Se sei un giovane consapevole, dotato di coscienza civica, amore per la vita e una sincera passione per il reggae, sicuramente già saprai chi è Massimo Corrado, al secolo Babaman.
L’ex rapper originario di Rho convertitosi al rastafarianesimo è ormai da anni una delle più belle realtà della musica in levare made in Italy. Coerente, con una visione artistica integra, una fede incrollabile nel dogma rastafari, la sua musica – pregna di messaggi positivi e consapevolezza – è capace di smuovere tanto i culi delle ragazze in pista quanto le loro coscienze.
Poco sponsorizzato dai media, mai in tv, raramente ospite dei programmi di settore, la parabola ascendente di Baba, underground fino al midollo, ha del miracoloso. Riempie i club, vende dischi, ha un pubblico fedele che lo segue e si riconosce nei suoi messaggi. Una bella storia che ci insegna come si possa riuscire ad affermarsi senza dover per forza seguire la strada battuta – e venduta – dei soliti noti.
Le tematiche di lotta, coscienza sociale, libertà e voglia di sfondare il muro sordo di questo maledetto sistema, poi, Baba le riprende intatte e ancor più infuocate durante i suoi live. Per questo mi piace da impazzire. Per questo quando, anni fa, ho beccato un paio di sue tunes in internet ho iniziato a seguirlo.
Non per le parole storpiate in patwa, le lodi a Selassié o i già sentiti riferimenti alla ganja. Ma solo e unicamente perché ho visto un uomo che trasmetteva speranza, forza, spiritualità alta e buoni comportamenti attraverso un microfono. Cose semplici che capirebbe anche un bambino. Cose vere che attraversano l’aria con tutto il loro immacolato misticismo.
Proprio in questi giovani Massi, permettetemi di chiamarlo così visto che ci conosciamo molto bene, è uscito con un nuovo album di inediti, Vibrazioni Positive. Ne consiglio vivamente l’ascolto, è una ventata di speranza e freschezza che sarà sicuramente capace di allontanare per un po’ quella sensazione grigio plumbea che ci avvolge e, ahimé, non solo per via dell’arrivo dell’autunno.
Se poi siete particolarmente giù, consiglio ancor più vivamente l’ascolto della traccia numero 6: Credere Nei Sogni.
Ecco, in questo passaggio, c’è tutto il Babaman che amo io, un artista vero che è partito con delle carte non particolarmente fortunate in mano ma, grazie alla fede e all’aver cementato la propria coscienza come una fortezza, si è tirato fuori dalla merda ed è diventato l’uomo e l’artista che voleva essere. E, fidatevi, l’ha fatto veramente.
Terminato l’ascolto di questo brano, tornate pure alla track 1 e ascoltatevi tutto l’album, che merita sul serio. Dalla preghiera a Jah Rastafari di Vibrazioni Positive alla delicata love song Un Minuto in Più, senza scordare Blazin Fyah (con il feat di Nando Popu dei Sud Sound System), il ragamuffin duro e puro di Se Scende Babaman e Il Mio Dj è un vero killa e tutto il resto della tracklist.
Ai giovani rappettari che pensino basti saper andare un filino a tempo e avere i soldi per comparsi qualche prestigioso feat per sfondare, consiglio invece l’attento ascolto di Non Puoi Compare il Talento. E per quelli che pensino che la strada giusta per affermarsi sia fiondarsi in un talent? Anche.
E che le positive vibration di Baba possano risuonare ancora a lungo a rischiarire questa landa desolata, che sia virtuale o reale ha poca importanza. Le vibrazioni sono come il vento, attraversano tanto i computer quanto i muri.