Appuntamento settimanale con gli ascolti e le recensioni dei singoli da oggi in radio da parte di Fabio Fiume.
Arrivano Sal Da Vinci, Walter Fontana, GionnyScandal, Nek, Giò Sada, Samuel Romano e molti altri.
Vi ricordiamo che le votazioni espresse al termine della minirecensione sono relative alla carriera dell’artista in questione e non sono da intendere come paragone tra brani di artisti diversi.
I voti inoltre non rappresentano il parere di tutta la redazione di All Music Italia ma di Fabio Fiume, autore dell’articolo.
Acronimo Costanzo – Manco fossi Lorenzinho
Un po’ di Cammariere nella gestione bossa, un po’ di Concato nelle pungolature vocali, il tutto sciroccato con una scrittura ironica ed innesti video ed audio di interviste calcistiche funzionali alla canzone, tanto che nel video interviene anche il calciatore Nando De Napoli, icona 80/90 del Milan e soprattutto del Napoli di Maradona.
Sei ½
Sal Da Vinci – Bella Italia
Sal e Vincenzo Incenzo firmano questo brano che canta di un’Italia da salvare, un’Italia che sta sparendo, sotto gli avvoltoi che tutto vogliono arraffare. Forse hanno ragione nonostante la visione fiabesca, bucolica, di campi, campanili e mare, che eppur ci hanno resi unici. Mano di Renato Zero forte sulla resa, soprattutto nelle strofe, mentre gli incisi lasciano sfogare la tendenza melodiosa di Da Vinci. Tuttavia nello stesso periodo l’argomento è già stato affrontato da Ligabue in maniera molto più originale.
Cinque
Walter Fontana – Riempiamoci di stelle
Abito dance per questa nuova prova dell’ex leader dei Lost. Il problema è che la sua voce già non particolarmente riconoscibile, umiliata da effetti appiccicati sopra, diventa ancor più impersonale. Inoltre c’è un problema anche temporale e cioè che il passaggio alla dance arriva secondo rispetto a Bernabei, che comunque non ha certo brillato in resa.
Quattro
GionnyScandal – Pioggia
Dice di non essere un rapper, eppure non trovo altra definizione per descrivere il suo “cantare”. Qui ci sono richiami di Killa abbastanza evidenti. Pioggia è però un pezzo ispirato che merita più di un ascolto e vince la prova di tale altro ascolto grazie alla vena malinconica del piano che ben supporta il testo/racconto.
Sei ½
Ivan Granatino – Chapeau
Simpatico uptempo di matrice dance su cui si sciorina un testo un filo qualunquista ma tutto sommato condivisibile ( espressioni politiche a parte ). Con questo brano Granatino si è fermato alle porte di Sanremo, ma potrebbe trovare aperte quelle delle radio.
Sei
Diego Iacono – Davanti a me
Soffusa ballad con fiati ad impreziosire un inciso elegante e finemente armonizzato. Voce precisa ma non prorompente o per lo meno che non ha in se forti doti personali, per cui esser particolarmente ricordata. La finezza dell’insieme però merita l’ascolto.
Sei +
IWolf & Speech – Rock’n’ roll robot
Aggiornamento del celebre pezzo di Alberto Camerini del 1981, ha il solo merito di rendere attuale una composizione geniale, nemmeno troppo variata, che era avanti già 35 anni fa. Allora però era il pezzo con la p maiuscola per il suo cantore, oggi non è che una cosa carina per la carriera degli IWolf.
Sei+
La Scelta – Tamburo
Arrangiamenti soliti per la band sempre vicina al mondo tribale, fatto di percussioni, ritmica e rumori che sanno sempre di natura. L’identità è ben definita ed il risultato è ottimale, ma adesso ci vorrebbe qui e li una spruzzata di nuova fantasia, altrimenti può risultar ripetitivo non andare oltre una promozione politica.
Sei
Low Low – Ulisse
Molto forte nel testo e nella scelta di esprimerlo non mettendolo in forma canzone, ma come racconto cadenzato da una base non troppo invadente. Il testo ha qualche licenza che non piacerà a tutti, come quella su Warhol, che farà sicuramente discutere.
Senza Voto
Marsica – L’amore che vuoi
Abito elettronico che calza alla perfezione sulla voce personale e particolare della cantautrice napoletana che ha un suo modo di raccontarsi sempre originale, anche laddove la canzone si muove su standard più convenzionali come questa. Come a dire: qualcosa per tutti ma dal suo punto di vista.
Sette
Nek – Differente
Il testo di Giulia Anania è diretto e realista nel concetto che ognuno può avere del proprio sentimento. Il tutto esplicato su base/ballad che il pubblico si aspetta da Nek e che, da un paio di album a questa parte, condisce tutto con pulsioni elettroniche. Funziona radiofonicamente ma effettivamente la cosa per il Neviani non è mai stata un problema.
Sette
Nevruz – L’immigrato
Sono lontane le pulsioni rock del pittoresco cantore che dopo aver “scanzonato” con mezzo mondo Righeira, per il suo secondo singolo fornisce un’immagine cantautorale importante per argomento, resa in maniera essenziale come arrangiamento a cui i colori differenti li fornisce lui con le sue diverse maschere tonali.
Sette
Pellle – Tutto bene
Ritmica costante per questo rap con fischio di sottofondo efficace quanto un inciso ben riuscito, per una canzone che un vero inciso non ce l’ha. Pellle riesce a farsi notare con i suoi mezzi indie in un mondo abbastanza inflazionato, come quello hip hop attuale e su cui puntano quasi tutte le etichette. Un’identità ben precisa c’è già.
Sei +
Giò Sada – Deserto
L’inciso banalotto spreca il buon lavoro delle strofe, che sono attendiste nei confronti di qualcosa che ti aspetteresti come una bomba e che invece si rivela un misero track di Capodanno. Giò Sada le idee su ciò che vuol fare le ha ben chiare, ed è perfettamente dentro alla cosa, ma poi la resa canzone può andar da un’altra parte. Qui finisce il risultato è abbastanza anonimo e frettolosamente chiuso.
Cinque
Samuel – Rabbia
Bellissima mistura di melodia ed elettricità, di strofe schizzate che quasi pensi che si blocchi il disco ed inciso che apre e si lascia cantare con melodia godibile. Samuel ispirato per questa sua avventura solista, fa centro anche al secondo singolo.
Sette +
Gianni Togni – Cerco una storia tra noi due
Passata di aspirapolvere su una canzone di 40 anni fa, incisa ma mai pubblicata, tirata fuori dal ripostiglio per riproporre un artista, Gianni Togni, che seppur non fermo effettivamente, lo è rimasto però nell’immaginario collettivo, legato imprescindibilmente ai successi dei primi anni 80. Certo pubblicare una cosa che suona così vecchia, pur non malvagia, non aiuta a rispolverare lui. Doveva?
Cinque