per farmi dire di no!
Come Giovanna d’Arco
Fammi un electroshock
Scemo pure genio
Merito un bel premio
Sono in manicomio
Però ti voglio bene
Tanto bene
Anche più del pane
E io ti avrei sposato io
L’altra sera in macchina
E invece di star qui al citofono
Potevo dire di no