Uscirà il 1° dicembre per Mondadori il libro di Cesare Cremonini Let them talk – Ogni canzone è una storia, con la copertina curata da Aldo Drudi.
Nel volume la musica diviene, attraverso le sue parole, racconto: delle sue canzoni e della sua vita, del passato ma anche del presente e del futuro, di una generazione e del suo modo di pensare, di Cremonini ma anche di tutti noi.
“(…) Faccio canzoni solo quando trovo un punto di incontro. Con vite devastate, vissute fino in fondo. Con gli uomini e le donne che hanno già amato, sofferto e dato.
Anche se le mie canzoni restano sospese in un sentimento leggero, che tende alla gioia, è proprio in quelle vite che trovo l’interlocutore ideale, nel punto di contatto in cui siamo fragili. È lì che finiamo per somigliarci tutti. Così questo libro non cercherà di raccontare le mie diversità, ciò che mi rende unico per i dolori vissuti o per le fortune e i successi.
Al contrario. Questo libro è nato, come tutte le mie canzoni, per far incontrare, e stringersi in un abbraccio, la mia storia con le storie di chi vi entra o ci passa accanto per caso. Le canzoni sono piene di metafore convincenti, ma quella che preferisco è già qui, la state leggendo. Anche Tu, come Me.”
Il libro è chiuso da una postfazione firmata dallo scrittore e critico musicale Michele Monina, che ha curato il volume e che, come scrive Cremonini, “ha saputo convincermi a scrivere e a raccontarmi” e, nelle pagine finali, inquadra le canzoni e la carriera del cantautore bolognese degli ultimi vent’anni.
“Ero felice, è vero. Ma a volte non si ha altra scelta.”
CESARE CREMONINI LET THEM TALK – OGNI CANZONE È UNA STORIA
Cesare Cremonini tra le pagine del libro finalmente si svela, con estro inafferrabile, come nel suo stile, disseminando la scrittura di indizi, di tessere che a poco a poco compongono il mosaico della sua personalità.
Il fascino di Cremonini sta infatti proprio nelle sue contraddizioni, era un bambino introverso fino alle lacrime ma allo stesso tempo accentratore, esibizionista, già votato allo spettacolo.
“(…) sono stato un figlio che sfuggiva alle regole borghesi della famiglia pur assimilandone i comandamenti, per nulla impaurito dall’idea della fuga verso il mondo esterno, anzi attratto dagli sguardi degli altri. Un figlio che scriveva in continuazione, recitava, ballava, inventava, durante le vacanze in famiglia, durante le lezioni a scuola, durante i pomeriggi di studio, prima di dormire e anche nei sogni. (…)
Ogni sera nella camera dei miei andava in scena un musical diverso. (…) Tutti i giorni con un’idea diversa di me.”
Lo sfondo di questo racconto sono i famosi colli bolognesi e le strade segrete dell’Emilia Romagna che qui svela anche il suo profilo più nascosto.
Le canzoni, invece, ne sono il filo conduttore, ma solo apparente. Ognuna è la chiave di un mondo, uno scrigno che Cremonini ci apre per farci attraversare le porte di quel mondo, il suo.
“(…) Io non sono soltanto un cantante. Questa parola di cui si abusa mi rappresenta solo in parte. Sono un uomo, e se oltre a un uomo sono davvero un artista, questo fa un artista: getta su un foglio quel che percepisce come imminente, senza sapere quando e per chi accadrà.”