I concerti quest’estate non ci saranno.
Come abbiamo riportato ieri in questo articolo i concerti programmati per l’Estate 2020, si fermano.
Una decisione presa da Assomusica con tutte le parti in causa alla luce delle disposizioni governative in tema di salute pubblica che vietano assembramenti di persone (vedi qui per il DPCM di Conte).
La decisione condivisa dalla gran parte dei produttori e organizzatori di spettacoli di musica dal vivo, che fanno sentire unita la loro voce.
L’appuntamento con i grandi eventi live dell’estate 2020 è rimandato al 2021.
In questo momento tutte le grandi agenzie di live, da Live Nation a Friends & Partners, da Vivo Concerti a D’Alessandro & Galli, stanno lavorando per cercare di fissare nel più breve tempo possibile nuove date per gli i Concerti estate 2020 diventati Concerti estate 2021 e, al tempo stesso, dare indicazioni sui dettagli sulla gestione dei relativi biglietti.
E questo sta generando caos e malcontento tra le numerose persone che avevano già acquistato i biglietti per gli show.
Rimborso biglietti Concerti estate 2020
Le proteste degli acquirenti
Sulle pagine social delle varie agenzie di live sta scoppiando il putiferio. Le persone infatti vorrebbero, come è sempre stata prassi in passato, la possibilità di avere il rimborso del biglietto acquistato vista l’impossibilità, per molti di loro, di capire se potranno prendere parte agli eventi nelle nuove date del 2021.
Ecco per esempio alcuni post comparsi sulla pagina Facebook di Live Nation sotto il post di annuncio dell’annullamento dei live.
“No ragazzi non ci siamo. Guns n’ roses annullato e voglio i soldi indietro, non il voucher. Fosse posticipato,okk, ma è annullato quindi”
“Preso il biglietto per gli Aerosmith appena uscita la vendita, è l’unico gruppo per cui mi sposto perciò sinceramente del voucher non me ne faccio praticamente niente…”
“A questo punto bisognerebbe rimborsare il costo dei biglietti… poi magari uno decide se l’anno prossimo ci può andare o no!”
“Ridateci i soldi, perchè con i voucher non ci puliamo nemmeno il c…. gli altri Paesi europei seri rimborsano in meno di 5 gg lavorativi… voi non rispondete nemmeno alle email”
“SE UNO VOLESSE ESSERE RIMBORSATO? già questi soldi li ho cacciati quasi un anno fá mo li dovete ancora tenere voi per un concerto che sarà tra un anno? E io che ne so tra un anno dove sono e cosa faccio? RIVOGLIO I MIEI SOLDI“
Questi sono alcuni dei commenti che ben riassumono lo stato generale nei post di un po’ tutte le agenzie di booking, ma c’è anche chi in realtà conosce bene come funziona e le condizioni di acquisto che “si firmano” nell’acquistare un biglietto, come questo utente di Facebook…
“Invito chi parla senza sapere le regole a informarsi, senza fare i soliti menefreghisti.
Il RIMBORSO è previsto solo per motivazioni inerente all’organizzatore o cantante per colpe scaturite da proprie responsabilità o inserite nei termini contrattuali da voi firmati tacitamente in fase di acquisto.
Quindi per dirvi di più l’organizzatore si potrebbero pure impuntare, arrivare a una battaglia con il Governo e non emettere nemmeno il voucher.
È un settore che fallirebbe se rimborsa tutti i biglietti, credo che sia di facile lettura. Avete la possibilità di avere voucher, vendere i biglietti…“
Ma come stanno realmente le cose?
Il decreto legge
Nel Decreto-legge n. 18/2020 (cd. Cura Italia) emesso dal Governo si legge:
“I soggetti acquirenti presentano, entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, ovvero dalla diversa data di cui al secondo periodo del comma 3, apposita istanza di rimborso al soggetto organizzatore dell’evento, anche per il tramite dei canali di vendita da quest’ultimo utilizzati, allegando il relativo titolo di acquisto. L’organizzatore dell’evento, verificata l’impossibilità sopravvenuta della prestazione e, conseguentemente, l’inutilizzabilità del titolo di acquisto oggetto dell’istanza di rimborso, provvede alla emissione di un voucher di pari importo al titolo di acquisto, da utilizzare entro un anno dall’emissione.”
Sul sito della Camera viene ulteriormente specificato quanto segue:
“Con riferimento agli utenti, si prevede che, a seguito della sopravvenuta impossibilità della prestazione dovuta in relazione ai contratti di acquisto di titoli di accesso per spettacoli di qualsiasi natura, ivi inclusi quelli cinematografici e teatrali, e di biglietti di ingresso ai musei e agli altri luoghi della cultura, l’organizzatore dell’evento provvede, su richiesta del soggetto interessato, all’emissione di un voucher di importo pari al titolo di acquisto, da utilizzare entro un anno dall’emissione (art.88).”
Quindi cosa è successo in parole povere?
È successo che il Governo, per tutelare in questo caso anche le grandi agenzie di live che stanno subendo un danno enorme in questa situazione (ed evitarne il fallimento) ha dato loro una via d’uscita.
Facciamo esempio di essere l’agenzia di live che, da gennaio e febbraio ha venduto milioni di biglietti per gli eventi dell’estate.
Noi quei soldi li abbiamo già spesi per pagare i dipendenti, gli affitti, il sito internet, le commissioni ai tabaccai, i permessi e tutte le spese che ci sono dietro ad eventi di questo tipo.
Succede che all’improvviso, ti viene chiesto di restituire tutti i soldi che hai incassato e che, chiaramente hai già investito, per far andare avanti la tua attività. Non li hai e ti trovi davanti ad un bivio:
– va in banca e incroci le dita che ti diano i soldi (che farai fatica a restituire)
– dichiari fallimento (o altra procedura concorsuale) così sai che darai indietro al massimo il 30% causando così un danno anche maggiore a chi ha acquistato i biglietti.
Leggendo inoltre nel condizioni di annullamento viaggi (o concerti), le assicurazioni solitamente non rimborsano il caso di pandemia.
Quindi l’organizzatore che si è assicurato, non viene nemmeno rimborsato per l’evento annullato.
Per questo motivo lo Stato dà la possibilità alle grandi agenzie di scegliere se effettuare un rimborso tramite soldi o con un voucher, non dà invece la possibilità al consumatore di scegliere.
Insomma nulla di illegale o sbagliato, anzi, un qualcosa atto a tutelare tutti. Certo una tutela particolare, straordinaria, come straordinaria (in senso negativo) è purtroppo la situazione che ci ha posto davanti a queste misure.
Certo un paio di appunti è giusto comunque farli…
Per esempio perché gli organizzatori di concerti hanno aspettato fino all’ultimo momento, fino al DPCM del 17 maggio, per cancellare o spostare eventi che era già palese non avrebbero potuto aver luogo (ne abbiamo parlato qui riprendendo una riflessioni di Enrico Ruggeri).
Pensate che, come ci hanno segnalato alcuni utenti, fino a ieri alcuni dei Festival annullati avevano ancora i biglietti in vendita sui rispettivi siti.
Certo c’è da considerare che se fossero stati gli artisti ad annunciare la cancellazione delle date prima del decreto ufficiale, sarebbe apparsa come una decisione da loro voluta, e così, come sappiamo non è.
Un altro punto secondo noi non trascurabile… per venire incontro a chi ha speso cifre importanti (ancora di più oggi), gli organizzatori avrebbero potuto dare la possibilità di richiedere un rimborso parziale per l’eccedenza da un importo stabilito.
Semplificando, ipotizziamo di stabilire in 100 la “cifra importante”
Se io ho speso 150, potrò chiedere o un voucher immediato di 150 oppure 100 in voucher (immediato) e i restanti 50 in rimborso (che riceverò nei tempi e modi previsti dalle condizioni generali di contratto).
Insomma l’unica certezza è che la crisi legata al Covid-19 sta danneggiando tutti e bisogna trovare il modo perché tutti siano tutelati nel migliore dei modi.
Qui il servizio di Striscia la Notizia in cui il nostro direttore, in collegamento con Pinuccio, spiega la situazione.