CPM Institute e la direzione del Carcere San Vittore insieme per un progetto comune.
Il CPM Institute di Franco Mussida ha annunciato che prenderà il via una straordinaria iniziativa, unica in Europa, pensata per diffondere in un carcere musica strumentale di ogni genere, provenienza ed etnia. Il tutto inizierà all’interno del Carcere di San Vittore.
La musica sarà selezionata dai detenuti stessi per fare in modo che chiunque, di qualsiasi estrazione sociale ed etnia, possa sentirsi protagonista di un progetto comune e, conseguentemente, arricchisca il proprio bagaglio personale.
Ad essere riprodotte infatti saranno playlist ricche di brani originari di tanti paesi del mondo, specie quelli che seguono le rotte migratorie di questo tempo, organizzate dagli stessi detenuti durante i laboratori di Ascolto Emotivo Consapevole tenuti da Franco Mussida.
CPM INSTITUTE A SAN VITTORE, LE PAROLE DELL’ASSESSORE ALLA CULTURA E DI MUSSIDA
Per spiegare bene il progetto sono intervenuti Tommaso Sacchi, Assessore alla cultura di Milano, e il principale artefice di questa nuova avventura, il creatore del CPM Institute Franco Mussida:
“L’iniziativa di sonorizzazione degli spazi del carcere di San Vittore rappresenta un esempio tangibile di come la cultura possa costituire un motore di cambiamento sociale.
Questa avventura favorirà momenti di riflessione e divertimento, contribuendo a creare un’atmosfera diversa, più umana e vivibile, all’interno degli istituti di detenzione”.
Così l’assessore, a cui fa eco Mussida:
“Sono felice di aver portato a termine questo progetto. Una gioia che condivido con decine di persone che hanno partecipato a questa avventura pluridecennale che continua. Si realizza un sogno che coltivo da oltre 35 anni. Ci tengo a ringraziare Educatori, Polizia Penitenzia e i direttori di questo carcere, da Luigi Pagano a Giacinto Siciliano.
Questa attività permette ai detenuti di sperimentare l’ascolto di se stessi grazie ad un particolare modo di ‘sentire’ la Musica che rende osservabile il filtro musicale emotivo. Si tratta di classificare per stati d’animo brani di ogni genere e stile musicale che vengono poi offerti all’ascolto di chi entra in carcere e di chi in carcere ci deve stare.
Per i detenuti è un tempo prezioso in cui suono, silenzio, elementi consolatori superano la parola, agendo sulla condizione affettiva stabilizzando l’umore, rafforzando le parti più fragili dell’essere.”
L’iniziativa è la naturale evoluzione di CO2, progetto che dal 2013 ha coinvolto migliaia di detenuti in 11 carceri italiane portandoli ad avere un approccio più consapevole con l’ascolto della musica strumentale in ogni sua forma: dalla classica al Jazz, dal Pop alla Musica etnica.