Mentre L’Accademia della Crusca esprime la propria opinione dando ragione a Piotta riguardo al caso della mancata candidatura alle Targhe Tenco (vedi qui) il Club Tenco con una nuova nota stampa risponde al rapper.
Ricordiamo che il disco di Piotta, ‘Na notte infame, nonostante i voti ricevuti dalla stampa non è rientrato nella cinquina del Miglior Album in Dialetto in quanto non rispetta i requisiti che, da regolamento, prevedono che contenere almeno 5 canzoni e avere una durata minima di 30 minuti.
Partiamo quindi dalle dichiarazioni del presidente della Crusca, Paolo D’Achille, docente di Linguistica italiana all’Università Roma Tre:
“Darei ragione a Piotta. Stabilire i confini che separano il dialetto romano dall’italiano è difficile dal momento che il romanesco rispetto alla lingua italiana si trova in una posizione di continuum, cioè non c’è un salto tra lingua e dialetto.
Il dialetto romano, infatti, ha delle strutture più vicine all’italiano e ha assunto una toscanizzazione nel Cinquecento. Il Club Tenco ha utilizzato un criterio che, probabilmente, nel caso del romanesco andava temperato“.
La risposta del Club Tenco a Piotta
Il Club Tenco ci tiene a specificare che non viene messa in dubbio la rappresentatività della cultura romana nei brani dell’artista, il che non implica che si tratti di un dialetto o lingua minoritaria.
A conoscenza dell’autorevole parere di Paolo D’Achille, presidente dell’Accademia della Crusca, ci teniamo a sottolineare che, anche se è difficile stabilire un confine tra dialetto romano e italiano, a fini pratici un confine deve essere tracciato per poter assegnare le targhe. A maggior ragione perché la categoria ‘migliore album in dialetto o lingua minoritaria parlata in Italia’ nasce con lo scopo preciso di valorizzare un patrimonio culturale (linguistico, nello specifico) altrimenti non considerato.
Nell’album ‘Na notte infame, un solo brano su undici è in dialetto romanesco (Lella…e poi), sette canzoni sono in italiano standard (Ognuno con un se, Lode a Dio, Ode romana, Io non ho paura, Se se se se, Figli di un temporale, L’amore cos’è) e tre testi (‘Na notte infame, Professore, Serpico) contengono sporadici tratti classificabili come dialettali inseriti all’interno di un testo in italiano.
Per cui si ritiene che l’album in questione non abbia i requisiti linguistici per competere nella sezione 2 (migliore album in dialetto o lingua minoritaria parlata in Italia), essendo la componente dialettale nettamente inferiore al 50% del totale.
Si specifica che nella scheda di iscrizione compilata online dallo staff dell’artista, l’autocandidatura è stata inserita solo nella categoria 2 (migliore album in dialetto o lingua minoritaria parlata in Italia) e che nella scheda viene richiesto obbligatoriamente di accettare che chi manda la candidatura è «responsabile della scelta della categoria”.
Infine, a tutti i giurati viene specificato per via scritta che «la scelta della categoria deve essere conforme al regolamento. Sbagliando categoria si rischia che i voti vengano annullati nella fase di controllo, al termine delle votazioni.”
La nota stampa si chiude con un lapidario: “Per il Club Tenco la questione si chiude qui.”