Alla quarta puntata crescono i numeri di Dimmi di te, programma ideato per Rai 1 da Niccolò Agliardi con la produzione di Anele trasmesso in seconda serata (inoltrata diremmo, attorno alla mezzanotte). Ieri sera il programma, forte del lancio della nuova serie tv The Good Doctor, ha totalizzato 716.000 telespettatori con l’8,4% di share. Praticamente dati quasi migliori del concerto in prima serata su Rai 2 di Cesare Cremonini.
Segno che Agliardi con questo format in cui racconta la nascita di una canzone inedita usando come mezzo storie straordinarie di persone comuni ha fatto centro arrivando a smuovere la curiosità e le coscienze dei telespettatori.
Ma andiamo a conoscere meglio la storia di Luciana e del suo riscatto tra le mura di un carcere raccontata con un ospite davvero speciale: Eugenio Finardi.
Grande esponente del cantautorato d’autore nostrano Finardi è figlio di una cantante americana e di un tecnico del suono italiano. Nella sua discografia quarantennale ci sono brani che hanno fatto la storia della musica italiana come La Radio e Musica ribelle.
LA STORIA DI LUCIANA E DI UNA NUOVA VITA CHE NASCE DAL CARCERE
Luciana è una ragazza che viene dal Brasile che ha commesso un errore e lo sta scontando in carcere a Lecce. Quattro anni fa alla ragazza viene chiesto di portare una valigia in Italia per soldi. La valigia conteneva della droga. Nel carcere la ragazza è entrata a far parte di un progetto in cui le detenute possono imparare un lavoro e ricevere uno stipendio.
Per conoscere meglio la storia di Luciana Niccolò incontra la responsabile della cooperativa in cui la ragazza ha iniziato a lavorare, Luciana Delle Donne, fondatrice di Made in carcere. Un progetto che vuole dare una seconda possibilità alle persone in carcere attraverso la lavorazione di tessuti riutilizzati.
Per Luciana il progetto è molto importante perché le permette di passare il tempo, di ridere e scherzare e sentirsi un po’ più libera. Grazie a Made in Carcere la ragazza ha imparato non solo a cucire ma anche il metodo, il rispetto dei ruoli, le responsabilità cominciando a vivere, per quanto possibile, una vita normale.
La vita di Luciana in Brasile non è stata facile, il padre era un alcolista violento oggi scomparso. Dopo la morte del genitore la madre ha smesso di essere felice e lasciando la ragazza senza riferimenti solidi che, probabilmente, l’hanno portata a sbagliare quando ha trovato la possibilità di fare soldi facili. In testa ha sempre le immagini della madre che portava via lei e il fratellino quando il papà era sotto effetto dell’alcol.
Luciana non ha mai conosciuto l’Italia essendo finita subito in carcere e avrebbe il desiderio, una volta scontata la condanna, di visitarla prima di tornare nel suo paese.
EUGENIO FINARDI E LA CANZONE DEL RISCATTO E DELLA SPERANZA
Per la composizione della canzone Niccolò Agliardi trova come punti cardine le parole ago e filo, straniera, libertà, perdono. La composizione della canzone parte da un riff di ukulele che provi a dare a Luciana un ricordo sonoro della sua terra, il Brasile.
Eugenio Finardi vuole che nella canzoni venga messo in risalto il fatto che quella di Luciana è una storia che parla di una persona buona, seria, che se avesse avuto le condizioni giuste sarebbe stato un elemento assolutamente positivo per se stessa e per la società.
Per arricchire il brano Niccolò chiama Andrea Di Cesare che con il suo violino può dare maggiore sostanza al brano.
Come in ogni puntata di Dimmi di te a canzone conclusa Niccolò, la sua band e l’ospite di turno la canteranno a sorpresa alla protagonista. Questa volta l’esibizione avverrà nel carcere di Lecce.
TESTO ERO STRANIERA
Era straniera dentro la mia casa
sempre più timida e più silenziosa
andiamo, mi disse andiamo
non è la notte che ci può fermare
mia madre in braccio mio fratello e il cuore
andiamo, ma sì che andiamo
la fame e la violenza non sono il tuo destino
preparati a cambiarlo e a concedere il perdono
Io prigioniera di una storia più grande di me
ero straniera in un tempo lontano da me
A una valigia che sapevo bene
quale poteva essere la fine
andiamo, ho detto andiamo
sarà una volta e finirà l’inferno
sarà che mi han preso già il ritorno
andiamo, ma sì che andiamo
e adesso unisco i giorni
cuciti ad uno ad uno
Ero straniera a una storia più grande di me
a un ora d’aria senza chiedere ancora perché
Per un errore, una scelta peggiore di me
ma questa sera sento tutto il futuro che c’è
e immagino un paese bellissimo d’estate
che vedo e posso amare soltanto dalle grate
La puntata si conclude con la commozione di Luciana che chiede al personale del carcere di poter abbracciare i musicisti.