E come ogni Venerdi ecco la valanga di novità che potrete ascoltare in radio. Il nostro critico Fabio Fiume ci da il suo parere a riguardo passando al setaccio i nuovi singoli tra gli altri di Tiziano Ferro, The Kolors, Luca Dirisio, Decibel, Giulia Luzi e tanti tanti altri.
Ma partiamo con una recensione non scritta da Fiume in quanto ufficio stampa del gruppo stesso, ma firmata dalla redazione di All Music Italia, quella dei La Panchina crew.
La Pankina Krew – La Primavera
Trio partenopeo che mette assieme in maniera convincente hip hop e cantato nusoul. La Primavera è un ottimo biglietto da visita per la capacità insita di poter piacere a più palati, quelli strettamente di settore e quelli che amano sound più radiofonici. Originale il finale figlio di un tempo che fu.
Sette
Dave Bolo – Sto bene
Ballata dalla resa un po’ confusa; sembra sempre che stia per esplodere ma poi non succede nulla, rimane tutto in preparazione ed alla fine l’impasto scresce.
Cinque =
Simona Cancian – Vado via
Pop song con innesti elettronici che funziona come motivo, un po’ meno per una serie di effetti sulla voce che ne appiattiscono l’espressività. Da la sensazione che vocalmente avrebbe potuto spingere di più
Sei =
Marco Carta – Il Meglio Sta Arrivando
In linea generale questo è forse il pezzo migliore che Carta abbia mai inciso, per testo che è uno sguardo al futuro in maniera positiva, aperti a ciò che arriva con speranza e per una base moderna e piena. Si muove sul territorio aperto da Bernabei, realizzando il brano che lui non è mai riuscito ancora a fare. Però… c’è un però! Possibile che nessuno si sia accorto della similitudine con Occidentali’s Karma nell’inciso? Eppure è un brano che ci ha fracassato tutto il fracassabile da oltre due mesi a questa parte, e soprattutto è firmato anche questo da Luca Chiaravalli!!! C’è persino l’intermezzo musicale su cui immaginarsi la scimmia ballerina! E nonostante il brano sia mooolto carino come si fa a non tenerne conto?
6.5 alla canzone ma quattro alla somiglianza inaccettabile
Mariantonia Castaldo – Hello Hello
Dalla colonna sonora del nuovo film di Massimo Ceccherini arriva questo singolo dance leggerino, leggerino che non ha di suo motivi per esser stroncato ma nemmeno qualche prerogativa per esser segnalato. Per la serie walk on by!
Sei
Decibel – Gli anni del silenzio
Bel racconto che spesso è comune a molte donne prigioniere in matrimoni caduti nell’ apatia dell’abitudine, tra sorrisi ed attenzioni che non arrivano più e l’attesa di una sera di vita che potresti ancora vivere appieno. Decibel talmente in forma da poter mettere in riga molte band ben più giovani.
Sette
Luca Dirisio – Mentre te ne vai
Continua la missione “singoli estemporanei” di Luca Dirisio che qui dice a chiare lettere il suo “no” alla violenza sulle donne. Il risultato è brillante grazie ad un testo intelligente che è reso leggero da un accompagnamento pop aperto che poi in maniera soave sfuma come brano d’altri tempi. Sorprendente.
Sette
Carmen Ferreri – Terra
Proveniente dal duo de’ Le Kalica durato poco più di uno schioppo di dita, Carmen Ferreri debutta come solista con questo singolo dalle sensazioni black ma dalla resa più vicina al pop elettronico. Suoni abbastanza modaioli, nessuna novità o peculiarità segnalabile ma, in quanto conforme alla media, una buona possibilità radiofonica.
Sei
Tiziano Ferro – Lento/Veloce
La tematica musicale r’n’b delle strofe sfocia in un inciso irresistibile, cantabile a pieni polmoni ed in cui l’estate trionfa e le macchine aprono naturalmente cappotte e finestrini. E’ un passo verso il Tiziano che fu, quello dei primi lavori, ma la mattonella d’approdo è salda e sicura.
Sei ½
Grace – Organico
Sound carico sospeso tra rock e pop, ha strofe in cui la ritmica è tagliata da effetti scarica, che risultano più forti dell’inciso. Buon recupero nella variazione con gli strumenti che rientrano uno alla volta.
Sei
Il Giardino Dei Semplici – Dannata idea
Fotografia di un tempo musicale che proprio non c’è più è qui riproposta dimenticandosi di toglierci da sopra la polvere.
Quattro =
Little Pier – La Natura Ride
Una canzone per bambini che però ha una storia così leggera e al fine reale che non può passare inosservata nemmeno a chi ha qualche anno di più. Torna Pier Cortese con questo progetto parallelo che il potere di unire genitori e figli, come se fossero fiabe non da leggere ma da cantare. Ed il cuore sta subito meglio.
Sette
Giulia Luzi – Paracadute
Un buon messaggio sull’autostima che una donna dovrebbe sempre avere di se in una storia; una donna è sempre unica e a suo modo bellissima. Il tutto è sviluppato in maniera però un po’ solita come arrangiamento, con vocalizzi passati al setaccio elettronico e sovrapposizioni vocali esattamente dove te le aspetteresti.
Sei+
Cristian Marchi – Check that Bass
Più tosta della precedente Your Loving Arms è indubbiamente destinata a dancefloor più specifici. La linea principale a primo ascolto colpisce e resta impressa ma per la durata intera del pezzo finisce col diventare insopportabile per quell’effetto trapanante che ha. Immaginiamoci con qualche cocktail di troppo in circolazione!
Senza Voto
Marianne Mirage – In tutte le cose
Strappato agli anni 60, per sound, interpretazione e gioco melodico, questo nuovo singolo della Mirage ce ne riconcede la personalissima voce che forse però qui, per stile proposto, soffre un pochino la sosta a metà tra il mondo della Zilli e quello della Ayane. Però il brano è proprio carino.
Sei +
Fabrizio Moro – Andiamo
Da un disco notevole quale è il suo ultimo Pace, avrebbe potuto tirare fuori davvero di tutto, ma questa Andiamo è particolarmente adatta alla bella stagione con suo testo ispirato che viene snocciolato su ritmi sostenuti su cui cantare perdendo il fiato. E “Ogni ferita serve a ricordarci solamente che viviamo” è un monito da tenere ben presente per avere sempre la forza di andare avanti.
Sette ½
Piotta – Applausi al Comandante
Ispirazioni surfing per questo ritorno di uno dei pionieri dell’hip hop in Italia che però qui non ha grandissima forza se non supportato dal carinissimo, centrato e colorato video. Il problema è che la musica spesso si ascolta senza guardarla.
Cinque
Marco Pische – Tutto dipende da
Tappeto elettronico per raccontare di se, di come ci mette la faccia Marco e di come creda in ciò che fa. E ciò che fa è molto piacevole, suonando come un Tiromancino a cui han sparato una red bull direttamente nella giugulare.
Sei ½
Ron – Ai confini del mondo
Buona canzone con finale in crescendo che ricorda come a volte bisogna ricordarsi che quando si riparte “quello che stato adesso è cenere” . Ritmica sostenuta su armonizzazioni melodiche non banali con Ron che pieno, centrato, forte, è valore aggiunto al tutto.
Sette
Cristina Sammartino – Come ridevamo noi
Nostalgia di un tempo felice, familiare che viene raccontato nitidamente su una buona base sostenuta, in cui però la voce, almeno nell’inciso, sembra un po’ un corpo esterno. L’intro, per intenzione, ricorda troppo da vicino Carlo della dimenticata Celeste Gaia. L’insieme è gradevole ma passibile di correzioni.
Cinque ½
Senhit – Something on your mind
All’attacco la mente corre subito alla dance anni 90, tipologia Livin’ Joy e cose del genere. Ha una buonissima energia di cui si può godere anche non necessariamente nei dancefloor. Il cantato è misurato e di supporto, riuscendo a non apparire estraneo alla base. La conclusione invece è un po’ affrettata.
Sei ½
The Kolors, Gucci Mane & Daddy’s Groove – What happened last night
Un po’ di simpatie da recuperare dopo qualche avvenimento non carino accaduto a seguito del successo importante non può che passare per la musica. Il brano in questione, con annesse collaborazioni importanti è però solo un simpatico intrattenimento musicale, ben fatto, ma che si adagia su basi già conosciute e non rilancia verso l’alto. Basterà?
Sei
Velene – Mammia mia è Wonder Woman
Seppur giusta dal punto di vista tematico, perché le mamme sono un po’ tutte delle wonder women, questa canzone viene posta in maniera talmente modesta da ogni punto di vista: linea melodica abbastanza prevedibile, elettronica spicciola, voce da cantato distratto sotto la doccia, piuttosto che in mezzo al traffico ed il tutto sublimato in un inciso cantilenato e ripetitivo.
Quattro