L’Alain Delon de Lenn (2008)
Come può un uomo che ha vissuto avventure inimmaginabili ridursi a trascorrere pomeriggi scrutando improbabili partite appoggiate alla rete di un campo di bocce? Qual è il suo segreto? Lo scopriamo in un pezzo dal ritmo travolgente e che nasconde quel pizzico di consapevole nostalgia.
“La coscienza una valvola rotta troppo stanca e confusa per far dei ricatti…
Atteniamoci alla leggenda che conserva integri i fatti
Non provare la sua corona che ti cade sugli occhi e finisci per terra.”
Loena de picch (2008)
Ci sono brani che nonostante abbiano una struttura completamente folle e un arrangiamento più che minimale hanno una forza travolgente. L’inizio di una storia d’amore tra un ragazzo magro, spaurito e impacciato e una donna con forme… più rotonde. Un gioco di sguardi e di piccoli gesti nel frastuono di pizzaioli che non conoscono gli ingredienti e tavolate di cene aziendali che urlano brindisi e bestemmie sorridenti. Un piccolo capolavoro che ha inizio… il giorno della Colletta Alimentare!
“Loena de picch, Loena de coer,
Loena che segna i cart e poe messéda el mazz
Loena redunda, Loena pelanda
Loena che sculta tucc e parla cun nissoen”
Long John Xanax (2011)
Un brano di una dolcezza infinita che racconta la malattia mentale con poesia e con immagini crude, ma allo stesso tempo ricche di significato. Una perla che Davide ha cantato non troppo spesso dal vivo e che provoca la pelle d’oca dalla prima all’ultima nota.
“Ma la Breva la firma i cipress
e buffa via la pulver de quell che vurevi vess
Perché ‘l teemp l’è un cunili che scapa
ma l’è anca ‘l can che ghe curr adrèe
E voo innànz a rüzzà la mia biglia
perché finché gh’è tera lee la voeu rutulà
Cun un plettru e una pastiglia,
la mia biglia in sacòcia… la porterò a ca’”
La figlia del tenente (2011)
Un brano che spicca per un arrangiamento insolito, all’interno di un album di svolta uscito il 15 marzo 2011 qualche settimana dopo il Festival di Sanremo. La storia di un amore impossibile, ma che cresce e si rafforza mentre fuori c’è la guerra. Le strofe in italiano e il crescendo emotivo dell’inciso in dialetto lo pongono come uno dei pezzi che dal vivo emotivamente ha un impatto di una notevole intensità.
“e cupido forse è un deficiente
o di notte non ci vede niente
il giorno sa che ero un delinquente
e che tu sei la figlia del tenente.”
El calderon de la stria (2014)
Goga e Magoga è l’ultimo album di inediti di Davide Van De Sfroos e risale ormai a sette anni fa. Un disco forse profetico che ha annunciato un lungo stop del cantautore laghèe. Nel brano El Calderon de la stria si riconosce la maestria dell’artista nel descrivere i personaggi come fossero protagonisti di un romanzo di Guareschi. Ognuno con la sua peculiarità e un dolore di fondo che non sempre è in grado di affrontare. Un vero e proprio inno a chi è disilluso, ma trova comunque linfa vitale nella quotidianità.
“Meta’ della Ioena la vedum mea
Perché urmai l’hemm traada via”