Si avvicina il 4 dicembre, giorno in cui verrà pubblicato il nuovo album di Claudio Baglioni In Questa Storia che è la mia. Un disco che arriva a 7 anni dal precedente ConVoi e il sedicesimo in studio di una carriera iniziata ormai più di 50 anni fa.
“’In questa storia che è la mia’ è un invito. Una spinta a rileggere la nostra storia. La storia di ciascuno di noi, di queste pagine di musica e parole, che abbiamo scritto e vissuto insieme, e di questo tempo che – sebbene non si leggano – porta anche le nostre firme.”
Queste le parole con cui Claudio Baglioni presenta il progetto, che si compone di 14 brani, 1 ouverture, 4 interludi piano e voce, 1 finale. Un concept che disegna la parabola dell’amore e nel quale si possono riconoscere sfumature che ricordano anche brani e album del passato.
CLAUDIO BAGLIONI IN QUESTA STORIA CHE È LA MIA – LA CONFERENZA STAMPA
Claudio Baglioni ha presentato il nuovo album in una conferenza stampa virtuale.
“In cuor mio sento che è un buon lavoro dove c’è quello che so fare. Questo è un album che non parla del momento che stiamo vivendo. È un disco demodè, che andrebbe ascoltato per intero, ma in cui ogni pezzo ha una vita propria. Mi piacerebbe che l’album possa essere ascoltato dall’inizio alla fine perchè ha un suo scorrimento al quale ho badato con attenzione.”
Così il cantautore romano descrivere il progetto, al quale ha lavorato negli ultimi anni e che ha finalizzato durante il lockdown.
“A un certo punto ho anche avuto urgenza di finirlo e qualche volta ho anche pensato che terminarlo sarebbe stato troppo complicato.”
Un album in cui l’amore è il collante, il filo conduttore, ma nel quale non mancano forti riferimenti legati al tempo che passa.
“Si dirà sempre che il tempo è l’avversario micidiale di ognuno di noi. Per quanta sia la nostra capacità di affrontarlo, vincerà sempre lui. A volte possiamo pareggiare. Il vantaggio di fare questo mestiere è di pensare che ci sarà qualcosa che resterà anche dopo. È un concetto che esprimo anche nel primo verso dell’album, quando dico ‘Ho vissuto per lasciare un segno’.
Lasciare un segno è il filo conduttore di questo lavoro, anche perchè nell’ultimo periodo sono ossessionato dal verbo incidere.
Forse ho meno da dire rispetto al passato, ma quello che voglio esprimere cerco di farlo emergere al meglio.”
I brani di Claudio Baglioni da sempre parlano dell’avventura e della disavventura del vivere.
“L’amore ha sempre qualcosa da raccontare, anche se forse è l’argomento che conosco di meno. Ho pensato spesso che le canzoni sono delle serenate anche quando non parlano d’amore. Ho cercato di pescare tanti momenti di una parabola amorosa.”
Il disco si contraddistingue per una intensa ricerca musicale e testi lucidi e descrittivi.
“Ci sono linee melodiche interessanti nelle quali ho cercato l’emozione, anche perchè la musica è quasi metafisica. Ho fatto spesso fatica a mettere insieme parole e musica, anche perchè sono due materie diverse. Questo è come se fosse un disco in costume, perchè la musica è al centro, è suonata.”
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