Questa settimana L’Officina del Talento ha scovato i Devanāgarī, un progetto musicale molto particolare in cui ai volti vengono preferiti parole e simbolismo. Abbiamo quindi deciso di non fare un’intervista canonica come per gli altri emergenti ma lasciare che fossero le parole dei componenti a scorrere e spiegarci la loro storia, la loro musica e il messaggio insito in essa…
Abbiamo scelto di presentarvi il loro primo singolo A point on a line che da venerdì verrà trasmesso per una settimana, due volte al giorno, dalla nostra emittente partner Radio Hinterland. Per chi volesse approfondire la sua conoscenza ecco il link della loro pagina ufficiale Facebook.
Devanāgarī è un modo di essere, un progetto nato dalle menti di esseri umani pieni di sogni. È un’espressione Sacra (antico sanscrito), la parola sanscrita che rappresenta l’alfabeto indiano. Il fulcro da cui ogni cosa inizia, ed ogni suono prende forma. Questo è il nostro primo anno di vita: è un sentiero giovane calpestato da vecchi piedi. Ricerca di suoni, melodie organiche, sposalizio tra musica e cinema: questo è ciò che Devanāgarī è.
Il progetto è fondato da Ego (cantautore) e ora è casa di Simon Carax (chitarrista), Sharon Viola (violoncellista), Alberto Grosso (pianista) e Girolamo Nitrato Izzo (batterista/percussionista). La nostra musica ispirata dalla filosofia concettuale del Buddismo in modo tale da collegare l’anima al potere del suono come accade in un mantra.
Il progetto ha radici a Napoli, Italia, dove la musica è come un abitudine: tutti cantano, tutti suonano, ma non tutti lo fanno con il necessario spessore ideologico ed emotivo. Giorno dopo giorno abbiamo costruito il nostro primo Concept EP, “Nam Myōhō Renge Kyō“, composto da cinque canzoni, ognuna delle quali è legata all’altra. E’ stato registrato a Minneapolis, negli Stati Uniti, dai produttori Davide Raso ed Owen Sartori. Sarà pubblicato questa primavera su etichetta Tranquillo Records, la divisione Italiana della dublinese Psychonavigation Records.
“Nam Myōhō Renge Kyō” è un ciclo di cinque canzoni in cui l’esistenza degli uomini è analizzata con un occhio originale. Cinque passi che condurranno il personaggio principale dell’EP a raggiungere il Nirvana seguendo il sentiero del Suono e della Musica.
Il 17 Aprile 2014 abbiamo pubblicato “A point on a line“, il primo singolo ufficiale tratto dal Concept EP che verrà partorito, invece, il 9 Giugno in tutti gli store digitali del mondo ed il 7 Luglio in formato fisico, disponibile sul sito ufficiale della Psychonavigation Records, nei negozi ad essa affiliati e ai nostri concerti.
Il nostro primo EP sottolinea un aspetto in particolare che riprende il titolo dell’EP stesso. Questo vuole significare, tradotto letteralmente: risvegliarsi dalle difficoltà della vita nella meraviglia del suono. È un mantra buddista, forse IL mantra buddista per eccellenza, che ci ha ispirato a costruire un percorso concettuale per il nostro primo ed unico EP, ad oggi. Un percorso che inizia con il “confronto con sé stessi”, che procede con il “confronto con la società” che ci porta all'”Amore”. Dopo l’Amore arriva la maturità, la “Consapevolezza” che nel nostro EP equivale alla fine di un ciclo e questo stesso ciclo riprende con l’ultimo dei cinque brani che rappresenta il “Nirvana”, la completezza. Il ciclo della vita e dell’anima racchiuso in cinque canzoni.
“A point on a line” è la seconda canzone della tracklist ed il nostro primo singolo ufficiale. In questo brano il soggetto del nostro Concept EP, che chiameremo “Everyman” (Uomo qualunque), viene fuori dal confronto interiore affrontato nel primo brano e si scontra col volto SenzaOcchi che rappresenta la società. Il brano inizia così: “Se tentassi di essere un uomo buono per loro dovresti essere inferiore a te stesso“. In questa frase c’è tutto il senso concettuale del singolo. Un brano che vuole sottolineare come tutti noi non siamo altro che miseri punti, senza nessuna dimensione reale, facenti parte di una lunga linea che tende all’infinito: la massa. Tutti, però, dovremmo essere di più che punti di una linea… uscire fuori da quel costrutto geometrico e raggiungere la propria dimensione. Diventare punti di una frase, punti di riferimento, punti cardinali per chi si è perso e per la nostra anima alla deriva. E’ nel ritornello, inoltre, che si chiarifica al meglio il concetto:
Ovunque andrai la linea che vedrai non significherà “fine”.
Ovunque andrai avrai il diritto di camminare da solo coi tuoi piedi.
Chiunque sarai apparterrai all’Umanità.
Qualunque cosa diranno non potranno cancellarti la mente.
Un inno alla ribellione; un inno alla consapevolezza di sé che nel primo brano viene incontrata a mani basse. Qui si urla alla libertà dell’essere in quanto individuo pensante. Le linee che vedremo, come è detto nel ritornello, non significheranno fine ma saranno semplicemente orizzonti che avremo davanti solo per un unico scopo: superarli. Andare oltre, sempre, è questo il messaggio di questo brano che è anche il più radiofonico dell’intero EP, costruito con melodie antiche, quasi nordiche, per dare il senso di libertà che solo le vaste lande del Nord possono iniettare dentro di noi. Infine, nel bridge, viene detto:
Oh, la tua Vita è un dono che non possono rubarti:
i tuoi sogni sono i tuoi passi, i tuoi progetti i tuoi polmoni.
Oh, le foglie del tuo albero non cadranno mai
grazie alla Primavera che hai dentro di te…
…la tua Arte.
In sintesi? Sii te stesso e coltiva ciò che sei.